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Tecnologia

Il mercato delle rinnovabili è una bomba e quasi nessuno se n'è accorto

La crescita del mercato delle energie rinnovabili è stata sottovalutata praticamente da tutti. Tranne che da qualcuno.
​Pannelli solari. FraukeFiend via PixaBay, Creative Commons.

In tutto il mondo l'energia pulita sta avendo un grandissimo successo. Alimentato dalla prodigiosa produzione cinese di pannelli, il prezzo dell'eolico sta diminuendo e le installazioni sono sempre più numerose. Il 2014 è stato l'anno dell'energia solare, punto. E in molti paesi l'eolico sta arrivando a costare quanto i combustibili fossili. Il risultato è che il mercato dell'enenegia pulita è cresciuto enormemente negli ultimi anni, mentre i consumatori, i governi e le aziende si mobilitano sempre di più per stare al passo con le nuove tecnologie ad energia rinnovabile.

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Il Dipartimento dell'Energia statunitense parla di "rivoluzione energetica" e un report molto letto del Meier Consulting Group dimostra che quasi nessuno aveva previsto questo boom. Le più grandi compagnie energetiche del mondo, le istituzioni finanziarie e le compagnie di combustibili fossili, per la maggior parte, hanno seriamente sottovalutato la velocità con cui il settore dell'energia pulita sarebbe cresciuto.

Meier parla però di un gruppo che in questo scenario si è avvicinato molto alla verità, e non era la International Energy Agency né Goldmah Sachs. È Greenpeace.

"Negli ultimi 15 anni sono state fatte alcune previsioni—dalla International Energy Agency, dalla US Energy Information Administration e da altri—sulla futura crescita del mercato delle energie rinnovabili," viene affermato nel report. "Quasi ognuna di queste previsioni aveva sottostimato la portata della crescita avvenuta nel mercato dell'eolico e del solare. Soltanto le proiezioni di crescita più aggressive, come quelle della Rivoluzione Energetica sostenuta da Greenpeace, sono state abbastanza accurate."

Sì, proprio Greenpeace. Il gruppo ambientalista famoso per le sue azioni di protesta contro i combustibili fossili, la deforestazione e il nucleare. I suoi attivisti si arrampicano sulle centrali a carbone e sulle piattaforme petrolifere per combattere contro il cambiamento climatico. ​Protestano, srotolano striscioni. Hanno anche delle navi. E pare che facciano analisi sullo sviluppo del mercato delle rinnovabili meglio di certe "rispettabili" istituzioni.

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Meier cita il report Energy [R]evolution del 2010 come il più accurato predittore della crescita delle energie rinnovabili del tempo—nonostante sottovalutasse in modo rilevante l'energia solare e sopravvalutassa di poco l'eolico (Greenpeace sicuramente non era l'unica a fare previsioni ottimistiche sulla crescita delle energie pulite.)

"Le nostre previsioni si sono mostrate più attinenti alla crescita delle energie rinnovabili di quelle della IEA perché abbiamo monitorato il mercato delle energie rinnovabili a livello globale e nazionale con attenzione fin dalla metà degli anni '90, e abbiamo ipotizzato possibili tassi di crescita delle industrie solari ed eoliche," mi ha detto Sven Teske, autore principale del report, via mail. "Sappiamo cosa hanno intenzione di fare nei prossimi 3/5 anni, ed estrapoliamo i dati dei 5 anni successivi: questo ci dà un'idea piuttosto precisa su cosa accadrà nel mercato delle energie rinnovabili."

Le persone serie delle agenzie governative solitamente tendono a ignorare le analisi di Greenpeace considerando il loro attivismo, ma in questo caso è probabile che proprio questa componente abbia permesso al gruppo di comprendere la traiettoria di crescita dell'energia pulita mondiale.

E, cosa molto importante, i report di Greenpeace hanno un obiettivo, e non lo nascondono.

"Ogni cosa oltre le nostre proiezioni è semplicemente un'affermazione politica per noi, che indica cosa vorremmo che succeda," ha detto Teske. "E questo diventa il nostro piano di lavoro. Se uno dei mercati delle rinnovabili non dovesse andare bene come vorremmo, cercheremo di intervenire con campagne contro i combustibili fossili e il nucleare in favore delle rinnovabili."

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Greepeace—con altri attivisti per le rinnovabili come 350.org o il Sierra Club—ha influenzato direttamente il mercato il varie occasioni. Forse la campagna che ha dimostrato meglio questo fenomeno è quella id e Clean Our Cloud, che fece pressioni sulle industrie per non usare più il carbone; questa campagna fu uno dei fattori principali che indusse Apple a sconfessare i combustibili fossili per poi affidarsi al solare. Oggi Apple sta investendo quasi un miliardo di dollari in una gigantesca centrale ad energia solare. Apple, ovviamente, è la più grande compagnia privata sul pianeta, e pone gli standard per le altre industrie della Silicon Valley. Queste sono mosse che creano un effetto domino.

"Stiamo lavorando su nuove proiezioni: il 100 percento di energie rinnovabili entro il 2050"

Ovviamente questo non significa che il boom dell'industria sia tutto merito di Greenpeace; il gruppo è stato uno tra i tanti attori nel recente sviluppo di progetti su larga scala legati alle rinnovabili. Ma l'impatto del movimento ambientalista non va neanche sottovalutato.

Quando, nel 2009, la questione del cambiamento climatico si è fatta pressante, i conservatori hanno insistito con la tesi che l'energia pulita fosse "troppo costosa" o "irrealizzabile." Il fallimento di Solyndra, la startup di energia solare federale, è stato dipinto come un fiasco prevedibile. Persino Wired, in quella che può essere ricordata come ​una delle copertine meno riuscite della sua storia, aveva dichiarato che ormai le tecnologie per l'energia pulita avevano fatto il loro tempo e che bisognava prepararsi al diastro.

Ovviamente non c'è stato nessun disastro—e nonostante l'opposizione politica, la "saggezza convenzionale," e una flotta di critici nauseanti il boom è arrivato; è stato possibile grazie a due fattori: conoscenza dei mercati e un deciso sostegno. L'energia rinnovabile piace alla gente, i costi continueranno a scendere (come fenomeno naturale di un'industria che matura), e le parole "sole" e "vento" inizieranno a risuonare di un'eco finanziaria. In Texas, ad esempio, c'è un'intera città in cui i combustibili fossili non vengono più usati, semplicemente perché l'energia pulita costa meno. E i difensori dell'ambiente e dell'energia pulita—con il loto attivismo—non hanno mai smesso di sostenere la necessità di creare lo spazio per un'industria che doveva crescere per il bene di tutti.

Dopotutto, l'energia pulita non è un mercato come gli altri perché implica un imperativo morale. Non possiamo permetterci che i combustibili fossili vincano. Ha senso, quindi, che Greenpeace abbia previsto l'arrivo imminente della rivoluzione dell'energia pulita molto prima dei burocrati.

Fa quasi sorridere il fatto che gli investitori di Wall Street che hanno preso seriamente le proiezioni di Greenpeace adesso stanno collaborando con loro per delle nuove proiezioni. "Ora come ora le energie rinnovabili sono le più convenienti, per questo stiamo lavorando a nuove previsioni: il 100 percento di energie rinnovabili entro il 2050," ha dichiarato Teske. "Dovremmo poter raggiungere almeno il 90 percento. Un risultato inferiore sarebbe un fallimento per il clima e per il pianeta. Per questo un fallimento è fuori discussione."