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Foto per gentile concessione di Rosita Mastota

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Cibo

Perché è così strana la storia di questa ragazza che coltiva mele in Calabria

Rosita Mastrota ha 27 anni e coltiva mele nel Parco Nazionale del Pollino. E appena l'ho conosciuta ho esclamato "Mele? In Calabria?"
Roberta Abate
Milan, IT

Ci sono cose che non capirò mai nella vita: perché il Bagaglino faceva ridere? Perché gli aperitivi a Milano finiscono sempre alle 11 di sera? E perché una ragazza di 27 anni decide di dedicarsi a un'attività faticosa, e difficile, in una zona remota del Sud Italia?

La mia non è una domanda retorica: io davvero mi chiedo cosa porti persone così giovani lontano dall'apparente "glamour" delle grandi città, facendogli venire voglia di far nascere una piccola azienda agricola di mele. Rosita è una di quelle ragazze che quindi non capirò mai davvero; ma per questo la sua storia mi è sembrata interessante, soprattutto quando mi dice: "Ho sempre avuto attaccamento anche morboso alla mia terra." Frase anacronistica, molto sentimentale; io, ad esempio, non l'avrei mai detta nonostante i miei natali calabresi.

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Le mele hanno una loro stagionalità come gli altri frutti, quindi se d'estate ne mangi una sappi che quella mela è stata raccolta anche 9 mesi prima, e sicuramente ha fatto mesi e mesi di cella.

Incontro Rosita Mastrota quando giriamo il video sul pane di Cerchiara; il video è incentrato sui forni di questo incantevole paesino del Pollino, gestiti tutti da donne. Rosita è stata la persona che mi ha facilitato gli appuntamenti con le donne dei forni, e che mi ha aiutato anche a comprendere il contesto del paese. Mentre prendiamo un caffè alle 7 del mattino, prima delle riprese, inizia a raccontarmi della sua azienda agricola a San Lorenzo Bellizzi - Azienda Radica - dove coltiva mele.

"Mele in Calabria?" chiedo io. "Sì, in realtà qui ci sono altezza e clima ideale" mi risponde.

Pensare al territorio del Pollino è difficile per chi non è nato in questa regione: alle coste pazzesche si accompagnano altrettanti orizzonti collinari e montani, che fanno concorrenza a molte altri regioni d'Italia. Ora, la Calabria non è il Trentino, lo sappiamo, ma qui le mele possono crescere così come altri prodotti agricoli, e Rosita ci ha voluto provare.

Rosita studia a Bari, le mancano pochissimi esami alla laurea, ma ha congelato gli studi per dedicarsi all'azienda e inserirsi nel mercato, cosa che è riuscita a fare dopo pochi anni.

"Abbiamo creato tutto dal nulla, con dei terreni incolti di famiglia. L’azienda è piccola, a conduzione familiare: siamo io mio padre e mio fratello Danilo. Eravamo tutti molto ignoranti in materia, ma abbiamo imparato sul campo".

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Foto per gentile concessione di Rosita Mastrota

Il nostro è un territorio bellissimo, ma molto isolato, anche per gli spostamenti essendo a 1200 metri dal livello del mare. Pensare a una ragazza in montagna da sola per alcuni è ancora strano.

L'azienda si trova a 12 km da Cerchiara, e si sviluppa in due comuni diversi, uno dei quali sempre nel Pollino, ma dalla parte della Basilicata. Chiedo a Rosita di descrivermi la sua giornata tipo: "Ogni mattina mi sveglio alle 6, durante l'autunno essendoci la brina non posso raccogliere prima delle 9. Poi carico la macchina con le cassette faccio 30 km di strade sterrate per andare da una parte, e 20 km per andare in un’altra; raccolgo le mele, ricarico la macchina, la scarico e poi consegno nei negozi. Doccia, e se non sono troppo stanca, esco la sera normalmente".

Rosita aggiunge "È questa la stagione per raccogliere le mele, quindi è la fase più intensa. Si inizia a settembre e si finisce a novembre massimo. In molti pensano che si raccolgano tutto l'anno, perché sono abituati ad averle e disposizione sempre, ma le mele hanno una loro stagionalità come gli altri frutti, quindi se d'estate ne mangi una sappi che quella mela è stata raccolta anche 9 mesi prima, e sicuramente ha fatto mesi e mesi di cella. Noi, per dire, le conserviamo solo un mese; dati i quantitativi e la richiesta, fortunatamente vendiamo tutto subito".

