Arriva sempre quel momento in cui il tuo corpo deve muoversi più velocemente del tuo cervello, in particolare dopo che quest’ultimo è stato frullato da svariati festival estivi, e il più pericoloso di questi momenti porta il nome di “Wall of Death”. Se c’è un tizio davanti a te con le braccia aperte che ti fa segno di farti sotto, non hai scelta. Sei in prima linea, sul margine di uno spazio vuoto che divide una massa di 10mila metallari in due fazioni che stanno per scontrarsi nel rituale più doloroso dell’ambiente. Non ti resta che ispirare ed espirare e cercare di mantenerti calmo finché non arriva il colpo. Se resti fermo, sei fottuto—perciò ti unisci alla folla che corre nella speranza di non finire calpestato.
Il Wall of Death è un grosso rischio per la sicurezza di festival enormi come il Wacken Open Air in Germania. Gli organizzatori dell’evento chiedono alle band di dire al pubblico di non metterlo in pratica, specialmente considerata la quantità impressionante di partecipanti. Ma nella lineup del 2017 c’era la band che è garanzia del mosh pit più violento di ogni festival: gli Heaven Shall Burn. Il loro metalcore è tanto melodico quanto infarcito di break durissimi. Nel 2011 hanno stabilito il record non-ufficiale per il circle pit più grande del mondo, proprio al Wacken. Io c’ero, ed è stata la prima e ultima volta che ho visto una cosa simile.
Videos by VICE
L’anno scorso il cantante Marcus Bischoff ha cercato di evitarlo. “Non vogliamo vedervi fare il Wall of Death,” ha detto, mentre già la gente cominciava a mettersi in posizione. Oltre alla band di Turinga, anche il solista Mambo Kurt ha messo in guardia il pubblico. Come Bischoff, ha cercato di prevenirlo—più o meno. “So che è vietato organizzare ufficialmente un Wall of Death tra il pubblico. Quindi non vogliamo vederne!” E nello stesso tempo partiva la colonna sonora di Super Mario. Kurt sorrideva: aveva messo in campo un perfetto esempio di psicologia inversa. Bella mossa.
Ad ogni modo, ecco le foto di alcuni dei migliori Wall of Death del Wacken 2017.
Questo post è comparso originariamente su Noisey, ed è qui ripubblicato nell’ambito della Guida di VICE ai festival.