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Tecnologia

Ho fatto gestire i miei social a un bot per 48 ore

Ecco come avere un presenza sui social senza starci sopra per forza.
Immagine: Flickr/José Carlos Cortizo Pérez.

Come vi sentireste lasciando che un bot prendesse il vostro posto online su Facebook e Twitter per un weekend, dopo avere studiato le vostre abitudini e il vostro modo di interagire con i vostri amici umani? Credete che non sia possibile? Poveri illusi.

Ebbene, nel 2016, si può fare anche questo e recentemente ho avuto la possibilità di sperimentarlo in prima persona, quando il mio amico e co-fondatore di Doli.io, un 'Autonomous Self-Agent' (ASA) pensato per prendere le vostre veci on-line, mi ha chiesto di provarlo. Immaginate che il vostro assistente personale vi conosca meglio di voi stessi e che sappia riprodurre persino i vostri comportamenti di cui non siete consci. A fine giornata, il bot compila una lista di tutto quello che ha fatto al posto vostro per riferirvelo.

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Ero abbastanza favorevole all'esperimento così ho vinto ogni mia reticenza riguardo al concedere che il prototipo di un programma realizzato da dei giovani nerd, buttasse nel cesso il duro lavoro che ho portato avanti faticosamente nel corso degli anni sulla mia timeline di Facebook e quella degli amici. Così, ho ceduto alla richiesta e ho autorizzato il robot a prendere le redini della mia vita sui social, almeno per il fine settimana.

L'idea dietro a Doli.io, come mi ha spiegato uno dei fondatori, è nata prendendo atto di un fenomeno triste che affligge tutti quanti, ma a cui non possiamo porre rimedio: il fatto di sprecare una enorme porzione delle nostri brevi esistenze sui social. E gran parte di quel tempo, soprattutto quando si tratta di Facebook, è speso in semplici gesti di banale e ordinaria amministrazione, se mi passate il termine, per mantenere in vita la nostra online-persona.

Durante il primo giorno, è risultato subito chiaro che non interagisco poi così tanto sui social.

Un 'like' qui, un "lol" di là; un "congratulazioni per il bebè (la cui crescita saremo condannati a sorbirci fino a quando non potrà emanciparsi legalmente da te)"; un "scusa, vorrei tanto venire alla tua festa di compleanno, ma sto dai miei genitori tutto il weekend (e in ogni caso odio i tuoi amici)." Sapete com'è. Sono faccende che vengono sbrigate con una facilità tale che non c'è quasi bisogno di pensarci, sono automatiche … robotiche, se vogliamo.

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Ma ero anche curioso di vedere come questo strumento sarebbe riuscito a prendere il mio posto, indovinare cosa mi piace e imitare il mio senso dell'umorismo. Speravo tanto che funzionasse, per divertire me e i miei amici. Tuttavia, un'altra parte di me sperava che mettesse fine a tutte le mie relazioni on-line una ad una, con commenti molesti e fuori luogo, esclusivamente per soddisfarei il mio spirito nichilista e auto-distruttivo.

Durante la fase preparatoria che ha preceduto l'esperimento, dopo che il mio amico mi ha mostrato il suo programma, gli ho elencato tutta la serie di cose indicibili che gli avrei fatto se fosse successo qualcosa di veramente spiacevole e lui, con calma, mi ha detto che non sarebbe successo nulla di male. Dopodiché, mi ha consegnato un pezzo di carta e, senza fate tanti complimenti, mi ha richiesto di segnarci sopra le mie password di Facebook e di Twitter.

Io che cedo le password dei miei account. Foto: Harvey Wilks.

Con un tempismo che non poteva essere migliore, mia madre è venuta a farmi visita per il fine settimana e, facendo parte di quella categoria di persone che ha vissuto nel mondo reale, senza smartphone e social, è sempre stata particolarmente sensibile alla pandemia del ventunesimo secolo che chiama "dipendenza dagli schermi." Non trovate fantastica la possibilità di farle credere che, almeno per un fine settimana, il suo unico figlio ne sarebbe rimasto immune? Potevo stare in due posti in contemporanea—assieme a mamma e nella rete con tutti gli altri.

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Durante il primo giorno, è risultato subito chiaro che non interagisco poi così tanto sui social. Doli.io agisce con una frequenza simile a quella dell'utente reale. Avendo scansionato tutto il mio operato online e avendo stabilito chi fossero i miei amici più stretti, quelli con cui interagisco su base regolare e di cui gradisco maggiormente i post, si è comportato coerentemente alle sue supposizioni.

Per aggiungere un po' di pepe alla giornata online, ho caricato su Facebook una foto banale che sarebbe stata commentata quasi di sicuro da amici e parenti, mentre io restavo a godermi lo spettacolo.

Immagine: Harvey Wilks.

