La guida di Motherboard alle morti più assurde

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La guida di Motherboard alle morti più assurde

Consapevoli di dover morire un giorno, queste persone hanno deciso di rendere il loro momento memorabile.

Ognuno di noi ha immaginato almeno una volta la propria morte, probabilmente sperando, a seconda della storia personale e del temperamento, una morte gentile, eroica, romantica o insolita. Personalmente, mi piacerebbe riuscire a mettere fine alla mia vita in un insieme di tutte queste possibilità, in una battaglia all'ultimo sangue con un nemico carismatico come il Jocker, sacrificandomi per salvare Gotham City, ma senza avere il tempo per provare sulla mia pelle l'agonia di una morte lenta e dolorosa. Per quanto riguarda la componente insolita, morire con un costume da Batman addosso forse sarebbe sufficiente di per sé; ma se pensiamo alle morti più assurde entrate a pieno diritto negli albi della storia umana, raggiungere il livello dei migliori, in realtà, richiede sforzi ben maggiori.

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Questi casi, almeno per la maggior parte, sembrano esistere con l'unico scopo di ricordarci che dal momento in cui il nostro destino è segnato, a prescindere da tutto, la fine è inesorabile. E il fato sa dimostrare davvero tanta inventiva alle volte, al punto da far passare le morti agghiaccianti di film come Final Destination gesta poco originali da parte del Triste Mietitore. Che il tuo cranio abbia un incontro fortuito — e fatale — con una tartaruga, un meteorite o un elicottero radiocomandato, o che ti trovi a ingerire troppa acqua, melone, brioche, o che perda a un trucco di magia, a un esperimento di chimica o a un atto di ordinario vandalismo, i modi per morire sono tanti quanti gli esseri umani sulla faccia del pianeta.

TENERE STRETTA LA PIPÌ

Tycho Brahe è stato un grande astronomo danese del 16 secolo, le cui scoperte e osservazioni hanno permesso alla scienza di compiere enormi progressi, tanto direttamente quanto indirettamente nel corso dei secoli successivi. Se il suo nome non è ricordato abbastanza dalla storia — fatta eccezione per gli appassionati di astronomia — vi basterà sapere che il suo assistente personale si chiamava Johannes Kepler, o che il suo nome è stato dato a un asteroide, a un cratere lunare e a uno marziano, per capire che quest'uomo stava allo studio delle traiettorie delle stelle come Killuminaty SMG sta ai videocast anti-Satanici: una persona di un certo peso nel suo ambiente.

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Sarebbe stato bello — in un certo senso — se Tycho fosse morto colpito in testa da un asteroide, o risucchiato da un buco nero in miniatura, cose che avrebbero contribuito a consolidare la sua leggenda come signore dell'astronomia. Sfortunatamente, la sua fine è stata molto meno sofisticata del suo lavoro: ha trattenuto la pipì per ore per non indispettire l'Imperatore — esistono due versioni del racconto: secondo una durante un pranzo, secondo l'altra mentre i due viaggiavano in carrozza — ed è morto pochi giorni dopo. Per lungo tempo si è sospettato di un avvelenamento da mercurio, ma le ultime indagini hanno screditato questa tesi.

Morale della favola: il caso di Tycho Brahe è triste e pietoso, ma tutti noi ci siamo trovati almeno una volta nella stessa spiacevole situazione, in preda a un disperato bisogno di pisciare, ma senza poterci liberare: mezzi pubblici, colloqui di lavoro, partite a videogiochi online. Prendete precauzioni: appena potete andare in bagno, fatelo. Anche se non vi scappa davvero, sforzatevi. Non lasciate mai che qualche millilitro di urina ristagni nella vostra vescica, rischiando di uccidervi e rovinando la vostra reputazione per i posteri. In qualsiasi situazione, ricordate le sagge parole di Ian Malcolm: Quando la devi fare, la devi fare.

Originalità: 7/10. Morire perché non si ha il coraggio di andare a pisciare, francamente è molto poco banale.

Spettacolarità: 1/10. Se fosse almeno imploso per essersi trattenuto troppo, e avesse annaffiato l'Imperatore di urina calda e budella… Ma no. Il pover uomo è morto dopo giorni di sofferenza e delirio sul suo letto di morte.

