Qualche volta capita che delle fotografie cambino la nostra visione del mondo e dei suoi abitanti. A me è successo pochi giorni fa, quando ho ricevto il link del blog di un fotografo amatoriale, Almostmemories. Raccoglie foto di momenti familiari e vacanze dal 1960 al 2011. Ho spulciato febbrilmente il sito, per ore, assorta in queste scene private rimaste intrappolate nella pellicola. Curiosa di capire da dove venissero, ho contattato il creatore del blog, rumeno, che ha insistito per rimanere anonimo.
VICE: Salve, perchè vuole mantenere l’anonimato?
Almostmemories: Voglio che gli utenti si interessino alle foto, non a chi vi è dietro. Il mio nome, o quello delle persone raffigurate, non è importante, è per questo che posto le foto con soli il luogo e la data in cui sono state scattate. La selezione non vuole avere una connotazione negativa nè in qualche modo dispregiativa nei riguardi dei suoi soggetti, e spero che questi, se si dovessero riconoscere, lo capiscano.
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Da dove arrivano le foto?
Cinque o sei anni fa ho trovato una scatola piena di negativi e di foto proprio sotto casa mia. Da allora ho inziato a collezionare istantanee—in realtà sentivo di raccoglierle per qualche motivo specifico. Il modo in cui le raccoglievo non ha niente del vero collezionista, ha più a che fare con coincidenze e fortunate casualità. Alcune le ho trovate per strada, o mi sono state date da sconosciuti. Anche quando me le hanno regalate, però, le considero trovate per strada, perchè in effetti non le ho mai cercate realmente, mi sono semplicemente capitate. Da quando ho creato il blog, ho ricevuto un sacco di sottoscrizioni e ho aggiunto le foto al mio archivio personale del sito.
Come sceglie le foto da inserire nel sito?
Cerco sempre qualcosa che possa visivamente rimandare alla vita di tutti giorni e alla storia collettiva. Per dare risalto al recente passato, uso immagini strettamente amatoriali scattate dagli anni Sessanta sino a oggi, foto personali, di famiglia o di amici. Metto online le classiche foto che di solito si tengono in scatole o cassetti, quelle di cui ci si dimentica, che si perdono o che si smette di scattare. Non mi interessano le foto esplicitamente artistiche.
Non è che lei è un po’ voyerista?
Il voyerismo è un dono, inevitabile e anche parzialmente accettato. Ma non direi che sia la caratteristica saliente del mio archivio. Dopotutto io vedo la vita degli altri attraverso quello che loro stessi decidono, coscientemente, di immortalare e mostrare. Qualche anno fa mi sono reso conto che nella mia famiglia si scattavano raramente delle fotografie, tipo una volta ogni cinque anni. Per molto tempo ne avevo un “bisogno” egoistico; cercavo di usarle come surrogati di momenti della mia vita che non avevo documentato io stesso. La comunione, la semplicità e la sincerità dei momenti catturati mi faceva sentire come se vi fossi stato presente.
Come mai le ha pubblicate solo adesso?
Le ho rese pubbliche nel momento in cui ho smesso di usarle per rimediare all’assenza di fotografie mie personali. Mi sono reso conto del loro potenziale, e speravo di riuscire a mantenere la loro sincerità individuale, pur inglobandole in un progetto mio. Dopo poco, ho capito che concettualizzarle in un progetto personale era noioso, e non funzionava affatto. Mi sono detto che, se davvero amavo quelle foto, dovevo metterle in circolazione perché potessero arrivare ad altri, esattamente come erano arrivate a me, senza la pretesa di marcarle artisticamente.
Cosa c’è di così speciale nelle foto amatoriali?
L’arte della fotografia è sempre protesa alla creazione di un particolare prodotto finale—e ottenerlo, alcune volte, può diventare un fardello. Le foto amatoriali mancano dell’approccio artistico e di una specifica metodologia; la loro forza sta nella loro funzionalità, assolutamente democratica. Ti permettono di documentare il mondo in maniera oggettiva.
Ha in progetto di farci qualcos’altro, oltre al blog?
Forse prima o poi con alcune farò delle cartoline. Magari spedendole potrò mantenere la loro essenza itinerante.
Trovate altre foto su Almostmemories.