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10 domande a...

10 domande che hai sempre voluto fare a una prostituta

"Serena" è una ragazza di 34 anni che da cinque si prostituisce in casa propria. Ecco quello che mi ha raccontato.
Niccolò Carradori
Florence, IT
domande che hai sempre voluto fare a una prostituta
La persona ritratta non è l'intervistata. Foto di Giorgio Viscardini.

In ogni città italiana, a tutte le ore del giorno, esercitano centinaia di prostitute. Questa forma di economia sommersa è visibile quasi esclusivamente la sera, nella strade in cui esercitano le donne che si vendono per strada, ma moltissime prostitute—la maggior parte—lo fa in casa propria, mettendo annunci online.

Spesso siamo abituati a pensare che le donne che fanno questo mestiere siano quasi solo straniere, ma in realtà moltissimi di questi annunci appartengono a giovani—o meno—donne italiane che hanno deciso di prostituirsi. Per avere un'idea più precisa ho quindi deciso di contattare "Serena", una ragazza di 34 anni che da cinque si prostituisce in casa propria. Mi ha raccontato di quando un cliente l'ha rapinata, e di quella volta in cui le è capitato di ricevere un conoscente. VICE: Perché hai iniziato a fare questo lavoro?
Serena: Ovviamente per denaro. Avevo appena compiuto 30 anni ed ero in una situazione disastrosa: da sei mesi non riuscivo a trovare un lavoro (avevo sempre lavorato come segretaria e contabile), e stavo finendo tutti i risparmi. La mia prospettiva era quella di mettere in vendita la casa, per cui mi ero svenata, e usare la somma per finire di pagare il mutuo, tornando nel frattempo a vivere con mia madre. Con cui, diciamocelo, probabilmente avrei dovuto vivere per sempre, vista la situazione. Mi servivano soldi, e urgentemente. E mi sembrava un modo veloce e facile di ottenerli.

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Così—dopo averci pensato relativamente poco, devo dire il vero—ho deciso di farlo. Mi sono detta che sarebbe stato solo per un periodo breve, e che una volta messo da parte abbastanza denaro mi sarei cercata un lavoro normale.

Com'è che ti sei mossa effettivamente per iniziare?
Prima di tutto mi sono un po' informata su come comportarmi: quanti soldi era accettabile chiedere, dove mettere annunci ecc ecc. Non volendo ospitare i clienti a casa mia, la prima cosa che ho pensato è che avrei dovuto affittare un piccolo monolocale in una città relativamente vicina. Così ne ho cercato uno piccolo, economico, e facilmente rintracciabile. Dopodiché mi sono comprata una nuova scheda sim da usare solo per lavoro.

Poi, ed è stato abbastanza imbarazzante, ho chiesto alla mia migliore amica di scattarmi delle foto nuda, e ho iniziato a mettere degli annunci online. Già dopo un paio d'ore dalla pubblicazione dei primi annunci alcuni clienti hanno iniziato a chiamare. Il primo pomeriggio ne ho fatti tre. Fin dall'inizio mi sono creata una serie di giustificazioni per non far sapere a nessuno della mia famiglia cosa faccio: credono che lavori in un un ufficio della città in cui ho il monolocale. La mattina mi alzo e raggiungo "l'ufficio" in macchina. La sera torno a casa.

Come è stata la prima volta?
Quando ho capito che il tizio stava realmente sotto casa mia e che dopo dieci minuti sarebbe salito, ho quasi avuto una crisi di nervi. Ho pensato: no non fa per me, non rispondo più al telefono. Poi invece è arrivato davvero, e non è stato così male. Non almeno quanto mi aspettavo: lui era un ragazzo normale, piuttosto pulito (e non è scontato, purtroppo) e gentile. Mi sono detta: fa finta che sia uno che hai conosciuto uscendo di sera. Alla fine non è stata molto peggio di tante pessime scopate che mi ero fatta in vita mia. Dopo una ventina di minuti lo stavo già salutando. E dopo un'altra mezz'ora avevo già un altro cliente.

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Quella sera quando ho finito mi sono sentita un po' in colpa, ma poi ho visto che avevo fatto 240 euro, e avevo realmente "lavorato" circa un'ora. Quando vedi quanto è facile guadagnare, le paranoie ti passano.

Quanti clienti fai in un giorno, e chi sono generalmente queste persone?
Diciamo una media di cinque, quando lavoro nella mia zona. Quando mi sposto in altre regioni per brevi periodi—lo faccio circa ogni due mesi, per attirare altri clienti—capita che ne faccia anche di più. Se sei "nuova" in città, arrivano telefonate a valanga.

