Dopo aver dichiarato di volere fermare una volta per tutte il narcotraffico e la filiera produttiva legata all’oppio afghano, i talebani si stanno ora concentrando sulle persone che hanno una dipendenza dalle droghe.
A Kabul, una delle zone più frequentate dagli utilizzatori è sotto un ponte nel distretto di Guzargah. Recentemente i talebani hanno fatto irruzione con armi e fruste e fermato 150 persone, la maggior parte delle quali senza fissa dimora nonché dipendenti dall’eroina e dalle metanfetamine prodotte nel paese.
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Le persone sono state poi portate nel più grande centro di recupero cittadino, l’ospedale di Avicenna per il trattamente delle tossicodipendenze, e una volta lì sono state spogliate, lavate e rasate a zero. I loro effetti personali sono stati confiscati e bruciati.
“Questo è solo l’inizio. Presto colpiremo anche i coltivatori e li puniremo applicando la Sharia,” ha precisato Qari Ghafoor, responsabile delle forze di sicurezza che hanno condotto l’operazione.
Secondo le stime, a Kabul ci sono tra le 100mila e le 150mila persone che fanno regolarmente uso di eroina. Tra queste, molte hanno anche una dipendenza dalle metanfetamine – un tipo di droga che oggi viene realizzato in loco grazie alla presenza dell’efedra sulle montagne afghane e successivamente trafficato in tutto il mondo.
L’ospedale è stato aperto nel 2016 in un edificio che in precedenza ospitava una base militare statunitense, Camp Phoenix. I trattamenti sono programmati su una durata di 45 giorni, per un massimo di mille pazienti. Tuttavia, i farmaci oppioidi utilizzati per “disabituare” l’organismo alla presenza dell’eroina, come ad esempio il metadone e la buprenorfina, sono ormai esauriti e il personale non viene pagato da luglio del 2021.
Mat Southwell, consulente inglese specializzato nella riduzione del danno, ha visitato Avicenna nel 2018 (mentre era sotto il controllo del governo precedente) e ha dichiarato: “In sostanza, chi ha una dipendenza da droghe viene rapito e rinchiuso per tre mesi. Ma una volta lì queste persone ricevono ben poca assistenza medica e le loro esigenze o i bisogni non sono affrontati in alcun modo. Una volta tornati nel mondo esterno, tornano subito a fare uso di droghe.”
Southwell continua spiegando che “si tratta di un posto atroce, circondato da guardie armate. Sembra un campo di concentramento: le persone vengono rasate a zero e costrette a indossare un pigiama. Mentre ero lì ho parlato con un soldato dell’esercito afghano che è stato catturato mentre comprava droga. Era terrorizzato all’idea di essere punito per diserzione.”
Secondo il consulente, i talebani stanno cercando di ridurre le scorte di droga colpendo i luoghi di spaccio. In più, stanno permettendo ai dottori di continuare con i programmi di trattamento col metadone in tre diverse città, tra le quali Kabul.