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Eleganza: 2/10. La ragione è talmente pietosa da oscurare il lavoro scientifico rivoluzionario di Tycho per cui non resta altro di lui che questa storia. Puoi raggiungere i massimi traguardi possibili nella tua vita, ma se il tuo destino è quello di vedere il tuo nome associato all'urina e pessimi giochi di parole sulle enciclopedie, non riuscirai mai a evitarlo.

FARE FINTA DI NIENTE

Ci sono esempi infiniti di situazioni imbarazzanti che possono facilmente essere paragonati: essere beccati a letto con una bambola gonfiabile da tua moglie, essere costretto a girare un video aziendale, o passare la vita nei panni di Laurent Gerra. Questi casi in genere comportano un senso di vergogna ad eternum. Il ridicolo non ha mai ucciso nessuno, si dice. Falso! Si può morire di vergogna — o almeno di una complicazione direttamente collegata a un sentimento di vergogna. La storia è torbida: Nigel è un uomo inglese di 55 anni con una fissazione per i vibratori. Purtroppo per lui, un giorno — a Natale per essere precisi, ma questo è un dettaglio inutile per la storia, solo una coincidenza ilare — si ritrova con un sextoy incastrato nell'ano. Non riesce a toglierlo. Imbarazzato dalla situazione, si arrischia a chiedere aiuto e manda il messaggio "AIUTO. SEXTOY INCASTRATO. AIUTO" ai suoi parenti. Dopo cinque giorni di feroci lotte sul divano, indebolito — specialmente perché diabetico —, ormai quasi del tutto incapace di muoversi, capisce finalmente che la scena, in origine potenzialmente ridicola, è passata definitivamente al registro tragico.

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Finisce per contattare uno dei suoi amici, spiegandogli che è debole e che non si muove da giorni. Viene mandata subito un'ambulanza, Nigel viene portato al pronto soccorso e il sextoy viene rimosso… sfortunatamente, troppo tardi. Intestino perforato, setticemia avanzata: dopo un mese di ospedale e cure, l'uomo muore.

Morale della favola: chiedete aiuto quando siete nei guai, amici. Evitate di restare con un vibratore incastrato dentro per cinque giorni. Una soluzione si trova sempre.

Originalità: 8/10. È una morte inquietante, certo, ma si tratta chiaramente — senza giochi di parole — di una pista già battuta.

Spettacolarità: 6/10. È ancora sopra la media, ma perché la situazione risulti davvero spettacolare, dovrebbe comprendere l'intervento di un gerbillo, come nelle favolose leggende metropolitane di Eric Tomaszewski.

Eleganza: 1/10. Un punto per la dignità, perché i dottori hanno detto che Nigel "ha lottato fino alla fine."

David Carradine, un angelo andato via troppo presto.

DRITTO IN TESTA

Avventure come queste capitano a tutti, ma in genere c'entra un piccione, o una pigna, che provocano nel primo caso un profondo senso di disgusto, nel secondo una mania di persecuzione. Alle volte ti ritrovi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Potresti essere ovunque nel mondo, ma no, la vita ti ha portato proprio lì, nel punto preciso dove un oggetto di svariati chili termina la sua picchiata da svariate centinaia di metri — per non dire chilometri — verso il suolo. Il più antico e sorprendente caso è quello del drammaturgo greco Eschilo, che è morto cinque secoli prima della nascita di Cristo, dopo aver preso in testa, stando alle leggende, una tartaruga. Perché mai una tartaruga dovrebbe cadere dal cielo, come in quel capolavoro del cinema che è Sharknado? Semplicemente perché il rapace che l'aveva catturata ha confuso la testa di Eschilo per un sasso — oggetto perfetto per far esplodere il carapace.

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Va segnalata anche la vicenda del pilota gallese di Formula Uno Tom Pryce, morto nel mezzo del Gran Premio del Sudafrica nel 1977, quando un estintore l'ha preso in pieno, mentre correva allegramente intorno ai 270 km orari. Bonus: l'estintore era in mano a un giovane commissario di corsa di 19 anni, che stava cercando di spegnere una macchina in fiamme e che Tom ha investito in pieno, smembrandolo. È morto anche lui ovviamente, anche se in modo meno folle.

Veniamo a tempi più recenti, e a circostanze ancora più strane: nel 2016, un cittadino indiano è diventato il primo uomo a essere ufficialmente ucciso da un meteorite. Teoricamente, si potrebbe pensare che dato che cadono più meteoriti che tartarughe dal cielo, il coefficiente di sfiga non sia poi così alto: ma stando a Micheal Reynolds, astronomo specializzato in meteoriti, "È più facile essere colpiti da un tornado, un fulmine e un uragano tutti insieme che da un meteorite."

