MIA si è tolta qualche sassolino dalla scarpa

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Musica

MIA si è tolta qualche sassolino dalla scarpa

MIA si è stancata del gioco al buono e al cattivo tipico dei media statunitensi e ne ha una per tutti: da Trump a Hillary Clinton fino a Beyoncé e Kendrick Lamar.

(Tutte le foto sono di Francesca Allen)

Mathangi "Maya" Arulpragasam dice che questo sarà il suo ultimo album. Dice che è stanca di combattere il mondo, stanca di essere un'agitatrice. Qualche mese fa aveva raccontato che AIM, il suo nuovo album, sarebbe stato più personale e meno aggressivo. Che, dopo anni passati a scrivere musica impegnata, era stanca di combattere. Ha scritto un album più personale, e chiusa lì. A posto. Il che è una scelta di vita sorprendente, in un certo senso, per un'artista che ha passato quindici anni a essere lodata per il suo feroce attivismo, i suoi motivi visuali e le sue opinioni schiette. Una battuta che si faceva un tempo diceva che Noel Gallagher dovrebbe vendere le sue interviste e regalare i suoi album e, anche se MIA fa dischi molto più belli di quelli degli High Flying Birds, ci sono stati in momenti in cui è come se anche lei avrebbe potuto trarre benefici da quel modello commerciale. È stata ritratta sulla copertina di qualsiasi importante pubblicazione cartacea del mondo, rilasciando dichiarazioni provocatorie che hanno provato a ripensare alcuni dei più grandi dibattiti dell'era moderna: quelli sul terrorismo, sulla sicurezza, sull'immigrazione e sull'attivismo, sfidando a viso aperto le narrazioni dominanti in occidente. Anche le sue performance musicali più celebri━con Kanye ai VMA mentre era incinta, quando fece un dito medio alla telecamera durante il Superbowl mentre si esibiva assieme a Madonna━sono diventate parte importante della cultura pop, avendo sovvertito qualsiasi preconcetto legato alla definizione di una popstar donna. Ma MIA ha anche fallito in alcuni ambiti legati alle entità che ha criticato o irritato. Non può entrare negli Stati Uniti anche se è lì che vive il suo ex-marito, e loro figlio visita il padre con regolarità; si è trovata coinvolta in cause contro la NFL e il Paris Saint Germain, ed è stata accusata di essere una terrorista da chiunque, da alcuni rapper del suo Sri Lanka a Fox News. Insomma, il fatto che ne abbia abbastanza è comprensibile, così come le motivazioni per cui l'idea di vita più semplice possa avere su di lei un certo fascino. Questo era quello che pensavo mentre mi dirigevo verso un hotel di Shoreditch per parlarle. Avremmo chiacchierato della sua carriera, i punti alti e bassi degli ultimi dieci anni; dei motivi per cui aveva scelto di mollare il colpo, del suo nuovo disco e del modo in cui sembra evitare le provocazioni con le sue battue ed esagerazioni. (Per fare un'esempio: su "Freedun", il pezzo che ha registrato assieme a Zayn Malik, rappa, "Ho swag, amico, giro sul mio furgone swag, dalla repubblica della gente dello Swagistan".) Pensavo avremmo parlato del modo in cui era diventata quello che aveva sempre detto di voler diventare: una popstar globale, senza confini o paesi, conosciuta in tutto il mondo.

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Iniziamo a parlare del video di "Freedun", registrato sull'Himalaya, con Maya che "camminava come Howard Hughes provando a dirigere un video con un serbatoio sulle spalle," per la mancanza d'ossigeno. Lentamente, però, capisco che ha una cosa da dire, e non c'entra niente con il suo nuovo album o la sua uscita di scena dal mondo della musica. Evita velocemente alcuni miei tentativi iniziali di parlare di AIM, e quindi cambiamo argomento e le chiedo della crisi dei rifugiati.

È passato un anno da quando venne scattata la foto di Alan Kurdi, il bambino di tre anni annegato su una spiaggia del Mediterraneo. Per tutto il mese successivo, se guardavi una copia del Sun era tutto una serie di appassionati ritratti di rifugiati, ed era come se per un attimo il mondo intero avesse imparato il significato della parola "compassione".
E poi, invece, abbiamo scelto la Brexit.

