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Tecnologia

Guarda come cambia un container dopo 7 anni in fondo al mare

Anche in un container, la vita trova un modo per proliferare.

Video, Cover Image: © 2011 per gentile concessione di MBARI / NOAA

Cosa vive dentro un container affondato nel profondo del mare? Vermi tubo, capesante, lumache e tunicati!

I container sono i globuli rossi dell'economia mondiale—fanno circolare il 90 percento dei beni sfusi dal luogo in cui sono prodotti a quello in cui vengono consumati. Proprio mentre stai leggendo questa frase, ci sono dai 5 ai 6 milioni—forse di più—di container in viaggio sugli oceani del mondo. In media, ogni ora uno di questi container scivola dalle navi merci su cui è trasportato e finisce in fondo al mare, dove non verrà mai più rivisto.

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Eventi del genere ogni tanto finiscono sui giornali—come quando a febbraio ne sono caduti 520 dalla Svendborg Maersk, o come quando nel 1990 quattro container sono caduti da una nave e hanno svuotato 61.280 paia di scarpe Nike nelle corrente oceaniche. La maggior parte delle volte, però, questi eventi sono inclusi nel "prezzo da pagare" per portare avanti il business dei container. Ciò che succede nel mare, rimane nel mare—ed essendo l'oceano un posto piuttosto grande, le grandi aziende non devono nemmeno notificare il verificarsi di questi incidenti.

Dieci anni fa, nel febbraio 2004, la Med Taipei viaggiava a sud dal porto di Oakland, lungo la costa californiana, quando delle forti correnti ventose hanno dislocato 24 container dalla nave, facendone cadere 15 all'interno dei confini del Monterey Bay National Marine Sanctuary. Cavolo—be', può succedere.

Quattro mesi dopo, durante un giro di ricognizione effettuato con un veicolo Ventana pilotato a distanza, degli scienziati del Monterey Bay Aquarium Research Institute (MBARI) hanno trovato uno di questi container sul fondo del mare, oltre 1.200 metri sotto la superficie. Essendo un riserva acquatica nazionale, l'azienda che gestiva quei container è stata multata per 3.25 milioni di dollari. Il team di ricerca dell'MBARI aveva trovato una traccia, e ha sfruttato quel container come una sorta di case study sul fenomeno. Come fa l'ecosistema oceanico ad adattarsi a questo tipo di intrusioni dal mondo esterno?

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NEL CONTAINER AFFONDATO SONO STATI TROVATI VERME TUBO (PENZOLANTI DA UN LATO DEL CONTAINER) E LUMACHE NEPTUNEA, CHE HANNO DEPOSTO LE LORO UOVA LUNGO I LATI ESTERNI DEL CONTAINER. IMMAGINE: © 2011 GENTILMENTE CONCESSA DA MBARI / NOAA.

Chiunque abbia visto un relitto sommerso può dirlo: l'ecosistema oceanico prolifera ovunque, come nei relitti di vecchie macchine, portaerei sommerse e carri armati. Ciò non significa, però, che i container facciano bene all'oceano.

Oltre al danno rappresentato dal fatto che tutte queste merci non arrivano a destinazione—siano esse scarpe, o nel caso del santuario marino, pneumatici—i container, in particolare quelli refrigerati e ben sigillati, a volte finiscono per trasformarsi in degli iceberg che giacciono sui fondali rappresentando dei pericoli per le altre imbarcazioni.

A volte i contenuti dei relitti contribuiscono alla massa di spazzatura galleggiante e rifiuti sparsi sui fondali in costante aumento. Altre volte, i prodotti persi per sempre includono batterie oppure pesticidi, sostanze molto nocive per il nuovo ambiente che le ospita. Infine, in certi casi, sono le parti esterne dei contenitori stessi ricoperte di vernici anticorrosive ad essere velenose.

IMMAGINE: © 2014 MBARI, USED WITH PERMISSION

Nel marzo 2011, un gruppo di ricercatori del MBARI ha portato a termine un'altra immersione per esaminare i container tramite dei ROV. In quell'occasione sono stati girati i filmati che compongono il video di sopra. Josi Taylor, l'autrice principale del report pubblicato sul Marine Pollution Bulletin, ha dichiarato di essere rimasta sorpresa da quanto il container rimasto per sette anni sul fondo del mare fosse rimasto indenne. La temperatura vicina allo zero e i bassi livelli di ossigeno di quelle acque sembrano aver rallentato i processi di degrado.

Ciò che non ha sorpreso nessuno invece è il fatto che il container si sia trasformato in una scogliera. Gli animali che si stabiliscono sopra superfici rocciose—come anellidi, conchiglie, lumache e tunicati—non possono vivere sul fondale fangoso nei dintorni ma sono proliferati sul container.

Come per confermare lo svolgersi naturale della vita sul fondali, spugne, alcionacei e gigli di mare, molto comuni sui vicini speroni rocciosi, non hanno ancora invaso il container, anche se la causa potrebbe essere semplicemente la vernice a base di zinco che lo ricopre. Ad ogni modo, a dicembre si è svolta un'altra serie di immersioni robotizzate e molto presto potremo ammirarne i risultati.