FYI.

This story is over 5 years old.

Tecnologia

Questo studio dimostra che i ‘pirati’ comprano più roba legale di tutti

L’ultimo studio dell’organizzazione anti-pirateria MUSO dimostra per l’ennesima volta che chi scarica roba pirata NON vuole solo avere roba gratis.
Shutterstock

Nel corso degli anni, gli utenti che si adoperano per ottenere gratuitamente contenuti coperti dal diritto d'autore grazie a servizi come BitTorrent sono stati tradizionalmente classificati dall'industria dell'intrattenimento come malvagi pirati tirchi, benché numerosi studi abbiano dimostrato ripetutamente che questi utenti tendono, alla fine, a essere i più grandi acquirenti di contenuti legali.

Una nuova ricerca inglese smonta ancora una volta l'idea secondo cui chi scarica contenuti pirata non vuole fare altro che avere roba gratis.

Pubblicità

Secondo un sondaggio dietro paywall fatto su un campione di 1.000 cittadini inglesi da parte dell'organizzazione anti-pirateria MUSO e recuperato per la prima volta da Torrent Freak, il 60 percento degli intervistati hanno ammesso che nel passato hanno usufruito di uno streaming illegale o hanno scaricato musica, film o serie TV.

Lo studio, però, mostra anche che l'83 percento degli intervistati hanno provato a recuperare il contenuto che stavano cercando attraverso i canali tradizionali prima di provare qualsiasi altra cosa. Lo studio ha rilevato che l'86 percento degli intervistati è iscritto a un servizio di streaming come Netflix, e la stessa percentuale è schizzata al 91 percento tra chi ha ammesso di aver piratato dei contenuti.

Il sondaggio ha rilevato che il motivo principale per cui gli utenti piratano riguarda il fatto che il contenuto che stavano cercando non era legalmente disponibile (34 percento), era troppo complicato da ottenere (34 percento), o non era abbastanza economico (35 percento).

”L'industria dell'intrattenimento tende a inquadrare gli utenti che si preoccupano della propria privacy come elementi criminali, e li descrive come fattori che contribuiscono alla perdita di denaro — ma sbagliano, a farlo,” ha spiegato, parlando dei dati, l'executive di MUSO Paul Briley.

”La realtà è che la maggior parte delle persone che fanno di tutto per trovare e accedere a questi contenuti senza licenza sono, in primo luogo, i fan — fan che cercano di ottenere questi contenuti legalmente, ogni volta che questo è possibile,” ha aggiunto Briley.

Pubblicità

Vuoi restare sempre aggiornato sulle cose più belle pubblicate da MOTHERBOARD e gli altri canali? Iscriviti alla nostra newsletter settimanale.

Lo studio conferma i risultati di numerosi altri report simili pubblicati nel corso degli ultimi dieci anni.

Ad esempio, uno studio condotto nel 2012 dall'autorità di regolamentazione britannica Ofcom ha rilevato che i pirati tendono ad acquistare molti più contenuti diffusi legalmente rispetto alle loro controparti piratate. La stessa conclusione è stata tratta in uno studio condotto nel 2011 dall'agenzia anti-pirateria del governo francese HADOPI che ha osservato come, tendenzialmente, chi viola le leggi del copyright è anche tra i maggiori clienti dell'industria dell'intrattenimento.

Analogamente, uno studio condotto l'anno scorso da Launchleap ha rilevato come se da un lato più della metà dei millennial accede a contenuti in streaming in modo illegale, chi fa la parte del leone tra i pirati accede a tali contenuti tramite servizi legali, se questi sono disponibili.

Aziende come Jupiter Research hanno già rilevato nel 2002 come il file sharing di musica abbia spinto i suoi utenti a spendere di più per acquistare legittimamente file musicali rispetto a prima che si dedicassero a questa pratica. Studi simili condotti nel 2005 e nuovamente nel 2009 hanno confermato lo stesso meccanismo per quanto riguarda i contenuti cinematografici e televisivi. E gli esempi non finiscono qui.

L'idea che i pirati siano i maggiori clienti dell'industria dell'intrattenimento tende ad essere ignorata da una serie di aziende che ne fanno parte che si rifiutano di adattare i loro modelli di business per l'era del broadband. E nonostante le affermazioni di routine secondo cui la pirateria abbatterebbe le entrate del settore musicale, l'industria musicale si è dimostrata più redditizia che mai.

Questi studi continuano a evidenziare una lezione importante che molti nel settore dello spettacolo si rifiutano di imparare: è meglio trattare i pirati non come criminali che vogliono ottenere tutto gratuitamente — ma come potenziali clienti che semplicemente non sono soddisfatti dalle opzioni attualmente a loro disposizione.

Questo articolo è apparso originariamente su Motherboard US.

Segui Motherboard su Facebook e Twitter.