Ho avuto clienti di tutti i tipi, quasi sempre italiani: dai ventenni, fino ai sessantenni. Uomini sposati, fidanzati, belli, brutti, grassi, magri, puzzolenti, profumati: tutti vanno a puttane [ride]. C'è quello che viene per provare, perché magari non l'ha mai fatto, e quello che viene almeno una volta a settimana.

Quali sono le peggiori esperienze che ti sono capitate?
Una volta sono stata rapinata. È il grande spauracchio se fai questo lavoro—insieme a quello di subire violenze—avendo sempre un po' di soldi in casa. Arrivò questo cliente, e dopo aver finito mi disse semplicemente che non se ne sarebbe andato se non gli avessi dato i soldi che avevo; non ha fatto niente di che, non ha tirato fuori armi o altro, si è solo avvicinato in modo minaccioso e io gli ho subito detto che gli avrei dato tutto. Volevo semplicemente che se ne andasse. Tre giorni di lavoro buttati. Da allora tengo sempre i soldi i due posti diversi: in un cassetto metto i soldi di un paio di clienti che ho appena fatto, e in una piccola cassetta di sicurezza tengo il resto. Così se mi ricapita gli dico semplicemente che ho solo quelli nel cassetto. E la sera porto tutto a casa mia.

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Poi mi sono comprata un po' di spray urticanti. Una volta stavo per usarlo davvero: c'era questo coglione che—dopo avergli espressamente detto che non faccio sesso orale senza preservativo—si era messo ad urlare e a diventare aggressivo. Alla fine gli ho reso i soldi e se n'è andato. Poi ci sono le cose spiacevoli di tutti i giorni: quelli che puzzano, quelli che vogliono fare robe strane e perverse—e io non ne faccio—quelli che dopo aver pattuito il prezzo tentano di darti di meno ecc ecc. I peggiori sono quelli che si infervorano, e cominciano a tempestarti di telefonate per chiederti di vedersi "fuori dal lavoro", ovvero gratis. Ti fanno perdere tempo e soldi, visto che magari poteva chiamare un cliente intenzionato a pagare.

Ti è mai capitato di avere un orgasmo mentre lavoravi? O che ti piacesse un cliente?
Orgasmi mai, non ci sono realmente mai nemmeno andata vicina. Che mi piacesse un cliente, invece, è capitato spesso. Vengono anche bei ragazzi. Con un paio ci sono addirittura uscita, ma la situazione ovviamente era pessima in partenza, ed è sempre andata male.

E di ricevere qualche cliente che conoscevi anche nella vita reale?
Mi è capitato anche questo, sì. Una volta è venuto un tizio che avevo incontrato in giro altre volte, amico di amici, e all'inizio è stato abbastanza imbarazzante, del tipo "ehi ma io ti conosco." Ma poi, dopo due chiacchiere per sdrammatizzare, tutto è andato come doveva andare.

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Come ti comporti con le malattie veneree? Non hai paura?
Paura sempre, ovviamente. Uso il preservativo anche per il sesso orale, e non faccio sesso anale. Poi non mi lascio leccare, o baciare. Faccio il test ogni tre mesi, e il mio medico di base sa quello che faccio: è così che mi tutelo.

E con la vita sentimentale come fai? Ti è capitato in questi anni di avere un fidanzato?
Mi è capitato di fidanzarmi soltanto una volta, per quasi un anno, ed è stata l'unica volta che ho deciso di smettere per un po'. Lui non ha mai saputo niente, e dopo i primi tempi e aver visto che la cosa era importante sono stata quattro mesi senza lavorare. Volevo smettere definitivamente, ma poi il rapporto si è logorato. In parte perché non mi sentivo a posto nei suoi confronti, e in parte perché la prospettiva di tornare a lavorare e smazzarmi per mille euro al mese non mi piaceva. Così l'ho lasciato, e sono tornata a lavorare.

Quando pensi di smettere?
Continuerò ancora per qualche anno, perché sto mettendo da parte i soldi necessari a non dover avere più problemi finanziari. Sono però anche una persona intelligente, e so benissimo che la situazione non è semplice: anche se guadagno cifre che non mi sarei mai potuta sognare nemmeno con una laurea, so che non riuscirò mai a mettere da parte abbastanza soldi per arrivare a non dover più lavorare, se dovessi smettere ad un'età relativamente non troppo avanzata.

Vorrei una famiglia, ma per farlo dovrei ovviamente tornare a lavorare, e dopo tutto questo tempo non so quante possibilità avrei di venir assunta da qualcuno. Non è facile quindi smettere, e a volte ho paura che sarò costretta a fare questo lavoro per ancora molto tempo.

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