Se escludiamo tartarughe e meteoriti, ci sono un sacco di oggetti che possono spaccarvi in due la testa: vasi di fiori, noci, lavatrici… potreste anche incontrare un elicottero radiocomandato e finire mezzi decapitati, come questo giovane di New York, o questo quarantenne svizzero.

Morale della favola: O accettate il vostro destino e il fatto di avere una possibilità su 160 miliardi di beccarvi in testa un oggetto letale ogni volta che uscite di casa, o decidete di passare il resto della vostra vita con un casco da motociclista in testa.

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Originalità: 10/10. Il caso della tartaruga, per quanto impossibile da verificare, merita sinceri complimenti.

Spettacolarità: 8/10. Velocità e massa dell'oggetto, effetto sorpresa, possibilità di vedere un cranio che implode: un successo su tutti i livelli.

Eleganza: 5/10. Ha molta meno classe di una morte in battaglia per l'onore della propria amata, ma morire sul colpo significa non aver modo di saperlo con anticipo, né tempo per soffrire — e passare le ultime ore di vita nel più completo delirio, rovinando l'aura della propria leggenda.

MANGIARE TROPPO…

Uno dei principali ambiti in cui l'istruzione moderna è un completo fallimento è quello dell'alimentazione: sembra impossibile insegnare alle nuove generazioni a mangiare correttamente, a evitare il cibo spazzatura o a seguire una dieta sana ed equilibrata. Eppure, basterebbe così poco per convincerle: invece di produrre pubblicità progresso sfigate in cui si raccomanda di mangiare "5 frutti e verdure ogni giorno," sarebbe sufficiente raccontare la storia del re Adolfo Federico di Svezia, ricordato come "il re morto per aver mangiato troppo." Nel 1771, all'età di 60 anni, questo amante estremo della bella vita decide — inconsapevolmente — di entrare nella leggenda, servendo un banchetto speciale a base di caviale, aragoste e champagne a volontà. Per fare da buon esempio, mangia tutto quello che gli passa davanti, per ore e ore, senza mostrarsi mai sazio. Adolfo Federico è morto perché non era in grado di digerire una tale quantità di cibo. Si racconta anche che un altro imperatore, Massimiliano d'Asburgo, sia morto dopo aver consumato una quantità eccessiva di melone, una volta di ritorno da una battuta di caccia, nel 1519, ma è stato scoperto che la sua salute era già in declino e che era stato male già prima dell'inizio del pasto.

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Morale della favola: chi ingoia una noce di cocco intera ha grande fiducia nel suo ano e, per estensione, chi mangia chili e chili di cibo ha grande fiducia nel suo apparato digerente.

Originalità: 4/10. Già visto in Seven, anacronistico.

Spettacolarità: 6/10. Febbre alta, dolori lancinanti: come morte in sé non è nulla di spettacolare. Tuttavia, il banchetto a base di caviale e aragoste innaffiato da champagne spacca di brutto.

Eleganza: 0/10. L'indigestione vi farà terminare la vostra vita su un trono, ma non sarà  quello dell'imperatore.

…O MANGIARE DELLE COSE CHE NON SONO FATTE PER ESSERE MANGIATE… 

Quando si muore di eccesso di cibo, per lo meno, ci si toglie la soddisfazione di aver soddisfatto le proprie esigenze fino all'estremo. Ma ci sono così poche persone che muoiono solo per aver mangiato troppo. La maggior parte della gente muore per aver ingerito degli alimenti non commestibili, o addirittura cose che non sono alimenti. L'anno scorso, un uomo è morto dopo aver mangiato un tablet. No, a questo giro niente cioccolata, ma un fottutissimo tablet. Ricordatevi un suggerimento semplice ma comunque importante: qualunque sia la situazione in cui vi trovate, non mangiate MAI un tablet. Lo schermo in vetro, la plastica, le altre varie componenti… NULLA di tutto ciò è commestibile. OGNUNO di questi materiali è l'ideale se volete perforarvi l'intestino. Ricordatevi anche di non mangiare neanche chiavicarboni ardenti, dentiere, stuzzicadentibombe da masticare (ebbene sì, proprio delle bombe da masticare)… insomma, accontentavi del cibo vero, sano, in quantità ragionevoli e sufficienti.