Nel corso della giornata, Doli.io ha messo mi piace ad una selezione apparentemente casuale di questi commenti.

Avrete bene presente come usiamo i like, giusto? Lo mettiamo per far capire a qualcuno che si è sbattuto a scrivere un commento così che capisca che abbiamo letto, come se gli sorridessimo e lo ringraziassimo con un pollice su. Be', quel giorno non mi sono dovuto sobbarcare nessuna di quella rotture, perché qualcun altro se ne curava al posto mio.

*Pollice su*

A quanto pare, ho anche messo mi piace a una foto pubblicata dal mio vecchio coinquilino. Non ho ancora visto la foto, ma sono sicuro che sarà stupenda. La cosa mi ha impressionato però, perché sono affezionato a quel tipo e un comportamento simile risulterebbe assolutamente nelle mie corde.

Dopodiché, Doli.io ha preso in considerazione gli inviti che avevo ricevuto e ha deciso che ero interessato a godermi delle proiezioni all'aperto della sesta serie di Game of Thrones a Copenaghen. Non esattamente il tipo di eventi per cui impazzisco, inoltre stava nevicando, ma il mio robot non è composto di carne e non deve preoccuparsi di cose come la polmonite, quindi, credo che sinceramente non abbia trovato nulla di meglio a cui farmi partecipare.

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Ad un certo punto, le cose hanno iniziato a farsi divertenti. Sapendo che mi trovavo a Copenhagen, Doli.io ha declinato l'invito alla festa di un amico che si teneva a Londra. Non solo, gli ha anche ha scritto delle scuse. Grandioso. Ma aspettate, c'è di più… Il mio amico si chiama Charlie, ma dal vivo e (evidentemente) anche on-line, lo chiamo Carlos. A quanto pare, Doli.io non si limita a usare il nome che gli amici indicano su Facebook, ma analizza i messaggi inviati precedentemente per capire quale soprannome utilizziamo di più con gli amici.

Questo è stato il messaggio inviato da Doli.io:

Immagine: Harvey Wilks.

Le scuse sono pure piaciute a Charlie. Il mio nuovo social media robot ha appena ricevuto il suo primo like da un umano. E andiamo!

Forte dei traguardi raggiunti durante il primo giorno, domenica ho assistito ad un aumento della loquacità di Doli.io su Facebook. Quattro persone hanno ricevuto i miei auguri senza che io muovessi un dito o sapessi che era il loro compleanno (scusate amici). Ha fatto tutto Doli.io. Tutto questo, mi ha fatto sentire davvero onnipotente.

È interessante notare che, Doli.io ha anche scritto a mio profilo fake trascurato da anni. Solo altri due amici conoscono questo account e notando questa attività insolita (io, Harvey, che faccio gli auguri di buon compleanno al mio ex-alter-ego online) mi hanno scritto di nuovo, dopo anni in cui le nostre comunicazioni sono state praticamente nulle. Doli.io ha semplicemente agito secondo coscienza, consentendo noi umani di tornare nuovamente in contatto.

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Cercando palesemente di imitare la foto che avevo postato la mattina precedente, Doli.io ha poi caricato una foto simile (ma meno bella) di una Copenhagen soleggiata, sia su Facebook che su Twitter. Impressionante, ma non avevo scattato io quella foto e preoccupato dalle accuse di non avere postato qualcosa di originale, ho cancellato il contenuto.

Doli.io ha caricato sul mio profilo Twitter un'immagine di dominio pubblico presa da Wikipedia. Immagine: Harvey Wilks.

Ed è così che il mio weekend da cavia è terminato troppo in fretta: era giunto il momento di salutare Doli.io, cari lettori.

Essendo piuttosto dubbioso in partenza sulla possibilità di cedere le redini della mia persona on-line a qualcun altro, in sole 48 ore mi sono sentito a mio agio con questa eventualità, direi, per il 95 per cento. Il che, credo sia un comportamento abbastanza indicativo di come gli esseri umani possano dimostrarsi iper-protettivi nei confronti dei loro mini-me digitali e riguardo la privacy in generale.

Quanto tempo trascorrerà prima che programmi come questo diventino accessibili a tutti? Li useremo senza pensarci troppo su? E come modificheranno il valore delle nostre interazioni online, se sappiamo che dei nostri amici potrebbero stare impiegando degli Autonomous Self-Agent?

Come quei film in cui due personaggi partono con l'odiarsi, ma lentamente scoprono di avere più cose in comune che li legano rispetto a quanto credevano inizialmente, devo dire che mi è spiaciuto separarmi da Doli.io. E anche se, in fondo, si tratta solo di una versione senza cuore e senza anima nel vero senso della parola, che vuole assistere a proiezioni di Game of Thrones all'aperto e spera che tutti passino un buon compleanno, mi mancherà molto e spero vivamente di rivederlo al più presto.

@harveywilks

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