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Lindsay Souvannarath. Foto via Canadian Press/Andrew Vaughan.

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Attualità

Radicalizzata online, questa​ donna stava per compiere una strage a San Valentino

Ovvero come un meme violento su Tumblr ha dato vita a un amore a distanza che stava per concludersi in una delle peggiori stragi della storia del Canada.

Tutto è cominciato con un meme sulla strage della Columbine.

Nel meme si vedevano i corpi senza vita di Eric Harris e Dylan Klebold, i due autori della strage, distesi sul pavimento della biblioteca della scuola superiore del Colorado, dove il 20 aprile 1999 una sparatoria costò la vita a 12 studenti e un insegnante. Sotto l'immagine c'era una scritta, "Non posso vivere senza i miei amici." Quando Lindsay Souvannarath—autrice del meme—ha postato la sua creazione su Tumblr, ha aggiunto l'hashtag #columbine.

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Nel frattempo, a circa 2000 chilometri da dove vive Souvannarath, in Illinois, James Gamble sta guardando Tumblr nella sua cameretta ad Halifax, in Canada. Usando lo stesso hashtag, James trova il meme e inizia a seguirla.

I due si piacciono subito e tra loro nasce una storia a distanza. Sette settimane dopo, Souvannarath avrebbe dovuto prendere un aereo per Halifax e incontrare Gamble. Il piano dei due era quello di perdere la verginità insieme e, il giorno dopo, di commettere quello che speravano sarebbe stato ricordato come l'omicidio di massa più tremendo della storia del Canada.

Gamble e Souvannarath non si incontreranno mai—il loro piano di aprire il fuoco sul centro commerciale di Halifax è stato sventato da una soffiata arrivata alle forze dell'ordine e si è concluso con una sentenza all'ergastolo per Souvannarath e con il suicidio di Gamble. Ora, per la prima volta da quando la storia è stata resa pubblica quattro anni fa, Lindsay Souvannarath ha deciso di prendere la parola. La potenziale assassina ha rilasciato un'intervista telefonica al programma di true crime Nighttime Podcast.

Qui, Souvannarath parla della programmazione dell'omicidio di massa e delle sue convinzioni neonaziste con lo stesso tono di voce di chi racconta una noiosa giornata trascorsa in ufficio.

"Non ha omesso nulla, è stata diretta e ha raccontato la storia com'è andata," ha detto il conduttore Jordan Bonaparte a VICE parlando della sua conversazione con Souvannarath. "Alcune delle cose che raccontava con leggerezza, a me hanno fatto accapponare la pelle e mi hanno fatto passare la voglia di mettere piede in un centro commerciale—ma per lei sembravano cose da nulla."

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Souvannarath aveva difficoltà a creare legami e rapporti nella vita reale e passava moltissimo del suo tempo online. Ed è proprio online che è venuta a contatto con altre persone emarginate con idee estremiste, arrivando a sviluppare le fantasie violente che le sarebbero valse una condanna all'ergastolo. Ed è così che, figlia di padre laotiano e madre est-europea, Souvannarath si è trasformata in un'adepta neonazista.

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Alcuni dei disegni di Souvannarath.

“È tutto nato un po' per caso, su un sito di arte dove ho trovato questo disegno e ho pensato, wow, è un disegno davvero fico. Così ho deciso di mettere like e commentare, e ho iniziato a parlare un po' con l'artista," ha detto Souvannarath nell'intervista per il podcast. "E poi ho scoperto che lui era un nazionalsocialista convinto."

All'età di 16 anni, Souvannarath inizia a seguire questo artista esponendosi sempre di più agli ideali neonazisti e all'iconografia a essi collegata. L'arte è il punto di connessione tra lei e la comunità, tramite la quale si ritrova nel bel mezzo di gruppi in cui si celebra l'odio e la violenza.

Da qui, Souvannarath continua a esplorare la community neonazista online fino ad approdare su uno dei forum più estremisti della community, Iron March. Qui, la ragazza avrebbe sviluppato una relazione online con il fondatore del sito, una figura di spicco nel panorama neonazista, Alexander Slavros—che nel podcast descrive come "una storia superficiale, che forse ho preso troppo sul serio." Infine, Souvannarath apre il suo blog personale, Cockswastica, dove parla delle sue nuove convinzioni.

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La homepage del blog Cockswastica.

Mentre si costruisce questa nuova identità, Souvannarath scrive racconti macabri, di cui uno intitolato "Se un teschio potesse arrossire." La storia parla di una sparatoria in una scuola, e così Souvannarath si mette a fare ricerca sulla Columbine. Per qualche motivo, quella vicenda la colpisce in modo particolare, e proprio come era successo con i neonazisti, anche su questo tema, online riesce a trovare delle persone che come lei sembravano trovare romantica e avvincente la strage, il gruppo si chiama, appunto, Columbiner.

