La bevanda nazionale greca non è l’ouzo, o il vino, o il raki. È il frappé: un caffè istantaneo preparato con acqua e Nescafe e bevuto freddo. Il fatto che la Grecia, un paese noto per il suo utilizzo di prodotti freschi e locali, promuova più appassionatamente un caffè solubile, meglio associabile ai bisogni di sopravvivenza dei soldati durante la Prima Guerra Mondiale, di ogni altra sua delizia culinaria, è parte dell’appeal del frappé.
“Viene percepita come una bevanda ‘fatta in casa’, nonostante sia istantanea,” dice a MUNCHIES via mail Vivian Constantinopoulos, coautore del libro Frappe Nation. Come tutte le più importanti invenzioni gastronomiche – i biscotti con gocce di cioccolato, i nachos, la birra – il frappé è nato per caso. Era il 1957, durante l’Esposizione Universale nella seconda più grande città greca, Salonicco, e Dimitrios Vakondios, il rappresentante delle vendite di Nescafe, voleva un caffè. Le versioni della storia differiscono: non c’era acqua calda disponibile, o semplicemente lui aveva troppo caldo. In ogni modo l’intraprendente Vakondios prese uno shaker, teoricamente destinato a un Nesquik, aggiunse caffè in polvere e zucchero, scosse vigorosamente e versò quella che sarebbe presto diventata la bevanda preferita della Grecia, specialmente in estate.
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Nescafe si è immediatamente appropriata della bevanda. Entro il 1980, la televisione greca e la radio erano piene di pubblicità e jingle che promuovevano aggressivamente, a volte confusamente, il ‘frappé lifestyle’: belle persone che saltavano nelle piscine completamente vestite mentre tenevano in mano ombrelli, belle persone che facevano parapendio, belle persone che cantavano, flirtavano e danzavano. “Fermatevi per un attimo, fatevi un Nescafe!” cantava allegramente un coro; un ritornello che ogni greco sopra i 35 anni conosce a memoria. Le pubblicità di oggi sono meno aspirazionali, e si concentrano sui semplici modi in cui una multinazionale delle bevande può migliorare la tua vita di tutti i giorni. Sia che vi dobbiate svegliare all’alba, o guardare un tramonto a Santorini, un Nescafe frappé è lì per voi.
È una combinazione semplice: un cucchiaio pieno di caffè in polvere ghiacciato, mescolato vigorosamente con acqua fredda e versato su cubetti di ghiaccio. Lo zucchero si può aggiungere in diverse quantità; latte condensato può venire versato in cima. Lo ‘shaking’ è assolutamente necessario: produce una schiuma densa, leggermente amara, che rimane intatta mentre bevi. “È un sapore di Grecia: i greci sono cresciuti con il frappé, quindi hanno sviluppato un palato particolare per quello. Per molti è l’equivalente di un comfort food” dice Constantinopoulos.
Il frappé è dovunque in Grecia: uffici, agenzie di noleggio auto, negozi, aeroporti, incontri del Parlamento. Se prendete un taxi abbastanza spesso ad Atene, prima o poi vi capiterà di vedere l’autista che si ferma per comprare un frappé. Un ospite si è presentato al mio matrimonio con un frappé, sorseggiandolo durante la cerimonia. Potete comprare piccole tazze di plastica con pacchetti di Nescafe e zucchero in qualsiasi edicola o supermercato. È egualitario nel costo: la maggior parte dei bar serve il frappé per circa uno o due euro, anche se in alcuni locali di Mykonos il prezzo sale fino alla sbalorditiva cifra di 15 euro.
Durante la crisi economica, le persone continuavano a bere frappé, dal momento che non è davvero considerato un lusso; bere frappé, e tutti gli aspetti sociali che gli stanno intorno, sono parte della vita greca. Come tutti gli stili di vita, anche questo ha il suo gergo: il frappé acquoso è nerozoumi, il frappé troppo dolce è petimezi e il frappé troppo forte dynamitis. Deve essere bevuto siga-siga (lentamente), in parte per ragioni di salute: una bevanda singola con due cucchiaini di caffè istantaneo contiene oltre 400 milligrammi di caffeina, l’equivalente di quattro espresso. Bevete due frappé e avete raddoppiato la razione quotidiana di caffeina per adulti in salute.
Il frappé è un’estensione della secolare tradizione greca di sedere nei kafeneio (bar), parlando di vita e di politica, sgranando il komboloi (rosario) e giocando a infinite partite di backgammon.
“Un frappé ti permette di sederti e parlare per ore: non solo si beve lentamente, ma la schiuma rimane nel bicchiere a lungo; non scompare velocemente – la bevanda non si appiattisce tutto d’un tratto”, spiega Constantinopoulos. “E la cultura greca è una cultura della conversazione, del dibattito; la Grecia non è una nazione taciturna. Anche la frase ‘pame via cafe’ è un sinonimo di usciamo, vediamoci e parliamo; c’è la comprensione che uno abbia bisogno di tempo per la comunicazione e la conversazione. Il frappé – una bevanda lunga, lenta – facilita tutto questo”.
L’ossessione greca per il frappé, diventata sempre più d’asporto, si estende oltre i bar, dove la bevanda viene servita nei bicchieri. Parte dell’appeal del frappé, così come di qualsiasi altro caffè, è la sua trasportabilità. L’essere “on the go” potrebbe sembrare in contraddizione con la sua storia, ma è normale vedere bidoni della spazzatura strabordanti di bicchieri di plastica e cannucce – che a volte vengono addirittura buttati sulla strada. In Grecia sta diventando un problema. Uno studio del 2015 ha confermato che il 60% dei rifiuti del paese si concentrava nel Golfo di Saronico, vicino ad Atene; il 95% di quei rifiuti era composto di plastica monouso, come borse, cannucce e bicchieri.
In gennaio l’Unione Europea ha lanciato un programma di 12 anni per ridurre lo spreco di plastica in tutti gli stati membri, Grecia inclusa. La Grecia ha fatto alcuni passi positivi nel ridurre l’utilizzo della plastica – il 1 gennaio 2018 i negozi hanno introdotto un sovrapprezzo per le borse di plastica (i Greci ne usano circa 296 all’anno; confrontate questo numero con le 4 utilizzate dai Finlandesi). “La plastica è il materiale più problematico, a causa della sua composizione chimica” ha detto in aprile Ioanna Kapsimali, ufficiale ambientale alla Fyli, la discarica più grande della Grecia, al Christian Science Monitor.
Greenpeace stima che i Greci consumino un milione di bicchieri di plastica al giorno. Un nuovo progetto punta a ridurre lo spreco incoraggiando bar in tutto il paese a offrire sconti ai clienti che riportano i bicchieri riutilizzabili al negozio. Il progetto si chiama Sto Potiri Mou, che significa “nel mio bicchiere”. In Grecia c’è una buona possibilità che venga riempito di frappé.
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Questo articolo è originariamente apparso su Munchies US.