Le chiedo proprio perché buttarsi sulle mele: "Tutto è iniziato con un progetto sperimentale con le prime 100 piante, ci siamo appassionati e siamo arrivati 1300 piante. Non so perché, ma si è sempre pensato all’allevamento da queste parti, visto il territorio impervio. Ma l’aria buona c’è, il clima è fantastico e l'acqua pure. Qualcosa c'è già in Sila e nell'Aspromonte, ho voluto sperimentare anche qui". Nel Parco Nazionale del Pollino, infatti, si allevano fra gli altri, mucche Podoliche e suini neri.

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Rosita coltiva varietà commerciali come le Golden, ma sta facendo anche un bellissimo lavoro cercando di recuperare varietà antiche del Pollino: "Ci sto provando: adesso ho piantato un centinaio di meli selvatici. Ho innestato diverse varietà, come alcune mele della Basilicata e della Calabria; purtroppo non conosco i nomi, si sono perse le tracce negli anni, in genere si danno i nomi delle zone del proprietario del terreno, ma posso dirti che sono frutti molto succosi, sono mele rosse, schiacciate, e i bambini da queste parti la chiamano "mela frizzante"".

Oltre le mele ovviamente vengono prodotti 10 tipi di confetture, succhi e, da poco per incrementare la produzione, anche frutti di bosco, lamponi, ribes bianchi e neri.

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La difficoltà di coltivare mele in Calabria si è trasformata ovviamente anche in una storia che piace ai consumatori e distributori: "La prima domanda che mi fanno è quella che mi ha fatto tu; 'mele in Calabria?'; però non pensavo mai di arrivare a questo punto, e a vendere le mie mele a Genova o a Padova. "

E la seconda domanda?: "'Ah sei una donna e fai questo lavoro così faticoso?' Il nostro è un territorio bellissimo, ma molto isolato, anche per gli spostamenti essendo a 1200 metri dal livello del mare, pensare a una ragazza in montagna da sola per alcuni è ancora strano. Ovviamente nei paesi dove lavoro e vivo non ho mai avuto problemi. Le persone anziane, però, quando faccio tante sagre e fiere vedendomi da sola mentre scarico le cassette di mele, ogni tanto restano incredule. Quando vado invece a vendere il prodotto da qualche grossista può capitare di essere presa poco sul serio. Ovviamente non mi è mai interessato perché so quello che faccio."

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Per il momento Rosita non ha la certificazione biologica, cosa che non cambierebbe certo le sue mele, ma soltanto il prezzo di rivendita. Ha cominciato, però, il percorso verso la certificazione, ma necessita ancora di 4 anni.

Le chiedo quali sono le differenze con una qualsiasi azienda del Trentino ad esempio: "A parte la grandezza dell'azienda? In realtà la grossa differenza è che lì sono molto più bravi a vendere e a fare associazionismo." Ma anche su questo la ragazza si è data da fare diventando proprio recentemente presidentessa dell'Associazione Giovani Imprenditori Agricoli in Calabria e vice presidentessa nazionale, così anche per confrontarsi con altre realtà simili alle sue.

Le chiedo infine perché è voluta tornare in un paesino così remoto: "Mi piace il mio territorio e il mio paese, non me ne voglio andare. Ma per sopravvivere devo imparare dagli altri. Quello che forse in passato è necessario farlo ora: bisogna andare, imparare e poi tornare. Io sono positiva: il turismo sta aiutando i piccoli produttori, la gente viene in Calabria assaggia, rimane colpita e acquista anche a distanza. Io, ad esempio, a parte vendere nei negozi di Cosenza o locali, spedisco in tutta Italia, basta contattarmi via mail o su Facebook".

Le storie come quella di Rosita si moltiplicano, in tutte e regioni; io ancora non capirò i motivi che spingono dei ragazzi così giovani a rimanere o ritornare in zone non sempre facili, dove c'è tutto da costruire, ma immagino che in molti non comprenderanno mai perché io viva a 1200 km dalla mia famiglia, in una città con un sacco di smog, rischiando di mangiare mele anche d'estate.

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