Latte di suocera storia
Foto per gentile concessione della distilleria Zanin 
Cibo

Le leggende sul Latte di Suocera, che non è il liquore con il grado alcolico più alto al mondo

Pirati malesi, la gradazione più alta al mondo, un incredibile contraccettivo. Invece se approfondisci la storia di questo liquore italiano scopri altro.
Andrea Strafile
Rome, IT

Il Latte Di Suocera veniva usato parecchio in mirabolanti shot e cocktail da infiammare. Sì, la classica scena con la fila di bicchierini a cui veniva dato fuoco.

Il giorno in cui ho ricevuto il mio svezzamento alcolico a suon di Bacardi Breezer è stato anche quello in cui mi sono scontrato con la storia leggendaria del Latte Di Suocera.

“Eh, quando sarai più grande potrai provare una cosa che in pochi hanno il coraggio di provare,” mi dicevano quelle persone giganti. E nel dirlo ordinavano uno shot di questo liquido verde-marrone. “Il Latte Di Suocera ha il grado alcolico più alto del mondo, fa 75 gradi.”

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Non avevo una chiara idea di quanto fosse la differenza tra 10 e 75 gradi, nessuna memoria palatale di una roba paragonata in pratica a una palla di fuoco in forma liquida. Però, a distanza di anni, il Latte Di Suocera mi è rimasto nella testa, una sorta di leggenda che non capivo bene se fosse comune o esclusivamente nella mia testa e in quella piccola cerchia di conoscenti.

Quindi ho deciso di cercarne la storia, di capire se fosse effettivamente il liquore più potente al mondo, e se le dicerie legate a questa bottiglia su cui capeggia l’etichetta spaventosa di un teschio con due tibie incrociate fossero vere o una manica di idiozie.

Spoiler: si scopriranno anche mirabolanti idiozie.

La storia del Latte di Suocera

L’infuso X non era proprio pronto. Bergamelli se ne frega, scrive “Auguri Suocera” dopo averlo imbottigliato e glielo regala

Partiamo dal nome: Latte Di Suocera. Decisamente un nome bizzarro per quello che, alla fine, è un amaro centerbe. La storia, che potete tranquillamente leggere sul loro sito, vede coinvolto il signor Bergamelli. Il signor Bergamelli aveva una distilleria a Nembro, nella bergamasca, la San Faustino Liquori, famosa per il suo Amaro Presolana -e che oggi non esiste più. Un giorno del 1960 sua moglie gli ricordò che quella sera cadeva il compleanno della suocera. E il signor Bergamelli non aveva un regalo pronto, preso com’era dalla giornata piena. Perciò decise di imbottigliare un liquido dal misterioso nome di “Infuso X” preparato dal dottor Bencetti: un farmacista che si divertiva a creare liquori e che ogni tanto passava delle ricette al signor Bergamelli.

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Il problema è che l’infuso X non era proprio pronto. Bergamelli se ne frega, scrive “Auguri Suocera” dopo averlo imbottigliato e glielo regala. Non si capisce bene se per tentare di farla fuori, farla cadere in un sonno potente o farsi due risate. Di sicuro sapeva che, per estrarre al meglio le erbe, la gradazione era altissima: 75 gradi, per l’appunto. Però, pare che il fatto di essere sopravvissuta abbia generato chiacchiere tra comari e un successo locale, ma inaspettato. Così il signor Bergamelli, nel 1962, decide di registrare il marchio.

Per via di quei 75 gradi, sconsigliamo vivamente di farvici uno shottino

Il racconto di questa storia non è casuale, ma un modo per smontare la prima bufala che riguarda il Latte Di Suocera: cercando su internet, quasi tutti quelli che ne parlano (compresi portali autorevoli in materia), attribuiscono la paternità “nel lontano 1800” alla distilleria Zanin, che oggi detiene, effettivamente, il marchio. Per essere sicuro della veridicità del racconto che ho riportato prima, fingendo di essere un grande giornalista d’inchiesta ho persino chiamato tutti i Bergamelli sulle Pagine Bianche a Nembro. Scoprendo due cose: quasi tutti laggiù hanno quel cognome (mi è costata 32 telefonate ad anziani) e praticamente tutti i discendenti della famiglia sono deceduti. Dopo l’ennesimo “prova a sentire il Franco” da parte di un signore anziano ho deciso che, forse, era meglio semplicemente contattare la distilleria che lo produce.

