teorie del complotto
Immagini: telecamere, virus, torri cellulari e siringa: Pixabay; scie aerei: Wikimedia Commons. Composizione: VICE
Tecnologia

Come discutere con una persona che crede alle cospirazioni e dirottarla su problemi reali

Una mentalità sospettosa non è necessariamente un male: abbiamo preso 5 diffuse teorie del complotto e chiesto ad alcuni esperti cosa c'è di 'vero', e come spingere le persone a concentrarsi su quello.
Matteo Lupetti
Asciano, IT

Una delle domande più pressanti nella strana realtà che viviamo oggi è: come affrontare le teorie della cospirazione? Secondo alcuni studi vanno demolite con violenza, altri esperti consigliano invece un approccio più cauto, per non rischiare di allontanare definitivamente chi ci crede. Una terza via interessante è proposta in Anarcoccultismo: Dissertazione sulle cospirazioni dei re e sulle cospirazioni dei popoli (edito in Italia da D Editore) di Erica Lagalisse—un saggio incentrato sulle radici comuni di occultismo, socialismo e anarchia. Secondo Lagalisse invece di ridicolizzare ed escludere i “cospirazionisti” dovremmo incoraggiare la loro mentalità curiosa e sospettosa verso l’autorità, capire i dubbi spesso giustificati che cercano di esprimere e indirizzarli verso “un’analisi anticapitalista meno roboante e più aderente ai fatti.”

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“Alcune teorie della cospirazione sono fuori di testa o accusano gli ebrei della povertà globale, e in questi casi litigare con i loro fan è un’importante azione anti-razzista,” ha specificato Lagalisse a VICE via email. “Ma a volte definire qualcuno ‘cospirazionista’ è solo una manifestazione di pregiudizio di classe. Gli studiosi hanno in diversi modi reso inaccessibile la loro conoscenza, e questo vuol dire che il miglior modo che le persone hanno per capire perché il mondo sembri tramare contro di loro è chiedere a internet, dove troveranno molte seducenti teorie della cospirazione. E non credo dovremmo deridere le persone per questo. Inoltre, la classe dominante sembra davvero intenzionata a ucciderci tutti, quindi non sono così fuori strada.”

Abbiamo scelto 5 diffuse teorie della cospirazione e—con l’aiuto di Lagalisse e di altre quattro persone esperte in diversi campi—abbiamo provato a raccontare cosa ci sia di vero dietro questi “moderni miti popolari” (come li definisce Lagalisse) e come reindirizzarli in modo produttivo.

Le scie lasciate dagli aerei modificano il clima? Vero.

L’esistenza delle scie chimiche è una delle cospirazioni più famose e diffuse: gli aeroplani sarebbero usati per diffondere sostanze chimiche—visibili appunto come scie nei cieli—per (secondo una delle varie ipotesi) controllare clima e tempo atmosferico. Queste scie sono in realtà banali scie di condensazione, ma hanno realmente effetti sul clima. 

“Le nuvole formate dalle scie di condensazione hanno due effetti opposti sul clima,” ha spiegato a VICE via email Diana Bernstein, ricercatrice su dinamiche del clima e aerosol atmosferici alla University of Southern Mississippi e visiting scientist di Scienze della Terra e dell’atmosfera alla Cornell University. “Durante il dì, le scie di condensazione riflettono la luce del Sole nello spazio, e durante la notte intrappolano il calore che arriva dalla superficie terrestre, in questo caso riscaldando l’aria sottostante. È ancora incerto se sia l’effetto raffreddante o quello riscaldante a dominare, ma alcuni studi mostrano che durante la notte il riscaldamento stimato sia di tre gradi.”

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Per quanto le scie chimiche durino solo poche ore, sono solo una parte del contributo dell’industria aeronautica al cambiamento climatico. “L’industria aeronautica produce CO2—un gas serra—e contribuisce al riscaldamento globale,” ha continuato Bernstein. “Nei prossimi decenni ci aspettiamo un aumento nel traffico aereo del 5 percento ogni anno, e quindi un aumento delle emissioni di CO2 in atmosfera e del riscaldamento. Ci sono ancora molti punti incerti, per esempio non sappiamo quali carburanti saranno usati in futuro. […] Il sito Carbon Brief ha pubblicato proiezioni sulle emissioni di CO2 da parte dell’aeronautica [nei prossimi anni] per tre diversi possibili scenari.”

