Mentre il conteggio delle vittime del terremoto continua a salire, avendo toccato nel pomeriggio di oggi quota 241 morti e 264 feriti, la macchina dei soccorsi ad Amatrice e dintorni non si ferma. Questo paese del centro Italia, già di per sé difficilmente raggiungibile a causa della sua disposizione geografica, è ora un cumulo di macerie da cui fa la spola un pulmino della Protezione Civile che porta soccorritori, giornalisti e gli abitanti che lasciano quello che resta delle loro abitazioni. Il pulmino, che percorre circa cinque chilometri partendo dalla valle, si ferma a un chilometro dal vero ingresso in paese: più in là di così non è possibile procedere in macchina.
Videos by VICE
I feriti che non possono essere trattati negli ospedali da campo e nei punti medici avanzati devono essere trasportati fino all’ospedale di Rieti, a 70 chilometri, a Norcia o addirittura a Roma. La posizione geografica dell’epicentro del terremoto è il motivo per cui i soccorsi hanno tardato ad arrivare, nelle ore dopo il tragico evento.
Quando sono arrivato ad Amatrice, alle sette di ieri, mercoledì, Vigili del fuoco, Protezione Civile, Esercito e anche la Polizia municipale cercavano di coordinare le ricerche dei corpi: sembra un cliché dirlo, ma il fatto è che l’intero paese è raso al suolo come se fossero cadute delle bombe. Le squadre di soccorso sono arrivate da tutta Italia, ho incontrato uomini della Croce Rossa romana, pompieri milanesi e anche civili che, pur tenuti a distanza di sicurezza, aiutavano come potevano.
Le operazioni sono continuate per tutta la notte fino all’alba, mentre nell’unica struttura di grandi dimensioni rimasta in piedi ad Amatrice, il palazzetto dello sport in cemento armato, e nel campo da calcio antistante venivano allestiti i centri d’accoglienza della Protezione Civile. I centri accolgono chi ha perso la casa e non ha dove andare, come chi sta aspettando che i suoi famigliari vengano estratti—vivi o morti—dalle macerie. Al di là dei centri di accoglienza e dei soccorritori, il paese è totalmente deserto e tale è rimasto per l’intera notte.
Ho passato la notte, fino all’alba, insieme ai soccorritori.
(2650 abitanti circa prima del terremoto). Sono rimaste in piedi solo le case più recenti, e il palazzetto dello sport in cemento armato.
Trovate tutti i contatti per donare beni di prima necessità e le informazioni per aiutare in altro modo qui.