FYI.

This story is over 5 years old.

Vittima del bullismo

La maledizione di Fro Chen

Se Roma è una città eterna, è solo grazie ai finocchi: sui rituali e la mitologia dei froci della Capitale.

Costantino della Gherardesca, nostro collaboratore, è una vittima del bullismo. Questa è la sua rubrica, fatta di riflessioni sulla società e su se stessi. Alla ricerca di un mondo che fa venire meno ansia.

VITTIMA DEL BULLISMO #2 - LA MALEDIZIONE DI FRO CHEN

Se Roma è una città eterna, è solo grazie ai finocchi: dagli imperatori ai cardinali. Storicamente, gli arrivi delle tribù eterosessuali fra cui quella cristiana, quella barbara e poi quella savoiarda “italiana” hanno seminato solo disagio e povertà.

Pubblicità

Roma ha avuto un ruolo fondamentale nella storia della zoologia gay. L’avanguardia negli anni dal 1958 al 1962 era rappresentata dai primissimi steward della Pan Am che si facevano inculare dai gorilla. Sebbene i finocchi capitolini non avessero raggiunto tali vette di civilizzazione, avevano comunque sviluppato un notevole rituale chiamato “La Mary 28”.

L'imperatore del Satyricon

La Mary 28 era una cerimonia di naturalizzazione. Se eri un cucciolo di frocio che dalla provincia arrivava a Roma con dei vestiti rudimentali e la fame di cazzo negli occhi… i froci romani non ti rivolgevano la parola. Anche se eri romano, se è per questo. Nello specifico: non ti “chiamavano”.

Dopo un po’, nel caso fossi stato accettato, ti avrebbero chiamato “Maria”, di nome, mentre per il cognome avrebbero usato qualcosa che ti connotava.  Ad esempio: se tua madre faceva la fruttivendola potevi essere Maria Cicoria, se provenivi da Ladispoli venivi battezzata Maria Ladispoli. Di sicuro però quel “Maria”, quel “nome”, te lo dovevi guadagnare, e l’unico modo era superare la Mary 28. In cosa consisteva la Mary 28? Praticamente la nuova leva doveva “farsi”, cioè sbocchinare (o volendo anche prendere nel culo) ventotto cazzi in una notte.

Durante la prova della Mary 28 le Marie capobranco ti facevano seguire da una Maria seguace che doveva per forza stare in piedi accanto a te, a braccia incrociate, a controllare e contare le tue performance. Il giorno dopo, in un bar di Piazza Navona, finalmente avresti guadagnato il diritto di essere chiamata, per nome, Maria. Se poi, malauguratamente, proprio quel giorno avessi pestato una merda… allora avresti rischiato di essere battezzata Maria Merda fino alla fine dei tuoi giorni, magari una morte per AIDS negli anni Ottanta.

Pubblicità

Giò Stajano

La tradizione della Mary 28 non è una mia invenzione, esisteva veramente, e per quanto mi riguarda è motivo di “pride” gay. Contrariamente allo “shame” gay che provo per colpa dei finocchi danesi sposati che aggiungono “figli” e, ancora peggio, “passeggini” al décor delle loro case funzionaliste.

Tornando alla storia della froceria romana, una giovane Maria (giovane durante la presidenza Saragat) il cui nome credo fosse Maria Lucertola, è stata un po’ l’inconsapevole Abramo della comunità gay capitolina: infatti ha assistito all’apparizione di una divinità cinese di nome Fro Chen. Ma com’è che, esattamente, Maria Lucertola si è accorta dell’esistenza di Fro Chen?

Qui bisogna raccontare un fenomeno che succede spesso ai finocchi, e nei giorni nostri anche alle donne eterosessuali. Tu stai con un uomo, magari è l’uomo della tua vita, o perlomeno tu sei relativamente convinta di essere “innamorata”. Pensi “che meraviglia, forse ho finalmente trovato la mia anima gemella”. Poi un giorno guardi il tuo compagno, vedi magari che sta indossando delle scarpe di merda, e—come per incanto—decidi di non voler mai più rivedere quella persona, decidi che si deve immediatamente levare di culo, la trovi raccapricciante. Questo fenomeno, il totale e irreversibile disprezzo verso il partner scaturito da un piccolo dettaglio apparentemente superficiale e insignificante, è noto come la “Maledizione di Fro Chen”.

Pubblicità

Le ancelle scopatrici de Il racconto dell'ancella

È grazie al profeta Maria Lucertola che oggi conosciamo il dio Fro Chen e la sua terribile maledizione. Ma non è finita: la svolta EPOCALE, la rottura epistemologica, è stata l’individuazione delle “Ancelle di Fro Chen” da parte di un giovane discepolo delle vecchie Marie, Giuseppe Nocera. Oggi Giuseppe conduce una vita in mezzo a “gli altri”, lontano dalle sue terre, nell’ambiente dei media a Milano, dove l’ho conosciuto e, tramite la tradizione del racconto, ha condiviso con me questo patrimonio culturale romano.

Le Ancelle di Fro Chen sono persone che gufano la tua vita sessuale, spesso senza volerlo. Un volgare antropologo americano (infedele) le identificherebbe come “cockblocker con poteri soprannaturali”.

Bisogna, infatti, stare molto attenti durante un approccio con le ancelle; uno non può mandarle affanculo o ignorarle. Alle Ancelle va leccato il culo! Poiché se un’Ancella ti prende in antipatia, scende su di te la Maledizione di Fro Chen. E non scopi.

In mezzo ai vostri migliori amici o familiari, spesso tra le persone che più vi vogliono bene, si può celare un’Ancella. Agite di conseguenza.

Segui Costantino su Twitter: @CDGherardesca

Nella puntata precedente: Le candele Yankee della vita