Se c’è una cosa che Goa—il più piccolo Stato federato dell’India—ci ha insegnato negli anni è che i rave non si fermano mai. Persino nel bel mezzo di una pandemia.

Prima che Goa diventasse nota per i club commerciali e le spiagge troppo affollate, era un paradiso hippie che trasudava un’energia di inclusione e libertà. Negli anni Sessanta, mentre il movimento di controcultura hippie cresceva negli Stati Uniti e in un’Europa spaccata dalla guerra fredda, persone vagabonde provenienti da questi paesi hanno iniziato ad avventurarsi nell’Asia meridionale, spesso a piedi, attratte dalla natura spirituale del continente. In quegli anni, un certo “Eight Finger” Eddie si è imbattuto per caso nella piccola cittadina di pescatori chiamata Goa.
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Il piccolissimo stato, annesso dall’India indipendente nel 1961, era stato fino a quel momento una colonia portoghese e portava i segni di un’influenza europea che lo rendeva più ospitale verso le persone straniere rispetto ad altre parti del Paese. Così, quando si è sparsa la voce che in un piccolo stato in india si potevano trovare cultura inclusiva, senso di pace, spiagge dorate, relativa assenza di autorità e un sacco di droghe, hippie da tutto il mondo hanno iniziato a confluire in quel luogo.

Le prime persone a stabilirsi a Goa sono arrivate a Colva, una spiaggia nella parte più meridionale dello stato, ma è poi stato Anjuna, un paesino più a nord, a diventare l’epicentro della psichedelia. Leggenda vuole che dato che Anjuna non aveva una stazione di polizia all’epoca, le sue spiagge e la cultura tranquilla l’hanno reso il posto perfetto per lo sviluppo di una scena psichedelica come poche altre nel mondo.
Lì, era facile procurarsi sostanze come LSD ed MDMA, che sono state legali negli Stati Uniti fino al 1968 e il 1985 rispettivamente. Molte persone erano anche affascinate dal charas—un tipo di derivato della cannabis prodotto dall’estrazione della resina dei fiori che era indigeno in India—che all’epoca era accettato sia da un punto di vista sociale che religioso, ed è poi stato messo fuori legge nel 1985.

Un goano chiamato Joe “Banana” Almeida ha aperto un bar ad Anjuna, aiutando i turisti in arrivo a familiarizzare con la scena locale, facendo da ponte tra la popolazione goana che parlava Konkani e i visitatori occidentali. Con l’aumentare delle persone, il paesino è diventato il centro delle notti di rave chiamate Full Moon party, così come delle feste di Capodanno che duravano spesso una settimana intera.


Col passare degli anni, anche la componente musicale è mutata, allontanandosi dal rock psichedelico degli inizi, per trasformare Goa nell’unico stato indiano con una vera scena di musica elettronica.
La gente del posto dice che la prima traccia elettronica mai suonata a Goa sia stata un pezzo dei Kraftwerk, una band tedesca che si è specializzata nel synth-pop negli anni Settanta, dopo che un visitatore ha portato una loro audiocassetta sulle spiagge dell’India.


Dopo, c’è stata una svolta netta verso la musica elettronica, benché, apparentemente, chi si calava gli acidi era riluttante al cambiamento e preferiva restare fedele ai suoni acustici in mezzo alla natura.

Intorno alla metà degli anni Ottanta, la filosofia di pace e amore del movimento hippie ha cominciato a scemare, lasciando posto a DJ della scena psy-trance come Laurent, Fred Disko e Goa Gil. Col sorgere degli anni Novanta, i rave psichedelici di Goa sono passati da essere una scena underground a una riconosciuta in tutto il mondo.

Oggi, persino le serate “underground” a Goa sono pesantemente commercializzate, spesso viste come spazi sovraffollati pieni di gente che balla sotto luci colorate. Ma i rave psichedelici di Goa sono sempre stati una ricerca di inclusione, libertà e della possibilità di vivere come se il mondo finisse a ogni luna piena.
Per preservare questa sentimento intangibile che accompagna Goa, una pagina Facebook intitolata “I Love Goa” ha raccolto foto che risalgono ad alcuni dei momenti più incredibili dell’era psichedelica di quel luogo.


“Molte delle persone che si vedono in queste foto di Goa degli anni Settanta e Ottanta hanno perso i contatti con chi conoscevano lì e sono riuscite a ritrovarsi tramite la mia pagina,” racconta a VICE la persona che la amministra in forma anonima, spiegando perché ha deciso di raccogliere lì i momenti della scena rave psichedelica di Goa.


“Queste foto raccontano una storia che risale agli anni Settanta e Ottanta, un’epoca chiamata l’era degli hippie, dove le persone si godevano la vita ballando con chi amavano nel mezzo della natura.”






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