Inverno, primavera, estate e autunno e poi ancora inverno: per tre anni la fotografa romana Benedetta Ristori ha percorso in macchina stati ex sovietici ed ex stati satellite per immortalare quello che resta del modello politico, sociale e culturale che fino a qualche decennio fa spaccava l'Europa a metà.Il progetto si chiama East, e Benedetta ha cominciato a lavorarci nel 2015. "Volevo raccontare come sono questi paesi ora, rivolgendo lo sguardo al passato e considerando la loro estetica e situazione attuale," racconta Benedetta. "Il punto iniziale è stata una grande passione per le architetture sovietiche. Tutto nasce dalla ricerca e l’approfondimento di queste strutture 'brutaliste': i monumenti dell’ex Jugoslavia, per esempio, quelli giganteschi eretti da Tito che vanno contro ogni tipo di estetica e ogni idea di memoriale che abbiamo noi."
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Le strutture più direttamente rappresentative di questo passato sono quelli che in ex Jugoslavia prendono il nome di spomenik: monumenti memoriali immersi nella natura e afferenti alla sfera dell'astratto, della reinterpretazione di forme organiche come fiori o cristalli. Questi dovevano ricordare battaglie e morti nei campi di concentramento, per dimostrare la forza dello Stato.
"Alcuni paesi in cui c’è un ricordo un po’ più nostalgico del passato, come per esempio la Bulgaria o la Serbia, hanno mantenuto sia i monumenti che un legame con l’estetica," continua Benedetta. "Mentre in altri posti, per esempio in Ungheria, hanno voluto escludere dalla loro storia quel periodo. Ma la situazione più estrema è quella della Transnistria, dove c'è una statua di Lenin alta quattro metri, mantengono la falce e il martello come bandiera e vorrebbero essere inclusi nella Russia—che però per mille ragioni non può farlo."
"Ho voluto rappresentare varie stagioni, e il libro sarà in senso circolare, a chiudersi sull’inverno. Per i miei viaggi partivo quando la neve era proprio forte, o al contrario in pieno agosto," spiega Benedetta. "Non ho voluto inserire tanto la città perché è più comune e meno poetico. Quindi da un lato sì, il fatto che le foto ritraggano una realtà poco moderna e 'sospesa' dipende da scelte mie—anche perché alcuni Paesi stanno vivendo un forte recupero. D'altra parte è vero che anche in questo senso tutto quello che si vede nelle foto è anch'esso il lascito del passato."
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