Música

Dovevate venire alla festa d’addio di ‘Regardez Moi’ di Frah Quintale

frah quintale milano

Se devo pensare a delle sensazioni da associare a Frah Quintale, sicuramente la prima che mi viene in mente è la nostalgia. Non quella nostalgia da bomber calcistico, per cui tutto era meglio prima — sicuramente per Frah, esclusa la spensieratezza, non c’è momento migliore di questo — ma un tentativo di non perdere determinati valori legati a un passato, esclusivamente personale.
Sembra un discorso da reduce del Vietnam, che si lamenta che i giovani d’oggi non conoscono più la fatica, ma non è così. Quello di Frah è un discorso meramente estetico e di attitudine.

Così, qualche giorno fa, nella splendida cornice del Tempio del Futuro Perduto — capito? anche il nome sembrerebbe non essere casuale — Frah ha deciso di salutare (per sempre?) Regardez Moi, con una mostra e due panel, nonché svariate apparizioni di mostri sacri dell’HH e newcomers della musica italiana. Una festa che dunque, in modo convincente, ha coinvolto la realtà di Undamento tutta.

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Come ho già avuto modo di scrivere su queste pagine, conosco Frah da diverso tempo e penso che siano in pochi, come lui, a essere un distillato di talento così puro. Quando eravamo più piccoli e con i miei amici organizzai una data dei Fratelli Quintale a Genova, tutti ci stupimmo della tecnica pulita di Frah nel rappare, gasandoci per i riferimenti comuni. Immaginate dunque la sorpresa, qualche anno dopo, di rivederlo cantare e farlo in maniera così sporca, senza risultare né posticcio né ridicolo.

Dal 24 novembre del 2017, a oggi, un’era geologica per i ritmi della musica di oggi, Frah ci ha dimostrato di essere in grado di tenere ogni palco d’Italia — con un lungo tour accompagnato dal fidato Ceri che ha percorso tutta la penisola — di non aver dimenticato come si rappa (basti guardare, o ancor meglio ascoltare, il 64 bars con Bassi Maestro), ma anche di aver imparato come fare delle hit da far cantare persino a tua mamma (se non bastasse “Missili” con Giorgio Poi, c’è “2%”, canzone che persino un cuore duro come Gué Pequeno non smette di definire, in ogni occasione possibile, come la vera hit del suo disco).

regardez moi frah quintale

Potrei stare qui ore a raccontare di ogni singolo avvenimento accaduto all’interno del Tempio, ma davvero, sembrerà retorico, ma ciò che è accaduto è più un discorso di sensazioni e di chimica che di avvenimenti.

Se mi mettessi qui a descrivere pedissequamente ciò che è successo, vi dovrei raccontare di una mostra fotografia, di due panel trasmessi live a bordo di un furgoncino, di due live di Irbis e Dola e di un live a “sorpresa” (non so quanto a sorpresa) di Frah Quintale, seguito poi da diversi DJ set fino a tarda notte.

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Potrei dilungarmi e sprecarmi in aggettivi, ma non avrebbe senso perché non riuscirei comunque a trasmettere la presa bene che circondava il posto. Qualche giorno dopo la festa, ho beccato casualmente Frah in metro. Era distrutto, veniva dalla festa e da un day after al Forum d’Assago, ma ci siamo comunque messi a parlare di quello che era successo venerdì. “Hai visto che bomba, vecchio? Non c’era neanche un cellulare alzato” ed effettivamente è andata così. La sensazione del “qui e ora” non replicabile, che pochissime altre volte ho vissuto in un evento di rap (?) italiano era tangibile.

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A dirla tutta, in realtà, durante la serata, un telefono alzato l’ho visto, ma non era per realizzare un video, ma di una ragazza che con una pazienza certosina si è messa a registrare canzone per canzone l’intero live di Frah, facendomi immaginare divertito il possibile utilizzo di quelle note audio collezionate con il registratore dell’iPhone.

“Per me Frah è indie, ma indie come Jaylib, non come lo si intende ora. Indie è più un concetto legato all’attitude che al genere” mi dice Tommaso Fobetti — uno dei fondatori di Undamento — durante il panel a loro dedicato. E penso che davvero, lo spirito di indipendenza da ogni tipo di dinamica che sarebbe normale applicare si respira a pieni polmoni.

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Il Tempio è, per i numeri che Frah ha dimostrato di saper collezionare in questi anni, un posto piccolo, per mille ragioni. Se l’interesse fosse stato mostrare il cazzo a tutta la scena, per dimostrare il proprio “started from the bottom”, ci sarebbero state altre mille modalità e occasioni per farlo, non certo una festa in un “parco”, con una stanza adibita al live che conteneva sicuramente meno di 1000 persone, un numero davvero esiguo rispetto ai numeri che può fare Frah.

Eppure l’intento era di celebrare e alla fine si sa, le feste migliori sono quelle tra pochi intimi. E l’addio a Regardez Moi è stata una delle feste più belle di questa new wave della musica italiana.

Tutte le foto sono di Tommaso Biagetti.

Tommaso è su Instagram.

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