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Musica

Il comune di Roma ha messo i sigilli all'INIT

Il 2016 si conferma annus horribilis per gli spazi culturali indipendenti in Italia.

Circa un'ora fa, la gestione del club INIT​ di Roma​ ha comunicato via Facebook​ che il comune ha "preso possesso" dei suoi spazi, il che significa che alle porte del locale sono stati applicati i sigilli. Il fatto non è proprio una sorpresa, visto che già a maggio la direzione del locale aveva ricevuto un ordine di sgombero​ da parte delle autorità, proprio in concomitanza alla scandalosa vicenda che aveva visto coinvolto un altro caposaldo della musica e cultura alternative a Roma, il circolo DalVerme. Il pretesto per questo partiva da un'accusa di abusivismo rivolta verso il gruppo di persone che, a proprie spese e in totale autonomia, aveva preso possesso di un rudere abbandonato e lo aveva trasformato in un centro di fondamentale importanza e vitalità per la vita artistica della città. Lo sfratto era stato poi scongiurato per una "tregua elettorale" e con la promessa da parte della gestione di effettuare lavori di ristrutturazione che mettessero lo spazio a norma di legge.

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Oggi, a quanto pare, scopriamo che i lavori effettuati (con dispendio di denaro e risorse) non avevano in realtà alcuna importanza per l'amministrazione, che senza preavviso ha applicato i sigilli alle porte dell'INIT. Non serve ribadire che in un paese in cui la cultura è stritolata da tagli, burocrazia kafkiana e conservatorismo bigotto, spazi indipendenti e costruiti dal basso come l'INIT e il DalVerme andrebbero incoraggiati, non repressi. Inoltre, in una città in cui la speculazione edilizia ha creato e crea ben altri problemi, attaccare uno spazio no-profit che non ha alcuna ambizione se non quella di diffondere cultura e arte è una misura che ci sembra francamente ridicola.

Di seguito riportiamo il post di denuncia comparso sul profilo Facebook di INIT, in attesa di nuovi sviluppi e, speriamo, di una marcia indietro da parte del comune della Capitale.

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