L’epidemia di SARS-CoV-2 e COVID-19 ha origine umana? Vero.

L’ipotesi che SARS-CoV-2—il virus responsabile della COVID-19—sia stato creato dagli esseri umani—magari in un laboratorio di Wuhan (da cui è poi fuoriuscito magari per un incidente)—è tanto popolare da essere apparsa più volte nel dibattito politico. SARS-CoV-2 non ha alcuna traccia di manipolazione (e assomiglia parecchio a un coronavirus isolato in pipistrelli, RaTG13), ma è vero che gli esseri umani hanno responsabilità in questa pandemia: COVID-19 è una zoonosi—una malattia che arriva all’uomo “saltando” da un’altra specie animale—e l’emergere di simili virus è strettamente legato al nostro impatto sull’ambiente.

“Dal 1976 abbiamo avuto decine di casi di virus diversi che hanno seguito esattamente la stessa strada: Ebola, HIV, virus del Nilo occidentale, SARS, influenze aviarie, MERS…” ci ha raccontato al telefono Marco Galaverni, Direttore scientifico WWF Italia e co-autore del rapporto Pandemie, l’effetto boomerang della distruzione degli ecosistemi. “Sono tutti virus che sono passati da popolazioni selvatiche—prelevate e gestite incorrettamente—all’essere umano. Era solo questione di tempo per avere la pandemia del secolo, e gli scienziati ci avevano messo in guardia da anni.”

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“Quando preleviamo risorse in modo irrispettoso diventiamo responsabili delle pandemie,” ha continuato Galaverni. “Può avvenire con la deforestazione—per ottenere legname o creare coltivazioni di palme da olio—può avvenire con la caccia di fauna selvatica. I traffici di risorse e specie naturali sono il terzo mercato illegale al mondo dopo commercio di armi e traffico di esseri umani. Il problema non è insomma la persona indigente del piccolo villaggio dove ancora si vive seguendo tradizioni millenarie, il problema è un traffico internazionale che depreda ogni angolo del pianeta, e soprattutto zone dove prima d’ora la presenza umana era trascurabile e dove ci esponiamo a nuovi patogeni a cui non siamo preparati.”

Esistono organizzazioni che vogliono controllare il mondo? Vero.

In tutte le sue varianti—spesso antisemite—una delle teorie della cospirazione più antiche è quella per cui il mondo sia governato da una élite segreta e globale. Magari è la cara vecchia Massoneria. O forse il New World Order (NWO, Nuovo Ordine Mondiale), che vuole creare un governo mondiale (o europeo) comunista (come si diceva soprattutto prima della dissoluzione dell’Unione Sovietica) o oligarchico. Oppure la “Cabal” di QAnon, una rete globale e (letteralmente) sotterranea di celebrità sataniste, vampire e pedofile (il “deep State”) che vogliono controllare i governi e vengono combattuti in segreto da Trump ed esercito. Ma, per esempio, l’Italia ha avuto davvero un’organizzazione segreta anti-comunista, Gladio, parte della rete NATO Stay-Behind e per un certo periodo strettamente legata alla loggia massonica Propaganda 2 (P2). E i fratelli Koch (Charles G. Koch e David H. Koch)—proprietari di una delle più grandi compagnie energetiche statunitensi—hanno per anni lavorato dietro le quinte per diffondere false informazioni che negassero l’esistenza del cambiamento climatico grazie a una fitta rete di contatti e finanziamenti politici.