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Morale della favola: : Jean-Pierre Coffe aveva ragione.

Originalità: 9/10. Tutti questi grossi sforzi per diversificare gli oggetti consumati, casi stravaganti e assolutamente impensabili… eccellente.

Spettacolarità: 8/10. Non ho mai visto nessuno mangiare un tablet davanti ai miei occhi, ma credo che si tratti di uno spettacolo particolarmente impressionante. E che dire della bomba da masticare, riuscite ad immaginarvela? La mascella del povero ragazzo è completamente esplosa.

Eleganza: 3/10. Il suicidio per ingestione di carboni ardenti è di una classe assoluta, siamo indecisi sugli altri casi.

LASCIARSI MORIRE DI FAME

Parliamo di casi che non hanno nulla in comune, se non una notevole capacità di sopprimere l'istinto di sopravvivenza per realizzare la propria idea. Parliamo per primo di Fileta di Coo, poeta greco e studioso del III secolo a.C, che si dice fosse così assorto nei suoi studi (che consistevano, in pratica, nel valutare le rispettive qualità delle parole), che si è dimenticato proprio di mangiare, quando è cosa risaputa che è necessario buttare giù almeno un paio di schifezze (wow!) prima di ricercare la morte per dedicarsi alla letteratura. Ma esistono altri casi celebri: Kurt Gödel, uno dei più brillanti matematici dell'era moderna, soffriva di forme gravi di paranoia e ipocondria. Nell'ultimo periodo della sua vita, si era convinto dell'esistenza di un complotto per avvelenarlo, così, Gödel ha iniziato a rifiutare di mangiare; quando è stato ricoverato in ospedale per sei mesi, si è lasciato morire di fame in maniera del tutto naturale. Questo sì che è restare fedeli alle proprie idee.

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Morale della favola: Nessuno è composto da puro spirito e può nutrirsi solo di idee, nemmeno questo tipo. E imparate a cucinarvi la pasta da soli prima che la vostra ragazza non decida di rifarsi una vita con lui.

Originalità: 6/10. Anche in questo caso, si tratta di uno sberleffo all'istinto di sopravvivenza. Per contro, un sacco di persone sono morte di fame nel corso della storia.

Spettacolarità: 2/10.  Gente magrissima che muore in un letto, va bene, sappiamo come va a finire.

Eleganza: 7/10. In entrambi i casi, la perseveranza paga. Inoltre, la chiara volontà di non disturbare è sempre sintomo di una certa classe.

BERE TROPPO

Storicamente, migliaia di persone sono morte per aver bevuto troppo, che si tratti di alcol corrotto, alcol e basta, incidenti stupidi legati all'ingestione di eccessive quantità di Manzana o di mojito come succede ai liceali. Ma meglio non giudicare, perché è normale che le persone muoiano — Darwin non dice niente di diverso. Alcuni, però, sono arrivati a morire per aver bevuto troppo sostanze perfettamente inoffensive, almeno all'apparenza — tipo  l'acqua.

Per esempio c'è il caso di Tina Christopherson, una donna a cui era stato diagnosticato un QI di 189 — uno dei più alti della storia — cosa che non le ha impedito di bere 12 litri di acqua al giorno per un'intera settimana, quasi senza mangiare, con l'unico scopo di non morire di cancro allo stomaco come sua madre. È morta quando i reni l'hanno abbandonata e l'acqua si è riversata nei polmoni. Bel tentativo, comunque. Dello stesso genere, segnaliamo anche Jennifer Strange, una giovane americana di 28 anni che si era iscritta nel 2007 a un concorso organizzato da una radio locale per vincere una Wii. L'obiettivo? Bere un quantitativo massimo di acqua senza andare in bagno. Ma Jennifer non ha mai giocato a Mario Kart sulla sua Wii nuova di zecca: è morta per un'intossicazione da acqua. L'importante è partecipare.

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Per il vostro gradimento, aggiungiamo Basil Brown, un inglese di 48 anni molto salutista, che per provare che una sana alimentazione fosse la chiave della buona salute ha deciso di bere 38 litri di succo di carote in dieci giorni, nel 1974. Peccato, perché se fosse andato al McDonald's non sarebbe morto per una overdose di vitamina C. Ci faremo un centrifugato all'inferno, piccolo angelo volato via troppo presto.

Morale della favola : Al limite, fate come Bear Grylls.