"Quando ho iniziato a postare con l'hashtag Columbine, sono entrata in contatto con altre persone che postavano contenuti simili, e mi sono ritrovata con tantissimi amici che condividevano le mie stesse idee. Questa cosa ci ha unito, ma c'erano tante altre cose sulle quali eravamo d'accordo. È diventato molto importante per me." Come succede a molti di noi, ma in modo più estremo e deviato, Souvannarath è una persona completamente diversa online e offline. La sua famiglia, infatti, la descrive come una ragazza che "rispetta rigorosamente le regole."

"Era come se fosse un'altra persona. Penso che se questo crimine fosse stato pianificato al telefono, piuttosto che su Facebook Messenger, sarebbe stato tutto diverso. Penso che non sarebbe successo nulla."

Dopo aver trovato questa community, Souvannarath inizia a idolatrare Eric Harris e Dylan Klebold e ben presto crea dei meme per celebrarli. È così che incontra James Gamble, un ragazzo depresso di 19 anni, di Halifax, che sta facendo un percorso simile al suo nei gruppi neonazisti e tra i Columbiner. Il destino vuole che Gamble metta un like al post di Souvannarath e inizi a seguirla, e che i due inizino a scambiarsi messaggi online. Come racconta lei, la conversazione è iniziata come una chiacchierata tra amici, ma quando hanno iniziato a pensare all'incontro e all'omicidio di massa, Souvannarath ha iniziato a sentire "un forte sentimento di attrazione nei suoi confronti."

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Gamble.

"Abbiamo iniziato parlando di vestiti, e del fatto che ci piaceva indossare capi con messaggi intimidatori, che facevano paura alla gente. Ho chiesto a Gamble se avesse dei posti preferiti che frequentava spesso, in modo che potessimo andarci insieme e intimorire le persone," dice Souvannarath. "Lui ha proposto di compiere l'attacco mentre indossavamo quei vestiti, e a me è sembrata una buona idea."

Nel corso delle sette settimane successive, i due sono rimasti in contatto, scrivendosi ogni giorno, a volte per molte ore di seguito tramite Facebook Messenger—ovvero dove si svolgeva la maggior parte della loro esistenza. Oltre alle cose classiche che fanno tutte le coppie a distanza, come il sexting e lo scambio di foto, i due hanno pianificato la strage. Come dice Bonaparte, che ha letto le loro conversazioni Facebook, il tutto si è svolto "molto rapidamente da, 'mi piaci, sei carino' a 'sì, prendo un aereo, usiamo le armi dei tuoi, spariamo sulla folla al centro commerciale e poi ci uccidiamo a vicenda come Eric e Dylan della Columbine.'" È come se fossero già preparati a questo momento.

Con il passare del tempo, sembra quasi che Souvannarath si dissoci dalla realtà e inizi a credere di essere posseduta, insieme a Gamble, dagli spiriti di Eric Harris e Dylan Klebold.

"Credevo che la mente di Eric Harris si fosse impossessata in qualche modo del mio corpo, e che con il passare del tempo, più l'organizzazione avanzava, più lui prendeva il controllo," dice Souvannarath.

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I due avevano deciso dove si sarebbe consumato il crimine. Inizialmente avevano pensato a una biblioteca, ma sarebbe stato troppo simile alla Columbine; magari una scuola elementare, ma avrebbe potuto essere recepito come un messaggio sbagliato; un ospedale, Souvannarath dice che sarebbe stato divertente, ma un po' inutile a conti fatti. Infine, entrambi concordano che il centro commerciale è il posto "più divertente" e "che sarebbe stata anche una protesta contro il capitalismo, il consumismo e l'avidità." Peraltro, il centro commerciale avrebbe permesso loro di trovare le "vittime ideali"—per James "una donna cristiana di mezza età," e per Lindsay, ossessionata dall'eugenetica, "chiunque presenti particolari segni di disfunzioni genetiche.”

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La descrizione dello svolgimento dei fatti riportata nei fascicoli del caso Souvannarath riporta che "Il 14 febbraio 2015, i due avrebbero dovuto raggiungere l'area food dell'Halifax Shopping Centre per gettare delle Molotov. Poi, Gamble e Souvannarath avrebbero dovuto sparare indistintamente contro chiunque gli capitasse a tiro, con un fucile da caccia di calibro .308 e un fucile a pompa gauge 16 rispettivamente. Gamble avrebbe poi dovuto uccidere i feriti con un coltello da caccia. La loro intenzione era quella di fare più vittime possibili con le munizioni a loro disposizione."

