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D'ora in poi le modelle in Francia avranno bisogno di un certificato medico per lavorare

Le nuove normative anti-anoressia prevedono anche che riviste e compagnie pubblicitarie avvertano i lettori se le immagini sono state “modificate al computer” per far sembrare una modella “più magra o più formosa.”
Pierre Longeray
Paris, FR
Foto di Mason Masteka

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D'ora in avanti, le modelle che vorranno lavorare in Francia dovranno ottenere un certificato medico che attesti il loro stato di buona salute.

Il provvedimento è stato approvato martedì dai deputati dell'Assemblea Nazionale, all'interno di un pacchetto di misure per combattere l'anoressia che fa parte della nuova legge francese sulla salute pubblica.

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Le riviste e le agenzie pubblicitarie saranno inoltre obbligate a indicare se le immagini sono state "modificate al computer," o se la silhouette di una modella è stata modificata per farla apparire "più magra o più formosa."

"Speriamo che, con questa legge, si possa mettere fine a quella che gli inglesi chiamano 'anoressia chic'," ha dichiarato Olivier Véran, un neurologo francese ed ex deputato che ha proposto gli emendamenti anti-anoressia della legge.

I funzionari sperano che la regolamentazione dell'industria della moda possa aiutare a promuovere il benessere e la salute delle modelle, oltre che a dare forza ai tentativi di combattere i disturbi dell'alimentazione tra le adolescenti.

Chi non rispetterà le normative sarà colpito con multe salate e la detenzione in carcere.

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Un certificato di salute per le modelle

Secondo la nuova legge, le modelle che lavorano in Francia dovranno fornire ai propri datori di lavoro un certificato medico che confermi come il loro stato di salute sia "compatibile con la propria professione." Le pene per le modelle e i datori di lavoro che non rispettano la norma vanno da una multa di 75.000 euro a sei mesi di carcere.

Una versione precedente del decreto consigliava di stabilire una soglia minima di Indice di Massa Corporea (IMC) - un valore calcolato in base al peso e all'altezza di una persona - per assicurarsi che le modelle non scendano sotto degli standard di peso accettabili.

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Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, chiunque abbia una massa corporea inferiore a 18 - relativo, per esempio, a una persona alta 168cm con un peso di 50kg - è sottopeso. Il valore medio per una donna francese è di 23. Questa norma è stata tuttavia rigettata a marzo, poiché gli ufficiali temevano che avrebbe portato a una discriminazione nel processo di selezione delle modelle.

La nuova versione della legge permette ai dottori di determinare se una persona sia adatta per la carriera da modella prendendo in considerazione il suo IMC oltre ad altri fattori come il sesso, l'età, l'alimentazione e i cicli mestruali della persona — quest'ultimo dovuto al fatto che i disturbi dell'alimentazione possono causare l'assenza del ciclo.

"Non si tratta di una guerra alla magrezza, ma di una guerra contro la malnutrizione e le pressioni che le modelle devono subire," ha sottolineato Véran. L'ex deputato ha dichiarato di essere orgoglioso che la Francia si sia mossa per regolamentare la professione delle modelle, e spera che altri paesi seguano l'esempio. I nuovi requisiti - ha fatto notare Véran - verranno anche imposti alle modelle internazionali che desiderano sfilare in Francia.

Quando gli è stato chiesto della possibilità che alcune modelle possano cercare di aggirare le nuove leggi presentando certificati falsi, Véran ha detto di aver fiducia che i medici facciano il loro lavoro.

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"Una volta che la legge è entrata in vigore e i decreti attuativi sono stati emanati, se vediamo una modella alta 180cm che indossa una taglia 38 ci sarà una valutazione," ha aggiunto Véran. "Se si scopre che [alla modella] è stato dato un certificato falso, partiranno delle sanzioni.

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La nuova legge stabilisce che qualsiasi immagine di modelle che è stata photoshoppata per farle apparire più magre o più formose debba essere chiaramente etichettata come "modificata digitalmente." Chi infrange la legge dovrà pagare una multa di 37.5000 euro o pari "a fino al 30 per cento di quanto speso per la campagna pubblicitaria."

Con l'imposizione di controlli più rigidi nei confronti dell'industria della moda, gli ufficiali sperano di ridurre il tasso di anoressia. Oggi i disturbi alimentari colpiscono tra le 30.000 e le 40.000 persone in Francia — e la maggioranza sono ragazze adolescenti.

Uno studio del 2008 condotto dall'Istituto Nazionale Francese per la Salute e la Ricerca Medica rilevò che lo 0.5 per cento delle ragazze francesi in età compresa tra i 12 e i 17 anni erano anoressiche. Nello stesso gruppo di età, lo 0.03 per cento di ragazzi presentava il disturbo.

"Diverse ricerche sociologiche dimostrano che se i modelli dei teenager sono sproporzionatamente magri, questo avrà un effetto sul loro desiderio di perdere peso," ha detto Véran. "È un fattore aggravante."

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I siti web che promuovono una magrezza eccessiva, o che addirittura incoraggiano i disturbi alimentari - che vengono chiamati colloquialmente Ana (per l'anoressia) e Mia (nel caso della bulimia) - sono in crescita.

Una versione precedente della legge proponeva di vietare questi siti e di punire chi è colpevole di aver fatto pressioni per "restrizioni alimentari prolungate" con pene fino a un anno di carcere e multe di 10.000 euro.

L'emendamento è stato poi rimosso dopo che gli esperti avevano indicato che mettere fuori legge una piattaforma potenzialmente d'aiuto per chi soffre di disturbi sarebbe controproducente. Molti di questi siti offrono infatti comunità di supporto per chi soffre, e criminalizzare i forum potrebbe danneggiare quello che è già un gruppo vulnerabile.

Fred Pailler, co-autore di uno studio che ha analizzato perché vietare questi siti potrebbe non essere una buona idea, ha detto a VICE News che i siti non si limitano a "valorizzare l'anoressia."

"Abbiamo notato che le conversazioni si regolano da sole," fece notare Pailler ad aprile. "Più queste donne comunicano, più si moderano tra di loro."

La vera sfida, conclude Pailler, sarebbe quella di capire come delle figure mediche possano interagire con queste comunità online, "non in modo prescrittivo ma con un approccio che favorisca l'ascolto e il consiglio."

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