Tecnología

Gli Starivori sono le forme di vita che potrebbero divorare il sole

Nell’universo potrebbe esserci ogni sorta di forma di vita aliena, dai batteri ai robot superintelligenti. Tuttavia il concetto di uno starivoro—un organismo che si nutre di stelle—potrebbe sembrare folle anche al più sfegatato fan di fantascienza. Ma se queste creature esistono, probabilmente sono nascoste nei dati astronomici che abbiamo già a disposizione.

È per questo che il filosofo Clement Vidal, ricercatore presso Università Libera di Bruxelles, con Stephen Dick della Library of Congress, il futurologo John Smart e l’imprenditore in nanotecnologie, Robert Freitas, sta sollecitando delle ricerche scientifiche per indagare sull’esistenza di organismi che mangiano le stelle. Vidal, che ha coniato il termine “starivori” in un suo studio del 2013, è il primo ad ammettere la stranezza dell’idea. Tuttavia, insiste sul fatto che alcune delle scoperte scientifiche più importanti siano state fatte proprio esaminando i processi naturali da prospettive radicalmente diverse rispetto al passato.

Videos by VICE

“Newton non ha scoperto nuovi corpi gravitazionali: ha assunto una diversa prospettiva su un fenomeno e ha scoperto l’esistenza di nuove cose,” mi ha detto Vidal. “Può anche essere possibile che intelligenze extraterrestri siano già nascoste da qualche parte nei nostri dati. Reinterpretare alcuni sistemi stellari come enormi organismi viventi è un esempio di questo cambio di prospettiva.”

Forme di vita intelligenti potrebbero essere già disperse per tutto l’universo, ma se mai scopriremo civiltà aliene intelligenti, probabilmente ci supereranno in modo inimmaginabile per tecnologia e capacità intellettive. È impossibile dire esattamente come vivrebbe una civiltà ultra-avanzata, ma è probabile che una loro caratteristica—secondo gli scienziati che si occupano di tali questioni—sarà la capacità di processare enormi quantità di energia.

“La nostra civiltà produce minuscole quantità di energia—un bilione di volte meno rispetto all’energia prodotta dal sole,” mi ha detto Avi Loeb, direttore del dipartimento di astronomia dell’Università di Harvard. “Si può immaginare che alcune civiltà avanzate saranno in grado di controllare tutta l’energia della loro stella ospite. La domanda è: “come?”

Degli organismi che si cibano di stelle potrebbero essere la risposta a questa domanda e potrebbero cambiare il nostro concetto di vita. Gli starivori di Vidal richiedono una concezione della vita libera da limiti terrestri (ovvero dal fatto che la vita richieda carbonio, ossigeno, acqua eccetera). Ma il metabolismo—la conversione controllata della materia in energia e l’espulsione dei rifiuti—è, per definizione, comune a tutti gli organismi viventi. E pare che ci sia un certo numero di oggetti celesti nell’universo che mostra comportamenti simili, ad esempio alcune stelle binarie.

“I flussi di energia, la manutenzione dell’organizzazione interna e l’esportazione di entropia, sono tutti elementi presenti in alcuni sistemi binari,” ha scritto Vidal nella sua tesi di dottorato pubblicata l’anno scorso.

Il che è come dire che ciò che gli astronomi potrebbero aver scambiato per due enormi ammassi di plasma stretti in un abbraccio gravitazionale potrebbero in realtà essere una civiltà di organismi alieni che divora una stella.

Ora, molti sistemi stellari doppi si comportano in un modo che non assomiglia neanche lontanamente a un sistema metabolico. Le binarie a contatto si scambiano in modo vigoroso materia ed energia, ma il processo non è stabile, mentre le binarie non a contatto non si scambiano proprio materia. Ma in alcuni sistemi binari semidistaccati l’energia fluisce da una stella all’altra in modo controllato, mentre il gas viene espulso in modo regolare attraverso novae o jet. È quest’ultimo tipo di sistema binario, secondo Vidal, che potrebbe nascondere una forma di metabolismo—forse proprio di un organismo intelligente.

Per dirla tutta, l’idea di Vidal non è totalmente nuova. Nel romanzo Il Costruttore di Stelle Olaf Stapledon immaginò una civiltà avanzata che si cibava dell’energia di una stella artificiale parte di un sistema binario costruito per alimentare uno spostamento infinito nello spazio. Vidal ha preso ispirazione anche dalle Sfere di Dyson, delle ipotetiche megastrutture che potrebbero essere costruite intorno a una stella per catturarne praticamente tutta l’energia.

Ma per quanto intrigante, la nozione di forme di vita avanzate nascoste in corpi celesti ha un enorme problema: non esiste un modo empirico per provarne o negarne l’esistenza.

“La difficoltà di questa idea, come di ogni altri idea che riguardi forme di vita intelligenti avanzate, riguarda la scoperta di segnali,” afferma Loeb. “Se sapessimo cosa stiamo cercando, l’avremmo già trovato.”

Vidal è d’accordo. “Ovviamente la conferma o la confutazione di questa idea va oltre le mie capacità. Deve esserci un lavoro di squadra, con un grande convoglio di energia da parte di astrofisici e astrobiologi.”

Se qualche ricercatore prenderà sul serio la strada dello studio degli starivori è ancora da vedere. Ma sarebbe avventato escluderne la possibilità a priori. Dopotutto nella comunità scientifica nuove ricerche per forme di vita—basate su dispersione di calore, inquinamentosfere di Dyson—vengono prese in considerazione continuamente.

E se Vidal avesse ragione, il modo in cui concepiamo l’universo potrebbe cambiare radicalmente. E potrebbero esserci migliaia di starivori soltanto nella nostra galassia.