Originalità : 6/10. Sforzo notevole, soprattutto per l'amico inglese, ma manca l'X-factor; avremmo apprezzato che almeno uno di loro affogasse in una pozzanghera come Alex Mack.

Spectacularité : 1/10. Dopo tutto, sono morti in un letto.

Eleganza : 2/10. Non potevano fare altro che prendersela con se stessi; poi, si può immaginare che ci sia un momento in cui hanno fatto pipì dappertutto, poco prima di spirare.

MORIRE PER LA BARBA TROPPO LUNGA

Bene, avrete capito il principio: si può morire di qualsiasi cosa. Allora perché non morire per una barba troppo lunga? Nel 1567, Hans Steininger era sindaco della città di Braunau, al confine tra Austria e Germania. Lui non poteva ancora saperlo, ma qualche secolo più tardi la sua città avrebbe dato i natali ad Adolf Hitler. Il destino è stato capace di punirlo retroattivamente — buono a sapersi — perché è inciampato sulla sua stessa barba, lunga più di 1,40 metri, morendo sul colpo. sarà per questo che Hitler ha sempre avuto i baffi, e mai la barba? Forse no.

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Di un altro genere, si può citare anche un certo Duprat, vescovo di Clermont nel Sedicesimo secolo, che ha preferito morire piuttosto che tagliarsi la barba. Evviva la perseveranza, che lo ha reso più famoso della sua carriera ecclesiastica.

Morale della favola: La vita degli hipster è pericolosa.

Originalità : 10/10. Chapeau.

Spettacolarità : 4/10. Nessuna esplosione, nessuna implicazione sessuale, nessun animale predatore. Niente di che.

Eleganza : 2/10. Un potenziale più comico che tragico, roba da cattivo one-man-show.

"OCCHIO ALLA MUCCA"

Immaginiamo la scena: siete tranquillamente a letto con il vostro partner, occupati a tirarvi dietro la coperta. Qualche decina di metri più in là, una mucca fa quello che fa per la maggior parte del tempo: bruca. Per una successione improbabile di eventi — umidità dell'erba, perdita dell'equilibrio della mucca, discesa, casa costruita in discesa, tetto non troppo solido, letto piazzato al posto sbagliato — la mucca finisce sopra di voi. Non so se vi è mai capitato di avere una vacca di oltre una tonnellata sul corpo, ma sappiate che una cosa del genere è mortale — immediatamente, o dopo qualche ora di ospedale, con fratture multiple ed emorraggie interne.

Bonus : citiamo, per la memoria dei posteri, il caso di Philip McClean, un australiano di 16 anni ucciso da un casuario nel 1926. Dopo aver visto l'uccello che violava la sua proprietà, pensava fosse il caso di attaccarlo con un bastone, cosa che aveva plausibilmente dato ai nervi all'animale — che gli aveva inferto un colpo violento nel culo, prendendo un'arteria principale e uccidendo quasi all'istante il giovane uomo. Da allora, le persone hanno paura dei casuari.

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Ma rendiamo omaggio anche a Kenneth Pinyan, conosciuto su internet con il nome di Mr. Hands, la cui macabra celebrità non è stata usurpata: questo ingegnere americano è morto nel 2005 dopo un rapporto sessuale con un cavallo, che gli ha perforato l'intestino. Se è diventato celebre, è perché aveva chiesto a un amico di filmarlo — il video è ancora disponibile su internet, a vi lasciamo l'ebrezza di cercarlo. Un caso sorprendente, certo, ma non tanto quanto quello dell'irlandese di 43 anni morto nel 2008 dopo un coito contronatura con un pastore tedesco. Colon perforato, ma bello sforzo di originalità: lo sperma del cane gli aveva innescato una reazione allergica mortale, comparabile a un'allergia alle arachidi. A sua discolpa, non poteva saperlo.

Morale de l'histoire : Morte alle vacche.

Originalità : 10/10. "E tu, come sei morto?" "Mi è caduta addosso una vacca mentre dormivo." In paradiso, João Maria avrà una storia unica da raccontare a tutti gli altri.

Spettacolarità : 9/10. Sinceramente, vedere una mucca che scivola su una collina, che rompe un tetto e finisce nel bel mezzo di un letto è qualcosa di notevole.

Elégance : 3/10. L'unica pecca di una morte quasi perfetta. Con un coccodrillo gigante, un dinosauro perduto o un purosangue da 600.000 dollari, la scena avrebbe avuto una dimensione più epica.

