Nel 2007 Josef Friedhuber, professore di biologia austriaco e fotografo naturalista, si è recato al parco nazionale di Kahuzi-Biega nella Repubblica Democratica del Congo, per scattare un’immagine fugace dei gorilla che vivono nell’area.
Dopo un’escursione di due ore nella giungla fitta, Firedhuber e il gruppo con cui era si sono imbattuti in alcune femmine di gorilla intente a mangiare tra i cespugli. Proprio mentre stava per scattare una foto al gruppo, un movimento ha spaventato il biologo; era Chimanuka, un raro gorilla dalla schiena argentata che ha ora circa 35 anni ed è uno dei pochi sopravvissuti della sua specie dopo che una serie di conflitti negli anni Novanta hanno ucciso metà della popolazione di gorilla della regione.
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“È saltato fuori all’improvviso da un cespuglio a circa cinque metri da me, battendosi i pugni sul petto e mostrandosi in tutta la sua imponenza,” dice Friedhuber in una dichiarazione mandata a VICE. Nonostante lo spavento, l’istinto di Friedhuber è entrato in azione ed è riuscito a cogliere l’occasione per fotografare il raro animale. “Ero terrorizzato e sono caduto in un cespuglio,” dice. “Mentre cadevo ho scattato la foto, ecco perché è mossa.”
Più di 10 anni dopo, lo scatto di Friedhuber è emerso come uno dei vincitori del premio Nature Photographer Of the Year 2021 (NPOTY), un concorso che sostiene e celebra la fotografia naturalistica e l’impegno dell’arte nel sensibilizzare sulle questioni ambientali. Curato da un’organizzazione chiamata Nature Talks, il NPOTY premia opere fotografiche di diverse categorie, come paesaggio, natura subacquea e esseri umani nella natura. Nel 2021, oltre 20.000 fotografi e fotografe da oltre 97 paesi hanno inviato il proprio lavoro. Le persone vincitrici ricevono un premio monetario fino a 3.000 euro e strumenti fotografici speciali.
Inutile dire che le storie dietro gli scatti vincitori sono incredibili quanto le immagini.
Terje Kolaas, fotografo originario della Norvegia ha vinto con la foto intitolata “Winter Migration,” fotografa uccelli da più di 20 anni usando droni per ritrarli a mezz’aria; ma lo scatto [che vedete qui sotto] è stato particolarmente difficile per il paesaggio frammentato e ostruito dalle costruzioni umane limitrofe.
“Durante una forte tempesta di neve ad Aprile 2020 ho capito che le foto dei miei sogni erano a un passo da me—fotografare le oche in volo contro uno sfondo di pura neve bianca,” dice, raccontando il momento prima dello scatto. “Mi sono posizionato vicino a un campo dove sapevo che le oche si nutrivano regolarmente e ho aspettato. Quando le ho sentite arrivare ho fatto decollare il drone e le ho aspettate in aria.”
Tanti fotografi naturalisti dicono che, spesso, lo scatto perfetto è preceduto da lunghe attesa in posti isolati o estremi. E i vincitori della categoria natura selvaggia del NPOTY lo confermano.
Il fotografo William Burrad-Lucas, residente nel Regno Unito, la cui foto di una pantera nera ha vinto la categoria ritratti di animali, dice di aver impiegato diversi mesi di preparativi per lo scatto. “Affinché l’immagine funzionasse, molti elementi dovevano allinearsi,” dice. “Per prima cosa, doveva essere una notte senza nuvole, non molto comune in quella stagione. L’unico modo per far uscire le stelle era usare tempi lunghi di esposizione e quindi non doveva esserci la luna, che avrebbe invaso di luce lo scatto. E, ovviamente, doveva esserci la pantera.”
Burrad-Lucas ha scattato l’immagine usando una camera trap, cioè una macchina fotografica o videocamera munita di sensore infrarosso per monitorare la presenza di animali e registrare il loro comportamento.
Il fotografo estone Aare Udras ha usato una tecnica simile per scattare la foto intitolata “Young Wolf (Canis Lupus),” seconda classificata nella categoria Mammiferi. “Dalle mie parti, il lupo è l’animale più intelligente, dotato di sensi estremamente sviluppati,” dice Udras. “Imparano a leggere e comprendere le attività umane. E questo rende molto difficile riuscire a fotografarli.”