Perché credi sia successo?
Non ne ho idea━come ha fatto l'Inghilterra a prendere una decisione simile? Avrà conseguenze tali che sarebbe stato molto meglio per la nazione lasciar entrare centomila persone.

Cose come lo studio della Joseph Rowntree Foundation, che hanno scoperto che la maggior parte della gente che aveva votato per la Brexit veniva dalla classe operaia, ti hanno sorpresa?
Bé, ha senso, perché sono loro che devono vivere assieme agli immigrati.

Bé, spesso vivono in città dove non ne vivono poi così tanti. A Londra, dove l'immigrazione è un fenomeno ovvio e ben visibile, si è votato per rimanere.
È vero.

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Perché credi che la gente abbia paura?
Perché ha percepito la minaccia dell'imminente arrivo di immigrati nel loro quartiere. Era tutto basato su teorie che non sarebbero mai diventate realtà. Puoi dipingerle come vuoi, non sono vere. La realtà di questi sessantacinque milioni di persone è la loro natura di schiavi moderni━sono loro che finiranno davvero a fare lavori di merda senza aver la minima possibilità di esprimere la loro opinione. Verranno trattati di merda. Sono i veri oppressi, saranno loro a far funzionare le nostre fabbriche, e probabilmente saranno loro che verranno mandati in guerra.

"Abbandonare la musica" è una celebre tattica di marketing; un modo per tirare su un po' di interesse per qualche concerto d'addio. Poi, l'inevitabile ritorno e il raddoppio del prezzo dei biglietti, un po' come hanno fatto gli LCD Soundsystem. Non penso che MIA si presterebbe a tattiche simili, dato che ha passato tutta la sua carriera a opporsi a qualsiasi tipo di strategia di marketing tradizionale. Ma non c'è il minimo segnale, in Maya, che faccia intendere una sua volontà di smetterla di gettarsi in quel caos che è la politica. I suoi occhi si accendono, è pervasa da una sorta di energia, e si capisce che vuole tirar fuori certe cose che le ronzano in testa da una vita. Cose che non le chiedo, ma di cui vuole veramente parlare. "È strano," dice, quando le suggerisco che questa non è la nuova MIA che aveva promesso, "perché non mi va di parlarne ma allo stesso tempo sento il dovere di farlo, perché sennò chi lo farebbe? Per proteggere certe ideologie non mi è stato permesso di parlare di politica, o di cose che ritenevo importanti." La guardo, un po' incredulo━non penso MIA abbia mai rilasciato un'intervista senza dare del terrorista a un presidente o puntare i riflettori su qualche lotta globale. "Quando non ti è stato permesso di parlare di politica?" dico. "Bé, il modo in cui ho parlato delle cose su Maya, due album fa, aveva scatenato una reazione pazzesca. Sarei dovuta finire sul New York Times per questo articolone…"

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Questa è una delle cose di cui Maya vuole davvero parlare, oggi: un'intervista che ha rilasciato al New York Times. La giornalista, Lynn Hirschberg, dipinse MIA come una persona impreparata, che si inventava cazzate sulla sua discendenza, aveva un'idea politica inconsistente e viveva una vita agiata mentre sosteneva di rappresentare i poveri del mondo. Suggeriva che MIA fosse brava a fare la popstar, ma non sapesse davvero nulla degli eventi globali di cui parlava. Maya rispose all'uscita del pezzo twittando il numero di telefono della giornalista così da permettere ai suoi fan di vendicarla. Tutto questo è successo sei anni fa, ed è come se lei ne fosse ancora tormentata. Nomina quei fatti almeno altre sei volte. "Il senso di quel pezzo era, possiamo veramente abbracciare 'gli altri' se non esiste un fattore politico. Se ce n'è uno, crediamo sia meglio tagliarli fuori e costruire un muro. Penso che una situazione simile abbia creato uno strano campo di battaglia che la musica pop non può permettersi di non trattare." Le rispondo che penso la questione sia più complicata, dato che da quando ha iniziato la sua carriera è come se la politica fosse diventata parte sempre più importante della musica pop. I grandi artisti sono più espliciti nelle loro opinioni rispetto a dieci anni fa. Superstar come Kanye e Beyoncé parlano con regolarità di lotte razziali e politiche, e non in un modo accomodante alla "donate in beneficienza", ma spesso scontrandosi con idee radicali sui privilegi e i pregiudizi che persistono in America. "In America stanno per esserci le elezioni, quindi si può parlare solo di argomenti che supportano un'agenda politica," risponde lei. "Puoi parlare di immigrazione se la cosa aiuta Trump, puoi parlare di femminismo se la cosa aiuta Hillary, puoi parlare di oppressione se significa che qualsiasi americano che si sente oppresso possa votare per chiunque ne parli━qualsiasi cosa e persona fuori dall'elezione non importa realmente, e quello era ciò che volevo dire." Il che sembra un po' superficiale. Il movimento Black Lives Matter, ad esempio, ha l'obiettivo di dare una voce a chi è stato continuamente ignorato e abusato dal sistema politico e dal sistema giudiziario. E anche se c'è un'idea politica e partitica dietro alla cosa, è difficile considerarlo come un tipo di attivismo atto a ottenere voti. Quando parli con Maya, però, devi prendere le sue parole non solo per il loro significato più immediato. Quando dice, "Quello era ciò che volevo dire", non si sta riferendo a quello che voleva dire ora, in questa discussione. Si sta riferendo a quello che voleva dire cinque mesi fa, quando aveva rilasciato un'altra intervista all'Evening Standard. Mi rendo conto velocemente che da qualche tempo ha qualcosa d'altro che le gira in testa: il furore creatosi attorno a quelle dichiarazioni e la sua conseguente rimozione dal cartellone dell'Afropunk.