CACCIATORE DI PNEUMATICI

Quando si è cacciatori provetti, ci si assume il rischio di confrontarsi con degli animali pericolosi: leoni, orsi, coccodrilli, pneumatici. Qualche mese fa, in Svezia, un uomo si è confrontato con un pneumatico più forte di lui: dopo averne accuratamente bucati alcuni con un coltello, uno di loro è letteralmente esploso, facendo rimbalzare l'utensile in direzione dell'addome del vandalo. Toccato negli organi vitali, l'uomo è morto per una emorragia dopo qualche ora. Il colpo inferto dal pneumatico era così preciso da mettere in difficoltà gli inquirenti, che per qualche tempo hanno pensato all'omicidio.

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Morale della favola : Forse Rubber era solo un documentario.

Originalità: 9/10. Un punto in meno per il comportamento scorretto. Morire a causa di un pneumatico fa schifo.

Spettacolarità : 7/10. L'azione è bella, ma manca un po' di ambizione, come prova l'assenza totale di testimoni sulla scena del "crimine".  Qualche spettatore ci voleva.

Eleganza : 1/10. Morire commettendo un delitto, così come farsi sparare durante una rapina. Niente di che, a meno che qualche rapper non decida di dedicarvi una canzone.

MORIRE PORTANDO AVANTI LE PROPRIE IDEE

Allora, qui è molto semplice: una manifestazione contro l'obbligo di indossare il casco in moto; un motociclista che manifesta senza casco; una caduta mortale, che non sarebbe stata tale se avesse indossato il casco. E una prova incontestabile che il casco è più che necessario, in moto. Complimentoni.

Morale della favola : La sicurezza stradale, è un problema di tutti. Anche dei mongoli della steppa.

Originalità : 1/10. Morire per una caduta in moto, anche se il contesto è divertente, è troppo comune. Non morite in moto.

Spettacolarità : 1/10. Una moto non esplode nemmeno. Se proprio dovete cadere da un veicolo, scegliete almeno un autocarro.

Eleganza : 1/10. Sacrificarsi per difendere una causa è bello. Sacrificarsi per eliminare definitivamente la propria lotta, un po' meno.

Nato per essere selvaggio, amico.

IL SUICIDIO PIU' LUGUBRE DEL MONDO

Ok dai, tutti i suicidi sono lugubri. Ma quello di Richard Sumner lo è in maniera particolare. Paziente schiofrenico in piena crisi, decide un giorno di mettere fine alla sua vita. Piccolo dettaglio: è un artista. Non può suicidarsi come tutti gli altri, con un colpo in testa o una corda al collo. Allora parte alla ricerca del posto più isolato possibile, e si incatena a un albero per aspettare la morte. Come tutti gli schizofrenici, ha cambiato idea, e dopo qualche ora è riuscito a liberarsi.

Ma Richard è un uomo determinato. Qualche anno dopo, durante una nuova crisi, ha ritentato l'esperienza, ma questa volta con una catena ritenuta indistruttibile. E sfortunatamente la reputazione del prodotto non è stata usurpata. Una volta tornato in sé, ha passato dei giorni a cercare di liberarsi, lacerando l'albero a cui era attaccato. Il suo corpo è stato ritrovato qualche tempo dopo da un escursionista. Una bella leggenda urbana, peccato solo che sia vera.

Piccolo bonus : David Phyall, un inglese di 50 anni, che si è suicidato decapitandosi con una sega elettrica nel 2008 per protestare contro la demolizione programmata della sua abitazione. Fu demolita poco dopo.

Morale della favola : Se fate dei grossi sforzi e siete pronti a soffrire, potete avere una morte orribile, che tutti crederanno essere un fake. In bocca al lupo!

Originalità : 8/10. Grande sforzo di immaginazione e di messa in pratica per non limitarsi al suicidio classico.

Spettacolarità : 9/10. Si potrebbe fare un film di un paio d'ore sulle avventure di Richard.

Eleganza : 7/10. Si vede che il ragazzo fa almeno lo sforzo di trovare un posto talmente isolato che l'escursionista lo ha ritrovato dopo giorni. Una trovata molto galante.

***

Questa lista potrebbe proseguire all'infinito, e altri l'hanno fatto al posto nostro. Ma ci accontenteremo di concludere questo panorama dell'assurdità con questo grido di cuore lanciato dal grande editore Rizzoli sul letto di morte: "Ma io non posso morire! Sono l'uomo più ricco d'Europa!"