Identità

Perché per molte coppie il sesso infrasettimanale sembra una missione impossibile

stel in bed

Tempo fa tra colleghi ci siamo trovati a parlare di sesso durante la settimana: qualcuno diceva che era impossibile, io sostenevo che non è vero, che è tutta pigrizia. Ma dopo aver parlato con un po’ di mie amiche fidanzate ho dovuto ripensarci. Perché molte tra loro mi hanno confessato che nei giorni feriali avevano una media di zero o al massimo di un rapporto—se erano fortunate. Una di loro ha definito il sesso infrasettimanale come “un’impresa”.

Viviamo in un mondo in cui si parla di sesso dalla mattina alla sera. Abbiamo meno tabù e sfidiamo gli stereotipi di genere. Ma, non so se avete saputo, viviamo anche nell’era post-arrapamento. I millennial lo fanno sei volte meno all’anno rispetto ai loro nonni. Qualcosa è cambiato.

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Ovviamente non voglio dire che dovremmo fare più sesso—molti sono contenti di una vita meno sessuale o del tutto asessuale. Ma cos’è che impedisce a chi un partner ce l’ha e vorrebbe un po’ più di movimento di portare a termine la missione?

Qualcun altro in ufficio ha ipotizzato che la nostra libido semplicemente non riesca a tenere il passo con il nostro affaticamento e i ritmi della vita lavorativa—soprattutto dopo otto ore al giorno col culo su una sedia.

Ma anche i nostri nonni lavoravano e andavano a fare la spesa. E alla nostra età, probabilmente avevano anche un paio di figli a cui stare dietro. Quindi forse la differenza è che quando la loro giornata lavorativa finiva, finiva. “Oggi il ventaglio di attività per il tempo libero è molto più ampio, quindi tendiamo a considerare le relazioni sessuali soltanto un altro passatempo che si deve contendere il tempo con tutte le altre cose,” spiega Carme Sánchez Martín, psicologa clinica e sessuologa all’Istituto di urologia Serrate & Ribal di Barcellona.


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“Avendo lavorato nel campo della sessuologia per quasi trent’anni, ho notato un cambiamento nelle relazioni.” Secondo Sánchez Martín, “c’è stata un’evoluzione nel tempo libero.” Insomma, il tempo che passiamo a guardare Sex Education e a parlare di Sex Education sui social potremmo passarlo ad applicare gli insegnamenti di Sex Education.

“Il sesso,” dice la sessuologa, “richiede non soltanto tempo, ma anche sforzo. Guardare la TV sul divano mentre ci si tiene la mano, mezzi addormentati, è molto più semplice, più passivo e meno faticoso fisicamente.” Per chi non si sente soddisfatto, ha anche evidenziato il fattore procrastinazione: quando passiamo gran parte del tempo in coppia, è facile dire a noi stessi che tanto siamo sempre insieme, che potremo sempre farlo dopo.

“Credi di stare dando il meglio, invece sfrutti te stesso,” ha detto il filosofo Byung-Chul Han dello stile di vita moderno in un’intervista con El País nel 2018. Lo “sfruttamento” fa riferimento al restare aggiornati su ogni nuova serie, ogni film, ogni podcast, ogni gruppo Whatsapp, e su tutto quello che succede su Instagram. Al lavoro siamo produttori a tempo pieno, fuori siamo consumatori a tempo pieno. Da qualche parte in mezzo a questi compiti, abbiamo dimenticato il valore del provare o procurare piacere. “Si potrebbe dire che è in questo contesto che il sex toy The Satisfyer è diventato un tale fenomeno,” spiega Sánchez Martín. “Non diciamo ai nostri partner che cosa ci piace a letto, ma invece acquistiamo quell’esperienza, così possiamo avere un orgasmo il più velocemente possibile e mettere una crocetta di fianco a un altro compito sulla nostra to-do list giornaliera.”

La sessuologa ha menzionato anche un altro fattore che fa scendere il conto dei rapporti: il progresso. Aspettate un attimo a incazzarvi, però. Intende che nel 2020 le donne hanno un maggiore controllo sulla loro sessualità e in generale (parliamo nello specifico di coppie etero) il rapporto è più bilanciato tra i desideri e le necessità di ognuno. “Questa è una cosa su cui lavoro molto nelle mie sedute,” dice. “L’aspettativa che, se non lo si fa in modo spettacolare, non valga la pena fare sesso, e che questo possa avvenire soltanto se entrambi lo vogliono altrettanto intensamente.”

Sánchez Martín pensa che in una relazione, premesso che il consenso sia chiaro e naturale, dovremmo abbandonare l’idea che un rapporto possa avvenire soltanto quando siamo entrambi ugualmente arrapati. “Si trovano dei compromessi, si contratta, perché alla fine è questo che significa essere una coppia”.

Quando Sánchez Martín nomina il concetto di negoziazione a coppie che vogliono fare più sesso, queste spesso si spaventano, pensano che questo toglierà al sesso la sua magia. “E non è assolutamente così,” fa notare. “Non è che ogni volta che vedete un film con il tuo compagno o la tua compagna ne scegliete uno di cui siete entrambi ugualmente appassionati: lo fai perché a lui o lei piace. Lo stesso vale per il sesso. Ci sono dei limiti, ovviamente. Non sto parlando di abuso o molestia. Ma il sesso è anche una cosa di cui si può parlare e su cui si può trovare un accordo.”

Così, mentre navighiamo in questo oceano infinito di contenuti, senza mai sentirci davvero soddisfatti, come troviamo l’energia per farlo di mercoledì, di giovedì o addirittura di lunedì? “Tieni a mente la tua sessualità durante la tua vita quotidiana. Nello stesso modo in cui pensi ‘voglio vedere questa serie’, pensa a che cosa vuoi fare con il tuo partner,” consiglia Sánchez Martín.

“E non essere pigro o pigra: dobbiamo renderci conto che la pigrizia può portare alla negligenza. Condividere il divano, telefono alla mano e Netflix sullo schermo, non è condividere un momento. È condividere un divano.”