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Ci sono novità sul caso dei 43 studenti scomparsi in Messico, e puntano verso la polizia federale

Secondo la commissione per i diritti umani del Messico, ci sarebbero nuovi indizi che dimostrerebbero il coinvolgimento diretto di alcuni agenti della polizia nella scomparsa dei 43 studenti a Iguala, nel 2014.
Foto di Eduardo Verdugo, File/AP Images

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La commissione messicana per i diritti umani ha rivelato nuovi indizi che dimostrerebbero il coinvolgimento diretto di alcuni agenti della polizia federale nella scomparsa dei 43 studenti da Iguala, una cittadina nel sud del paese, nel 2014.

Il capo della commissione d'inchiesta che lavora sul caso ha riferito di avere un testimone attendibile che avrebbe visto due agenti federali starsene a guardare, mentre la polizia municipale rapiva tra i 15 e i 20 studenti da uno degli autobus su cui l'intero gruppo stava viaggiando.

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I 43 studenti erano arrivati a Iguala dal loro college – notoriamente progressista – di Ayotzinapa, a circa due ore di distanza, con l'intenzione di requisire degli autobus di linea da usare per una protesta. Sono stati attaccati e rapiti mentre cercavano di tornare al loro college proprio a bordo di quegli autobus.

José Larrieta Carrasco, membro della commissione, riporta che il testimone avrebbe sentito uno degli agenti federali chiedere a un poliziotto della municipale che gestiva l'operazione cosa stesse succedendo. Il poliziotto avrebbe risposto che gli studenti stavano per venire trasferiti in un'altra città dove el patrón, il boss, "avrebbe deciso cosa farne."

Il testimone dice di aver sentito la polizia federale rispondere "ah, okay," e starsene a guardare mentre gli studenti venivano caricati in un furgone della polizia municipale e portati via.

Larrieta ha spiegato che il suo team ha confermato, anche tramite controlli incrociati, altre informazioni fornite dal testimone, arrivando alla conclusione che il racconto è probabilmente "vero e degno di attendibilità."

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Le accuse sul coinvolgimento della polizia federale da parte dell'ufficio del difensore civico, che è stato finora notoriamente cauto nel pronunciarsi sul caso, rappresenta potenzialmente duro colpo all'inchiesta del governo sull'orrore che si è scatenato dopo il tramonto il 26 settembre 2014.

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L'indagine del procuratore ha sempre insistito nell'incolpare i membri di una gang della droga locale, chiamata Guerreros Unidos, insieme ad alcuni ufficiali corrotti della municipale e poliziotti di Iguana e Cocula, una cittadina al confine.

Gli ufficiali di governo hanno ripetutamente respinto le accuse di vari gruppi di attivisti per i diritti umani sia messicani che internazionali riguardo una possibile copertura su un coinvolgimento federale. Fino ad adesso, comunque, le prove di dominio pubblico sulla collusione federale si sono limitate a dimostrare che le autorità federali stavano monitorando da vicino le attività degli studenti.

La loro sparizione aveva causato un'ondata di indignazione e proteste in tutto il Messico, e danneggiato seriamente l'immagine internazionale del presidente Enrique Peña Nieto. Nonostante le marce di protesta siano praticamente finite, il caso rimane un tasto dolente per il governo — dato il grande numero di gruppi per i diritti umani e le istituzioni che hanno messo in dubbio la validità dell'inchiesta ufficiale.

La tensione riguardo il caso è aumentata in maniera decisiva durante le ultime settimane, mentre si attende la pubblicazione, a fine mese, del tanto atteso rapporto di un gruppo di esperti convocato dalla Commissione Inter-Americana per i Diritti Umani.

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In un rapporto dello scorso settembre, gli esperti avevano messo in dubbio le conclusioni dell'inchiesta ufficiale secondo cui gli studenti erano stati inceneriti a poche ore dal rapimento in una discarica fuori Cocula. Il governo aveva recuperato interi sacchi pieni di ceneri e alcuni frammenti ossei da un fiume della regione, spiegando che i resti erano stati portati lì dalla discarica.

Il governo aveva risposto al rapporto degli esperti della Commissione Inter-Americana di settembre con la promessa di revisionare l'ipotesi dell'incenerimento in discarica. Con il nuovo rapporto a sole poche settimane dall'essere pubblicato, alcuni ufficiali e la stampa più vicina al governo hanno cominciato a proporre di nuovo la vecchia versione della storia.

Le nuove prove presentate dalla commissione per i diritti umani giovedì, solitamente molto cauta, mettono indirettamente in dubbio la versione della pira nella discarica.

Questo perché il testimone oculare avrebbe sentito la polizia ammettere che gli studenti stavano per venir portati in una cittadina chiamata Huitzuco, e assistito alla scena in cui gli studenti venivano portati via in quella direzione — Huitzuco e Cocula si trovano ai lati opposti di Iguala.

Sembrerebbe anche che Alexander Mora facesse parte del gruppo di studenti sull'autobus in questione: un frammento osseo che è poi stato attribuito a Mora è stato trovato nel sacco contenente resti umani ritrovato nel fiume, che il governo aveva detto provenire dalla discarica. Nessun altro studente è stato identificato a parte lui.

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