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“Considerate, per esempio, come l’espressione nel titolo del mio libro, ‘cospirazioni dei re’, sia una citazione proveniente da una lettera scritta da alcuni compagni socialisti a Karl Marx nel XIX secolo,” ha scritto Lagalisse. “Stavano discutendo la Santa Alleanza. Dopo la Rivoluzione francese, tutti i re e le regine di Europa erano molto arrabbiati e hanno fatto un congresso—il Congresso di Vienna del 1814—dove hanno formato una ‘santa alleanza’ per cooperare su restrizioni internazionali all’editoria, sorveglianza transnazionale e deportazioni di militanti da parte di ogni sovrano minacciato di incursioni rivoluzionarie. Marx e i suoi compagni parlavano di come questo avesse reso più difficile il progetto di una rivoluzione proletaria, e hanno detto che ‘una cospirazione dei re deve essere contrastata da una cospirazione dei popoli.’ Intendevano dire che era necessario un grande movimento internazionale contro l’élite capitalista e il capitalismo.”

Tra le varie ragioni per cui Lagalisse parla di questa storia nel libro, ha spiegato a VICE, c’è proprio la volontà di demistificare il concetto stesso di “cospirazione”. “La parola è ora appesantita dalla sua associazione con la ‘teoria della cospirazione’ e il dibattito che la riguarda, ma un tempo sarebbe stato possibile per tutti noi discutere della politica come cospirazione,” ha detto l’autrice. “L’azione politica—che venga dall’alto o dal basso—necessita di cooperazione. E questa cooperazione—se è fatta con discrezione (e spesso deve essere fatta con discrezione)—è una cospirazione. Quindi la domanda non è ‘esiste una cospirazione?’ ma chi sta cospirando per fare cosa.”

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“Il punto è che abbiamo buone ragioni per non fidarci delle autorità,” ha continuato Lagalisse. “Abbiamo buone ragioni per chiederci se la CIA ha a che fare con il narcotraffico in America Latina e per non fidarci dell’industria farmaceutica. È buono e salutare sapere che i governi del mondo sono interessati a proteggere gli interessi delle élite, e che nelle loro attività quotidiane—negli accordi commerciali e nei summit sull’economia—stanno effettivamente cospirando contro le persone ordinarie e scovando modi ancora più sconvolgenti per estrarre profitto da noi senza darci niente in cambio. Per questa ragione—e siccome sappiamo che i governi volontariamente sfruttano tecniche di disinformazione per ottenere i risultati che vogliono—è importante essere ancora più sospettosi dei sospettosi e chiederci se sia possibile che questi poteri stiano manipolando proprio le teorie della cospirazione. Se stanno provando a deviare ricercatori indipendenti ben intenzionati.”

Le nuove tecnologie come il 5G sono strumenti di sorveglianza? Vero.

Alla fine del Settecento James Tilly Matthews—che già era rinchiuso nel Bethlem Royal Hospital per malattie mentali—ha iniziato ad affermare di essere controllato e torturato a distanza da un gruppo internazionale di spie giacobine con un marchingegno a base di pompe idrauliche e magnetismo—una deformazione delle scoperte scientifiche dell’epoca (tra cui le cure a cui era sottoposto). Simili storie nascono ogni volta che spunta fuori una nuova tecnologia e raccontano il nostro timore che oscure organizzazioni vogliano controllarci, magari attraverso forze e raggi invisibili; oggi, 5G e informatica sono oggetto di simili teorie della cospirazione, a volte insieme a vaccini ed epidemie.

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Il marchingegno (Air Loom) decritto da James Tilly Matthews, in 'Illustrations of Madness' di John Haslam

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I vaccini (per esempio quelli per la COVID-19) servirebbero a inserire microchip nel nostro corpo—per poi controllarci tramite 5G—o la pandemia di COVID-19 servirebbe a nascondere l’installazione di reti 5G, colpevoli in realtà della malattia e pensate (secondo alcune varianti) per sorvegliarci. Ma Matthews era davvero implicato in operazioni segrete in Francia, dove era stato arrestato dai giacobini e abbandonato dal governo inglese. Insomma, “solo perché sei paranoico non vuol dire che non siano davvero alle tue calcagna,” come cantava Kurt Cobain in Territorial Pissings (Nevermind), parafrasando il film Comma 22 di Mike Nichols.