Per realizzare lo scatto, Udras ha dovuto prima seguire un branco di lupi e trovare un collo di bottiglia nel loro percorso abituale. Dopo aver individuato un piccolo restringimento nel letto di un torrente nelle foreste fitte dell’Estonia nel 2019, Udras ha deciso di installare lì la sua camera trap. “Dopo 6-7 mesi, ho avuto fortuna,” dice. “A dirla tutta questa giovane lupa si è fotografata da sola. La foto mostra bene quanto fosse rilassata mentre passeggiava sulla diga costruita dai castori, nel buio più assoluto.”
Scattare foto nella natura selvaggia comporta diversi pericoli, ma anche fotografare il mondo subacqueo può essere complicato. Il fotografo tedesco Georg Nies, che ha vinto il primo premio nella categoria subacquea, dice che scattare la foto di un cavalluccio marino pigmeo è stata un’impresa erculea.
“Fotografare i cavallucci marini pigmei è molto complicato,” spiega Nies. “Sono estremamente piccoli, raramente superano i 2 centimetri. Ma soprattutto, sono bravissimi a mimetizzarsi e difficili da individuare tra le gorgonie dove vivono.” Per vedere da vicino questa piccola specie animale marina, Nies ha dovuto lavorare in perfetta sincronia con una guida locale che fa immersioni. E nonostante questo, non è stato semplice.
“Sfortunatamente, molte foto dei cavallucci marini pigmei e altri curiosi animali marini non vengono scattate in modi che rispettano l’ambiente e le specie stesse,” dice, aggiungendo che anche l’alterazione delle foto è comune. “Inoltre, i cavallucci amano sfuggire ai fotografi.”
“Usando un bastone sottile, la guida gira con delicatezza i cavallucci, così che il fotografo possa ritrarli frontalmente. La cosa più importante però è che i cavallucci non sopportano il flash, perché non hanno le palpebre—in aree dove si fa tanta fotografia subacquea, questi animali diventano ciechi in poco tempo e non sopravvivono. Dunque, il numero di foto per persona deve essere limitato a 6-8 scatti,” dice Nies.
Fotografare gli animali selvatici nei loro habitat naturali è tanto una questione di luce ideale che di tempistiche.
Miquel Angel Artús Illana, fotografo spagnolo che ha vinto il secondo premio per la categoria uccelli con lo scatto “Fishing trip at sunrise”, ha passato a sua volta molti giorni in un luogo remoto e isolato per immortalare un gruppo di pinguini di Magellano diretti verso il mare mentre il sole sorge all’orizzonte.
“La foto è stata scattata alle Isole Saunders, dove sono rimasto per cinque giorni con un piccolo gruppo di fotografi, in compagnia solo di pinguini, ostriche, e alcune specie di uccelli e mammiferi,” dice Illana. “Dato che la luce migliore è all’alba, mi sono messo su una piccola collina alle cinque del mattino e ho aspettato che i pinguini comparissero in gruppo come fanno di solito. La luce e l’ambiente hanno fatto il resto.”
Per Levi Fitze, vincitore della categoria giovani, è proprio grazie a una luce particolare se ha potuto ritrarre il suo cucciolo di stambecco alpino che cammina tra l’erba con un’aurea eterea. “Ho passato la notte in un bivacco per fotografare solo nelle ore della sera e della mattina presto,” spiega il fotografo che vive in Svizzera. “La situazione quella sera era perfetta. Ero già felice con i fiori, quando all’improvviso il sole è filtrato tra le nuvole e ha creato uno sfondo stupendo.”
Per il fotografo israeliano Roie Galitz, secondo classificato nella categoria di ritratti animali, la chiave è stata invece la prospettiva. Intitolata “Last Embrace,” la sua foto immortala una giovane leonessa che si muove sotto la carcassa di un elefante per divorarla, eppure sembra quasi che i due animali si stiano abbracciando.
“Una delle cose che mi piace di più dell’immagine, al di là della composizione e della luce, è l’esperienza del pubblico con l’immagine, che è bipolare,” dice Galitz. “Magari le persone reagiscono prima dicendo ‘ohhh si stanno abbracciando’ e dopo qualche secondo capiscono che sta accadendo qualcosa di molto diverso.”
Dall’eruzione di un vulcano su un paesaggio innevato alle crepe sul ghiaccio che ricordano le cellule umane, passando per orsi e volpi, di seguito trovate altri scatti premiati dal concorso.