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Cibo

La verità è che le patatine devono sapere solo di sale, e nient'altro

Perché non possiamo accontentarci di quello che abbiamo, soprattutto quando quello che abbiamo è già così buono?
ode alle patatine fritte classiche
Getty Images/Victor Cardoner

Le patatine non sono un pasto, e per questo non dovrebbero avere il sapore di un intero pasto.

La patatina classica è in pericolo, ed è tutta colpa vostra. Colpa di tutti voi che avete comprato le patatine al cocktail di gamberi, quelle al tacchino ripieno e ai funghi. Di voi che avete chiesto le patatine artigianali, quelle cotte al forno, al sale rosa dell'Himalaya e quelle con forme strane. Voi che avete chiesto le patatine al cavolo nero. Patatine al cavolo nero? Non so se ci rendiamo conto.

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Avete rovinato la perfezione, e ora l'unica cosa da fare è tornare al punto di partenza.

La patatina tipo chips classica, si dice, nacque in tutto il suo splendore nelle sacre stanze del Moon’s Lake House a Saratoga Springs, poco fuori New York, nell'estate del 1853 quando uno chef scorbutico di nome George Crum decise di tagliare finemente e friggere delle patate a seguito di una lamentela di un cliente sulle sue patatine fritte. Dopo aver divorato rapidamente le sfoglie di patate fritte, e con grande sorpresa dello chef, l'avventore si congratulò caldamente per il grande successo. E così, nacque la patatina che noi tutti oggi conosciamo. O almeno, così narra la leggenda.

Ovviamente, non è andata proprio così. Ci sono prove che testimoniano dell'esistenza di una cuoca dimenticata (ma va!) a Saratoga, ricordata come "Eliza, la cuoca," che avrebbe sperimentato questa tecnica di frittura delle patate già nel 1849. C'è una ricetta del 1817, tratta dal libro A Cook’s Oracle che suggerisce di "sbucciare delle patate grandi, farle a fettine sottili e tonde, oppure tagliarle in trucioli come si farebbe con la scorza del limone; asciugarle in un panno asciutto, e friggerle nel lardo o nel grasso."

Le prime patatine con un gusto speciale— Formaggio & Cipolla e Sale & Aceto — sono nate in Irlanda negli anni Cinquanta.

Ma a prescindere da come siano arrivate sulle nostre tavole, già all'inizio del 20esimo secolo le patatine venivano prodotte a livello industriale in America e nel Regno Unito. Nel 2018, il cittadino medio americano consumava circa 2,7 kg di patatine all'anno. Non che ci sia nulla di male! Anzi, fatemelo dire: non credo che ci sia nulla di male a mangiare quasi 3 kg di patatine all'anno (a prescindere da quello che dice il New York Times sul consumo di patatine raccomandato). Il mio punto qui non è la diffusione eccessiva delle patatine, quanto la loro perversione.

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Nel tentativo di modificare un prodotto nato dalla mente di un genio, abbiamo oscurato lo scopo principale della patatina classica: ovvero quello di essere il modo più trasparente per introdurre grassi e sali non modificati nella nostra bocca

Le prime patatine con un gusto speciale— Formaggio & Cipolla e Sale & Aceto — sono nate in Irlanda negli anni Cinquanta. Qualche anno dopo, nel 1954, Lay ha iniziato a vendere patatine al gusto barbecue. Ora, in tutto il mondo, i gusti sono tra i più assurdi, dal cetriolo sottaceto all'aroma di aneto, alle capesante al burro o quelle alla zuppa di barbabietole. Dopodiché sono arrivate le Kettle Chips, che hanno un processo di cottura meno industriale e sono state spacciate come più "autentiche." Poi è stata la volta di quelle cotte al forno e "più salutari," diffuse negli anni Novanta.

Dare sapori nuovi alle patatine è un mix affascinante tra stregoneria e scienza: quello che i produttori vogliono catturare nella patatina non è il gusto preciso di pollo e waffle, quanto il ricordo sensoriale di quell'esperienza, perché riproduca la sensazione di mangiare del pollo caldo con i waffle. È una sorta di esperimento di sinestesia, in cui si cerca di riprodurre tutta la ricchezza di un piatto, la sua complessità e i mille sapori, in una polverina magica.

Ma come fanno? Secondo Lay, uno "chef" prepara il piatto alla perfezione, e poi lo consegna agli scienziati alimentari perché loro lo trasformino in un mix di spezie e additivi, tra cui glucosio, melassa e vari lieviti.

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Credo che qualcuno dovrebbe parlare della magia di questo processo, ma non voglio essere io a farlo. Perché nel tentativo di modificare un prodotto nato dalla mente di un genio, abbiamo oscurato lo scopo principale della patatina classica: ovvero quello di essere il modo più piatto, blando e trasparente per introdurre grassi e sali non modificati nella nostra bocca. Due elementi essenziali, senza veli. Due componenti principali di qualsiasi buon pasto nella loro forma più pura.

Le patatine non sono un pasto, e per questo non dovrebbero avere il sapore di un intero pasto. Non dovrebbero sapere di barbecue, o di pad thai. Non dovrebbero sapere proprio di niente. Dovrebbero solo darti quella sensazione di qualcosa di salato, che risveglia le papille gustative e ti lascia quella patina di sale e unto sulle dita. Le patatine servono per preparare il palato, sono un'anteprima. Sono l'aperitivo perfetto. E nel loro momento più alto, sono servite in tutta la loro semplicità, accanto al tuo drink preferito: nel mio caso, un bicchiere di rosé, e delle deliziose patatine che sanno solo di olio e di sale.

Perché abbiamo deciso di abbellire così tanto una cosa che era già perfetta? Cos'è tutta questa voglia di aggiungere fronzoli? Perché non possiamo accontentarci di quello che abbiamo, soprattutto quando quello che abbiamo è già così buono? E questo vale per tanti cibi, così come per le patatine da 0,99 centesimi al supermercato. C'è una birreria artigianale in Svezia che vende le "patatine più esclusive al mondo", al gusto di funghi matsutake e alghe al tartufo, a circa 50 euro. Nella confezione ci sono solo cinque patatine, e stando alle immagini del comunicato stampa, vanno mangiate con delle pinzette. Questa, a quanto pare, è la patatina del futuro e io non posso sopportare questo strazio. E dovreste odiarlo anche voi.

Qualche sera fa, mentre facevo ricerca, sono andata da Rebel Rebel, un nuovo wine bar a Somerville, Massachusetts. Il bar è piccolino, con un piccolo dehors grazioso all'esterno, dove le persone sedute condividono le coperte mentre sorseggiano vino e drink. Ho incontrato un'amica e ho ordinato un bicchiere di Lamoresca. Poi si è fatto tardi, e a me è venuta fame; l'avrei trattenuta. Ma poi sul bancone è comparsa una ciotola con delle splendide patatine, a nessun gusto, solo patatine classiche. È stato un momento di puro piacere, quel sapore di sale che fa cantare il vino. In quel momento, non ho assolutamente sentito la mancanza di tutte quelle patatine ai gusti strani, perché quella classica è la migliore. È perfetta così com'è.

Questo articolo è comparso originariamente su Munchies US.

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