Per l’organizzazione statunitense Freedom House, “la pandemia di coronavirus sta accelerando un drammatico declino globale nella libertà di internet. “Abbiamo visto che i leader politici di vari Paesi del mondo stanno usando la pandemia di COVID-19 come pretesto per manipolare l’informazione online e censurare le voci critiche,” ci ha scritto via email Kian Vesteinsson, analista ricercatore su tecnologia e democrazia a Freedom House. “In Italia, le autorità hanno attaccato canali Telegram colpevoli di distribuire senza autorizzazione quotidiani italiani in formato digitale e proliferati durante il lockdown.”

“Abbiamo anche visto come la crisi sanitaria globale stia anche dando l’occasione di gettare le fondamenta per il futuro Stato di sorveglianza,” ha continuato Vesteinsson. “Nel nome della lotta alla pandemia, diversi governi hanno potuto utilizzare tecnologie che una volta sarebbero state considerate troppo intrusive. […] I sistemi di sorveglianza approntati per combattere la COVID-19 si portano dietro rischi per la privacy dell’utenza e per la sicurezza dei suoi dati, anche quando sono sviluppati per minimizzare intrusioni nella privacy. Senza misure di sicurezza e controlli adeguati, questi strumenti possono esporre dati sensibili allo sfruttamento da parte di compagnie private, agenzie di sicurezza o hacker.”

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La crisi migratoria è provocata dall’Occidente? Vero.

L’immigrazione verso l’Europa e gli Stati Uniti d’America sarebbe promossa da forze occulte con sede proprio in Europa e USA. Il miliardario George Soros (ebreo e quindi sospettato di mille complotti) e le ONG statunitensi organizzerebbero migrazioni di massa dall’America Latina agli USA per portare elettori al Partito Democratico. Esiste un “piano Kalergi”—ideato dal filosofo austriaco Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi—per la sostituzione etnica della “razza bianca” europea. Non è chiarissimo a cosa servirebbe, ma considerate che questa teoria è stata ideata da Gerd Honsik, che è stato condannato per aver negato l’Olocausto.

Il fatto che queste teorie siano facili da smontare non deve farci sottovalutare le reali responsabilità di quello che chiamiamo “Occidente” nell’attuale crisi migratoria. “Storicamente, gli Stati occidentali e le multinazionali basate nei Paesi occidentali sono stati il motore dei processi di globalizzazione, compresi quei processi che hanno provocato migrazioni attraverso i confini nazionali,” ha scritto a VICE via email Felipe Filomeno, professore associato di Scienze politiche e studi globali alla University of Maryland, Baltimore County. “Un esempio è il flusso di migranti illegali dal Messico agli USA, aumentato rapidamente dopo che l’accordo NAFTA [North American Free Trade Agreement] è entrato in vigore negli anni Novanta. Mais sovvenzionato e prodotto negli USA è arrivato in Messico, trasformando in migranti i poveri coltivatori messicani. Un altro esempio è la crisi di rifugiati siriani ancora in corso, in parte risultato del destabilizzante intervento occidentale nella regione (per esempio della guerra statunitense in Iraq negli anni 2000).”

“Il cambiamento climatico ha reso ancora più chiari questi rapporti asimmetrici e i loro effetti sulle migrazioni,” ha concluso Filomeno. “Le persone che vivono nei Paesi ricchi hanno la maggior responsabilità per il cambiamento climatico a causa dei loro maggiori consumi e delle maggiori emissioni di CO2, ma vediamo altrove gli effetti maggiori del cambiamento climatico sulle vite delle persone, costrette a migrare dall’America Latina, l’Africa e l’Asia.”

Queste teorie della cospirazione hanno insomma un fondo di verità, e rappresentano seppur in modo confuso problemi reali che dovremmo affrontare. Non stiamo certo cercando di incoraggiarvi ad abbracciare QAnon, che è già cresciuta in modo allarmante (pure in Europa e in Italia) durante il lockdown e arriva ora anche nel Congresso degli USA grazie all’elezione di Marjorie Taylor Greene. Ma—proprio perché le cosiddette “teorie della cospirazione” si stanno diffondendo—forse è meglio se smettiamo di considerare i “cospirazionisti” dei reietti e cominciamo a cercare un modo per confrontarci con loro e per non lasciarli in mano all’estrema destra.