La sparatoria, poi, si sarebbe conclusa con l'uccisione reciproca di Gamble e Souvannarath, che si sarebbero sparati a vicenda dopo aver contato fino a tre—il loro ultimo omaggio alla Columbine. Le armi utilizzate sarebbero state quelle di proprietà dei genitori di Gamble, che lui avrebbe ucciso prima dell'arrivo di Souvannarath. Una volta ad Halifax, lei sarebbe stata a casa di Gamble, dove i due avrebbero perso la verginità insieme il giorno prima di mettere in atto il loro piano tremendo. Il migliore amico di Gamble, Randall Shepherd, li avrebbe aiutati nell'attuazione—e oggi sta scontando 10 anni per il suo ruolo nel piano. La loro speranza e il loro obiettivo era quello di ispirare altre persone a compiere massacri simili e di essere ricordati proprio come gli autori della strage di Columbine.

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Agli occhi dei due innamorati, l'estetica del gesto sembrava essere ancora più importante dell'esito del massacro in sé: per questo avevano scelto con cura i vestiti da indossare, il luogo e il messaggio dietro la loro azione, per rendere omaggio a Harris e Klebold ma anche per costruirsi una propria identità.

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La maglietta e i jeans che Souvannarath avrebbe indossato.

A questo punto, dovevano scegliere il giorno. All'inizio doveva essere il primo febbraio 2015, ma poi Souvannarath non aveva fatto in tempo a comprare il biglietto aereo prima che i prezzi schizzassero alle stelle. Visto il ritardo, Gamble suggerì di farlo il giorno di San Valentino, aggiungendo un significato ulteriore al massacro. Souvannarath accettò e acquistò il suo biglietto.

A pochi giorni dal massacro, i due hanno iniziato a diffondere indizi online sul loro piano, tra cui una foto di loro due—uno con una maschera di Scream, l'altro con una bandana da teschio sul volto, con la scritta "San Valentino verrà distrutto." Souvannarath aveva anche iniziato a scrivere una lettera, intitolata Der Untergang, che si sarebbe autopubblicata il giorno successivo alla strage. Iniziava così "forse avrete già letto la notizia della strage di massa ad Halifax."

Souvannarath e Gamble non si incontreranno mai di persona.

Non sono riusciti a mantenere segreto il loro piano, anzi l'hanno raccontato, vantandosene, a un sacco di persone, fino a quando non è arrivata una soffiata alle forze dell'ordine. Souvannarath è riuscita a scappare da casa per prendere quell'aereo per il Canada, ma di certo non si aspettava di essere fermata dagli ufficiali alla frontiera perché non aveva un volo di ritorno, non aveva con sé un bagaglio e non sapeva assolutamente cosa rispondere alle domande.

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"Hanno cercato tra le mie cose, e non gli è piaciuto quello che avevo con me. Non hanno apprezzato i libri, e il mio capello con una svastica," dice Souvannarath. "Poi è arrivata la polizia e mi hanno arrestato per aver minacciato i presenti."

A questo punto, Gamble è già morto. Mentre Souvannarath è in volo, infatti, la polizia si reca a casa sua per verificare la soffiata. Circondato l'edificio, gli ufficiali chiamano Gamble con un altoparlante, ordinandogli di uscire. In risposta, un colpo di pistola rimbomba nell'aria. Quando gli ufficiali entrano in casa, trovano il cadavere di Gamble, che si era tolto la vita poco prima. Non aveva, però, ucciso i suoi genitori, cosa che avrebbe dovuto fare quella sera, secondo i piani.

Souvannarath viene a conoscenza della morte di Gamble durante un interrogatorio con la polizia—"Non lo so, chiedetelo a James," aveva detto agli ufficiali, e uno di loro avevano risposto "si è sparato un colpo in testa."

In sede di processo, Souvannarath si è dichiarata colpevole alle accuse di cospirazione ai fini di omicidio, incendio doloso, possesso illegale di armi per scopi pericolosi e minacce sui social media. È stata condannata all'ergastolo senza condizionale. Ora sta impugnando la sentenza in appello.

Nonostante tutto ciò sia successo solo quattro anni fa, il loro piano di uccidere quante più persone possibili è stato uno dei primi ad attirare l'attenzione sulla capacità di internet di radicalizzare, alimentare le sottoculture estreme e sul mondo oscuro delle comunità online di estrema destra.

"Hai mai sentito quel detto sulla coppia, che dice che una persona è benzina, e l'altra il fiammifero? È successo esattamente questo, con la differenza che Lindsay non era benzina, era un intero capannone in legno pieno di ceppi intrisi di benzina, e James Gamble non era un fiammifero, era un inferno in fiamme," ha detto Bonaparte.

L'episodio di Nighttime podcast con l'intervista di Bonaparte a Souvannarath è disponibile qui.

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