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“Il nome Latte Di Suocera richiama l’idea delle suocere arcigne,” mi spiega Pietro Zanin della distilleria Zanin. “È ovviamente per via di quei 75 gradi. Per questo sconsigliamo vivamente di farvici uno shottino.” E poi: “La vera storia è esattamente quella che vedi sul sito: l’amaro è stato inventato dal signor Bergamelli, non da noi nel 1800”.

Oggi è difficile trovarne una bottiglia nei cocktail bar, ma negli anni ‘90, quelli che molti sono concordi mettere sotto il periodo del medioevo della miscelazione, ce l’avevano in parecchi.

Altri due erano i miti da sfatare: se fosse effettivamente l’alcolico più forte del mondo e se venisse usato come contraccettivo. “In effetti lo è, o comunque lo è stato, uno degli alcolici più forti, visto che da qualche anno abbiamo abbassato la gradazione a 70 gradi. Quando ne aveva 75 concorreva con un distillato austriaco che fa 80 gradi e con alcuni assenzi,” mi dice ancora il signor Pietro Zanin. A dire il vero sono molti altri i liquori e gli spiriti con gradazione alcolica anche maggiore: solo in Italia c’è un liquore prodotto dai monaci della Certosa di Pavia, Gocce Imperiali, che fa 92 gradi. E poi un assenzio da 80, una vodka da quasi 89 e il fuori di testa Everclear, distillato di grano statunitense che arriva a 95 gradi ed è vietato in molti dei 50 Stati. “Sulla leggenda per cui venisse usato come contraccettivo non ne sapevo nulla (ride, ndr)”. Ma qui è facile sfatare la leggenda: i siti (tipo questo e questo e questo) che riportano questa storia non hanno testimonianze e citano la smentita di uno studio mai esistito.

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Lasciando un attimo da parte le leggende, voglio capire quale sia il target del Latte Di Suocera “Il nostro target copre tutta la fascia, dal giovane all’anziano,” mi dice ancora Zanin. “Noi diciamo sempre di assumerlo con della cola o, al massimo, a gocce. Uno shottino ti anestetizza (oltre a infilarti una spada nelle sinapsi, ndr) e non puoi sentirne il sapore complesso di tutte le erbe che ci sono.”

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Oggi è difficile trovarne una bottiglia nei cocktail bar, ma negli anni ‘90, quelli che molti sono concordi mettere sotto il periodo del medioevo della miscelazione, ce l’avevano in parecchi. A nord, a sud e al centro Italia. Veniva usato parecchio in mirabolanti shot e cocktail da infiammare. Sì, la classica scena con la fila di bicchierini a cui veniva dato fuoco.

È rimasta in sospeso un’unica, ultima, leggenda. Questa volta debitamente dichiarata sulla vecchia etichetta. Mentre oggi, sotto il teschio e le tibie, si legge “Diabolicamente Vigoroso”, l’etichetta antica mostrava la misteriosa dicitura: “Già usato dalla pirateria malese.” Cosa potrebbe mai centrare la pirateria malese con un centerbe della bergamasca è stato oggetto di domande quantomeno interessanti. “Non c’entra assolutamente niente con la pirateria malese,” mi spiega Pietro Zanin. “Fu una trovata pubblicitaria anni ‘60 per rendere il tutto ancora più pittoresco e misterioso.”

Quindi abbiamo: una genesi che tutti riportano erroneamente, un liquore che alla fine non è il più forte del mondo, poteri contraccettivi evidentemente campati per aria e inesistenti pirati malesi che ne facevano uso in tempi non si sa bene quanto antichi. In pratica niente di quello che pensavo sul Latte Di Suocera era vero. Non è nemmeno certo che fosse stato inventato per una suocera.

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Il Latte Di Suocera è uno dei liquori con la storia più falsata che ci sia. Ma queste storie sono forse il motore che lo tengono potentemente in vita.

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