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Un po' di contesto: quest'anno, MIA era stata assoldata come headliner del primo Afropunk Festival di Londra, un franchising del popolare festival newyorkese dallo stesso nome. In cartellone c'erano diversi artisti di colore tra cui SZA, Kwabs, Akala e Loyle Carner. Poi, rilasciò un'intervista all'Evening Standard in cui disse:  "È interessante che in America il problema di cui è lecito parlare sia Black Lives Matter. Per me non è niente di nuovo━è quello che Lauryn Hill diceva negli anni Novanta, o i Public Enemy negli Ottanta. Beyoncé o Kendrick Lamar diranno mai che anche le vite musulmane importano? O che le vite siriane importano? O che questo bambino pakistano importa? È una domanda più interessante da porsi." Molti criticarono Maya, attivisti di Black Lives Matter compresi, per la sua ignoranza riguardo alle lotte razziali in America. Poco dopo la pubblicazione dell'intervista, l'Afropunk la tolse dal suo programma, dicendo che volevano che il loro primo festival a Londra fosse "fatto bene". Dopo aver parlato "con l'artista e la comunità" avevano deciso che Maya non si sarebbe più esibita. Le critiche, in fondo, erano basate sul fatto che fosse una donna inglese la cui famiglia viene dallo Sri Lanka. Non aveva alcun diritto di commentare sulle lotte combattute dagli americani di colore, né rappresentava le battaglie dei musulmani o dei siriani. MIA sembrò capirlo, e twittò che le era stato detto di "restare nella sua corsia", concludendo però con: "Ha non c'è una corsia per sessantacinque milioni di rifugiati, le loro corsie sono state fatte saltare in aria!" La verità è che le idee di Maya su tutto questo sono molto più complicate, ed è di questo che vuole parlare. Vuole parlarne attraverso la lente della crisi globale dei rifugiati, dell'immigrazione, della Brexit e dell'islamofobia. A volte non riesce nemmeno a parlare, e inizia a disegnare diagrammi e a prendere appunti. E allora ci mettiamo d'impegno. Ci sono momenti in cui quasi si lancia in invettive, e riconsidera diverse sue opinioni più volte. Ma sul momento non sembrava così. Sembrava solo che stesse cercando di farsi capire.

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Che cosa volevi dire con quei commenti che avevi rilasciato all'Evening Standard?
Il motivo per cui è figo parlare di politica, ora, è che qualsiasi cosa tu dica può facilmente diventare parte dell'elezione, e ora come ora si può parlare di immigrazione solo in un certo modo. Non mi piace che si dica che "I siriani devono diventare popstar siriane in America per parlare della Siria" perché non succederà mai, no? Come mai non ne parla nessuno?

In che senso?
Come mai nessuno parla mai di come, nella cultura pop americana, ci sia una mancanza di voci "esterne"? Chiunque mi abbia gettato del fango addosso si è scordato tutto quel pezzo di conversazione. Se guardi il pop americano, i primi quindici artisti, c'è qualcuno━a parte Adele e i Coldplay━di non americano? E persino Adele e i Coldplay sono bianchi, e inglesi. Come può chunque altro riuscire a parlare di quello che gli sta a cuore?

