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Tecnologia

Anche quest'anno più di 4 miliardi di persone saranno senza internet

Secondo il nuovo report dell'ONU, il 57 percento della popolazione resterà offline anche quest'anno.

Ultimamente il "mondo interconnesso" è un'espressione molto in voga, con i colossi tecnologici che da Facebook a Google si rincorrono per raggiungere nuovi utenti. Ma un report dell'ONU, pubblicato recentemente, rivela che l'accesso egualitario a internet è ancora lontano dall'essere una realtà: sono necessarie maggiore esperienza, educazione e conoscenza delle lingue.

Intitolato The State of Broadband e commissionato dalla Broadband Commission dell'ONU, il report stima che circa il 57 percento della popolazione mondiale non è ancora connessa e non ha la possibilità di sfruttare i vantaggi socio-economici derivanti da internet. La connessione a banda larga non ha ancora raggiunto il 90 percento delle popolazioni che abitano i paesi più poveri del mondo come l'Eritrea e la Somalia, e il digital divide è ancora difficile da superare per le donne. Per esempio, nel 2013 è stato stimato che nei paesi in via di sviluppo la differenza di accesso a internet tra uomini e donne è del 16 percento rispetto al due percento dei paesi sviluppati.

La situazione potrebbe cambiare nel caso in cui il web riuscisse a trasformarsi in un luogo multilingue coinvolgendo anche i governi di tutto il mondo nell'impresa.

Secondo il report, le semplici infrastrutture a banda larga non sarebbero sufficienti a portare più persone online. I settori pubblici e privati hanno bisogno di unire le forze per assicurare l'attuazione di politiche e strategie adeguate.

Fondamentale è che i contenuti (siti di e-commerce, video, i siti più importanti) siano disponibili anche in linguaggi non ancora disponibili online. Questo concederebbe a molte persone appartenenti a comunità non rappresentate a sufficienza di comprendere il potenziale completo di internet: maggiore accesso all'educazione digitale, ai servizi sanitari, al commercio online e la possibilità di comunicare fuori dai propri confini nazionali. Attualmente solo il cinque percento delle lingue di tutto il mondo sono presenti nella rete.

"La nuova sfida", propongono gli autori, "è quella di connettere i prossimi quattro miliardi di persone, in molte più lingue, attraverso più piattaforme e utilizzando un numero maggiore di strumenti su un ventaglio più ampio di network".