Salute

I millennial si ammaleranno di più e vivranno di meno delle generazioni precedenti

Un nuovo studio dice che i millennial saranno più malati, più poveri e moriranno più giovani dei loro predecessori, la generazione X.
Hannah Smothers
Brooklyn, US
donna che si rilassa tra le piante
Leo Patrizi via Getty

Qualche giorno fa è stato pubblicato uno studio di 32 pagine che descrive in dettaglio le miriadi di modi in cui i millennial americani (ehi, proprio la mia generazione!) vedranno un declino significativo nella qualità della loro salute e un aumento dei costi relativi [soprattutto per chi vive negli Stati Uniti, dove la sanità è notoriamente un problema], entro i prossimi 10 anni. L’intero testo è una delizia da leggere, e la combo perfetta con la mia abitudine mattutina di contemplare una tazza di caffè nero insieme alle miserie della vita.

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Nell’introduzione del documento gli studiosi scrivono che, esaminando “i modelli di salute dei millennial,” hanno scoperto “diversi elementi interessanti e preoccupanti.” Ora, perdonatemi, ma ve la racconto nuda e cruda: combinando una serie di dati provenienti da diverse istituzioni ed enti di Sanità, e studi sulla salute precedenti, il report predice che i millennial saranno più malati, più poveri e moriranno più giovani dei loro predecessori, la generazione X. In altre parole, i miei amici millennial si predicono il futuro da soli da anni, senza tutti questi dati sofisticati, scherzando sul fatto che i nostri genitori ci seppelliranno tutti. Be’… che soddisfazione avere ragione!

Il report fa riferimento a due futuri potenziali: “una proiezione di base,” o ciò che ci possiamo aspettare se in qualche modo riusciamo a correggere il tiro in fretta e radicalmente; e una “proiezione avversa,” di gran lunga più spaventosa, che racconta cosa succederà se continuiamo a marciare sull’attuale sentiero di sfiga e distruzione. Stando alla proiezione avversa, i millennial rischiano un aumento della mortalità del 40 percento confronto ai Gen-X alla stessa età. Noi (e con “noi” intendo i miei amici malati e me stessa) guadagneremo anche molti meno soldi all’anno dovendo pagare di più per le spese mediche. Tutto assolutamente fighissimo.

Nel quadro economico generale, sembra che i millennial siano meno in grado di “contribuire” al “mercato del lavoro.” Poiché ci si aspetta che saremo più malati, ci si aspetta anche che saremo meno bravi a fare il nostro lavoro—questo perché, a quanto pare, le persone malate sono meno “produttive.”

Le parti più succose riguardano le cause potenziali di quello che questi analisti hanno definito come lo “shock di salute” dei millennial, o un fenomeno paragonabile alla guerra del Vietnam o la crisi dell’HIV/AIDS. Secondo gli studiosi, la differenza generazionale più importante può essere circoscritta a problemi di “salute comportamentale,” o cose come depressione, iperattività (ovvero ansia, ADD e ADHD) e abuso di sostanze (queste ultime sarebbero anche la fonte di spesa fuori dal necessario più alta, stando a un altro studio recente). Tra il 2014 e il 2017, i tassi di depressione e iperattività sono aumentati del 30 percento tra i millennial. Rispetto ai Gen-X, i millennial tra i 30 e i 39 anni hanno meno probabilità di morire per motivi vecchi e banali come infarto e cancro, ma hanno molta più probabilità di morire di overdose accidentale, suicidio e omicidio.

Per cui, fisicamente parlando, siamo in realtà più in salute dei nostri predecessori; ma statisticamente non importa. Mentre trangugiamo i nostri beveroni di Soylent, ci spacchiamo sui circuiti di crossfit, facciamo 10.000 passi al giorno, e rifuggiamo lo zucchero come veleno, siamo comunque depressi da morire; teniamo a bada i nostri guai con sostanze che potrebbero ucciderci (e lo faranno); siamo costantemente in preda a un'ansia paralizzante. Per concludere, gli studiosi scrivono che pagare per questi problemi di salute ci stressa ancora di più, il che non fa che alimentare i suddetti problemi di salute.

In quanto donna millennial che va a correre quasi tutte le mattine, che evita di bere diversi giorni alla settimana, che mangia pasti ben bilanciati seduta gobba sulla sua scrivania, e che—al momento—ha soltanto una mail non letta (me la sono mandata da sola e ha come oggetto “terapisti”) nella sua casella di posta…Non lamento nessuno dei problemi di cui parlano in questo report, personalmente. Sto alla grande. Ma tanti auguri di buona fortuna al resto di voi sfigati, ci vediamo all’inferno!