Ma non è esattamente il ruolo che hai rivestito tu negli ultimi anni?
Ma ci sono solo io, e sono stanca di sentirmi dire che devo stare zitta e parlare solo della mia esperienza. Sarebbe bello, sai? Sarebbe un cazzo di privilegio se dovessi parlare solo dei Tamil [la sua etnia, ndt], ma ora come ora devo parlare dei Tamil, dei pakistani, dei siriani, e dei cambogiani. Sto già portando una lotta enorme sulle spalle. Ma il fatto che parlo di queste cose non significa che non sia all'oscuro delle lotte che stanno combattendo gli americani. Mi piacerebbe supportare la comunità LGBTQ, e la comunità nera, e la comunità latina━riesco ancora a identificarmi nelle loro lotte. Ma, non essendo americana, mi rendo anche conto dell'ingiustizia insita nella cosa. Si potrebbe dire che un siriano è la persona migliore per parlare dei problemi della Siria.
Come si può sostenere qualcosa di simile quando i siriani non hanno l'opportunità di diventare icone pop in America perché non abbiamo creato un'arena politica nel pop che permetta a queste persone di venire fuori e discutere di queste cose? Come puoi vedere chiaramente dal pezzo del New York Times, mi è stato detto deliberatamente di starmene zitta riguardo alle mie idee politiche, e che sarei diventata una popstar se avessi smesso di parlare━e me l'hanno detto per anni! Ho scelto di non farlo. Era come se chiunque ti consigliasse di stare tranquilla e tenere un basso profilo, oltre a quell'articolo in sé?
Guarda quello che ho dovuto fare. Guarda le altre popstar━hanno fatto tutto quello che dovevano fare per diventare popstar, qualsiasi cosa sia. Io sono diventata una popstar partendo dall'essere un'immigrata━lavoravo 23 ore al giorno, facevo arte, mi cucivo i miei vestiti, mi producevo i miei beat e mi scrivevo i miei rap. La mia identità viene da molte comunità, persone, suoni, esperienze e livelli. Quando venni fuori, mi chiedevano tutti che cazzo di genere facessi. Non mi riuscivano a mettere né nella world music, né nel rap né nell'R&B. Ho dovuto creare io un modello. Sono dovuta essere un'artista di mondo che conosce bene la musica ma ha anche vere opinioni e idee politiche, e riesce a parlare delle cose difficili quando tutti iniziano a tirarle fango addosso. Ho dovuto essere forte, e legata a una vera rivoluzione in cui c'è gente che muore, mentre la gente mi dava della falsa. Mi è stato detto che non potevo vendere il mio disco da HMV [una famosa catena di negozi di musica britannica, nda] perché aveva troppe influene strane e non era di nessun genere in particolare.

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Ma da HMV vendono la tua musica. Non hai vinto, alla fine?
Alla fine! Ma è esattamente questo che mi sento in bisogno di difendere. La mia musica viene da un'unione di tutte queste comunità. Un bianco mi ha detto questo, un nero mi ha detto questo, un indiano mi ha detto questo, e io ci ho fatto una frase━è possibile. È letteralmente così.

La cultura popolare, ora come ora, sta però andando contro quest'idea. È come se fosse lecito discutere solo le lotte legate alla tua esperienza di vita e alla tua eredità, e vietato parlare di qualsiasi altra cosa. 
È una logica davvero divisoria. Non è quello che ho fatto e non è parte del mio lavoro.

Come ti fa sentire la cosa?
Il motivo per cui questo si collega all'idea per cui solo i siriani possono parlare della Siria e perché questa non funziona, è che stai ignorando il contorno della cosa: stiamo giocando su un campo americano. Hai un campo da calcio, e quel campo da calcio è effettivamente IN America. Non è nel mezzo del Pacifico, circondato da cinque continenti diversi in uno spazio neutrale. [A questo punto Maya inizia a disegnare un campo da calcio dimostrando quali sezioni appartengano a quali artisti.]

Quindi, quando poi hai fatto quei commenti su Black Lives Matter, è venuto fuori tutto questo casino…
Insomma, è stato tipo, "Ok, va bene, resterò zitta, avete vinto voi. Parlerò solo dei Tamil d'ora in poi, ma quanti calciatori siriani farete entrare in campo quest'anno?" Anche se vengo giudicata, vengo giudicata dall'occhio privilegiato di un americano. E non negare il fatto che anche tu hai sperimentato alcuni di questi privilegi, se ti paragoni a un ragazzo siriano o a un ragazzo tailandese che lavora in fabbrica. Capisci? Paragonato a loro, anche se sei di Compton, sei comunque un privilegiato.

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Se hai a cuore così tanto la cosa, perché hai deciso di mollare? Durante la nostra conversazione hai detto, "Ci sono solo io che posso farlo e devo andare avanti," ma anche "Mi sono arresa, avete vinto." Sicuramente le due cose non possono coesistere?
Voglio andrmene! È come se fossi scesa da una montagna per fare questa conversazione. La situazione è questa: ok, me ne andrò, ma per favore lasciate a cinque altri rifugiati l'opportunità di diventare pop star. Se pensate che la gente debba diventare famosa perché si possa parlare della loro nazione, allora resterò qua a guardare questo spazio. E sarò lì a guardare, la prossima volta che darete un premio a un ragazzo siriano. Sono quindici anni che combatto questa battaglia, ma voglio assicurarmi che lasciate fare lo stesso ai siriani, o ai libici, o agli yemeniti. E voglio vedere che cosa succederà la prossima volta che ci ritroveremo a far esplodere mine in Africa, che quei ragazzi africani abbiano le stesse opportunità che i ragazzi americani hanno, per il colore della loro pelle.

Si può sostenere che Maya non capisca la natura e la storia della lotta di razza americana, si può dire che diversi gruppi soggiogati non debbano esistere come opposti l'uno dell'altro ma debbano essere parte dello stesso movimento. Si potrebbe questionare sulla vaghezza del "loro" concettuale che continua ad attaccarla, e i modi a volte semplici nei quali vede lotte complesse. Ma quello che dice ha senso. Se decidiamo che solo le persone che hanno un'esperienza diretta di una particolare lotta possono parlarne apertamente, allora dobbiamo assicurarci che ci siano un sacco di rifugiati-celebrità che vengono da una Siria martoriata della guerra, altrimenti sentiremo parlare solo delle battaglie che si combattono sul nostro zerbino. Chi è stata l'ultima popstar palestinese? Dove sono i famosi attori siriani che possono parlare legittimamente delle intricate vie della guerra civile? Poter raccontare la propria storia è un percorso lungo e difficile━in America, in particolare, ci possono volere generazioni prima che un immigrato possa muoversi tra i ranghi della società fino a un punto in cui gli è permesso di raccontare la sua esperienza. Nel frattempo, forse, avere una persona che non ha paura di ammettere che il suo obiettivo è portare quelle voci nel mainstream è meglio che non poterle sentire affatto.

L'unica cosa che per me non ha senso, comunque, sono i motivi per cui vuole ritirarsi dalle scene. Se crede veramente di aver bisogno di dare una voce a chi non ne ha una, perché ha deciso di smettere adesso? Faccio un ultimo tentativo.

Ti viene mai voglia di combattere in un modo diverso, anche senza fare musica? Magari è arrivato il momento di mettere un completo, andare a un talk show e parlarne in quel modo.
No━posso parlarne solo in quanto musicista, e posso parlarne solo in quanto musicista che è stata effettivamente fottuta esattamente su questo argomento cinque anni fa. È per questo che penso sia importante parlare del contesto che mi rende la persona che sono. Se leggi l'articolo del New York Times, questo dice, "Sarebbe una grande pop star se non parlasse di politica." Ora mi state dicendo l'esatto opposto. State dicendo che le vostre pop star possono parlare di politica, benissimo, ma solo della loro. Io l'ho fatto e mi avete derisa, mi avete detto, "Bé, stai zitta e mettiti dei tacchi alti, fai una coreografia e sarai perfetta."

Quella porta ti era stata aperta, avresti potuto farlo. E invece hai scelto di continuare a parlare di politica, e questo sarà il tuo ultimo disco…
Non entrerei mai in politica. Perché dovrei farlo? Non è un gesto realistico, vero? Non c'è alcuna verità nella politica. Preferirei aprire una compagnia di taxi piuttosto che entrare in politica.

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