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Cultura

Vendere mutande usate online è incredibilmente difficile

Forse Orange is the New Black vi ha suggerito che ci si fanno un sacco di soldi. Be', non è così.
Foto di Lana Abie via Unsplash.

Ad alcune persone piace la biancheria sporca altrui. Impazziscono per le mutande, ma a volte bastano anche calzini, giacche o qualsiasi altro indumento disponibile. Per alcuni il fattore scatenante è l'odore, mentre altri si eccitano all'idea di stabilire un legame così intimo con una persona. A prescindere da quale sia la motivazione, i feticisti di questo tipo sono davvero in tanti. E negli ultimi anni, decine di storie, tra cui anche un episodio della terza stagione di Orange is the New Black, ci hanno fatto credere che vendere la propria biancheria intima usata online fosse un gioco da ragazzi (soprattutto per le donne).

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Esistono siti specializzati che vendono solo biancheria usata: PantyTrust, ad esempio, è online dai primi 2000, quando il mercato di biancheria usata era ancora agli albori. Dal 2010 in poi ne sono nati molti altri, tra cui SellYourPanties, PantyDeal e SofiaGray. "Ora ce ne sono tantissimi, non li conosco nemmeno tutti," dice il co-fondatore di SellYourPanties, che si fa chiamare Paul. "Ogni mese scopro un sito nuovo."

Alcuni portali fanno pagare una quota d'iscrizione singola, altri prendono commissioni su ogni ordine, ma la maggior parte dei siti propongono servizi in abbonamento, a dieci o 20 dollari al mese. Sebbene tutti vantino migliaia di iscritti, PantyDeal dichiara 460mila venditori—in realtà, molti sono account vecchi o scaduti. "Sulla nostra piattaforma ci sono moltissime nuove iscrizioni ogni giorno," dice Elsa Angulo, referente di PantyDeal. Ma se vendere biancheria usata è così facile, perché molti scelgono di usare queste piattaforme a pagamento, dove la concorrenza è spietata e il rischio di non vendere nemmeno un calzino lurido incredibilmente alto? A quanto pare, Orange is the New Black ci ha ingannato. Vendere slip usati sui forum e tramite i social è davvero difficile, e molti rivenditori lo confermano. Altro problema da non sottovalutare: spesso è pericoloso. Le piattaforme a pagamento, invece, sono un luogo sicuro dove trovare veri acquirenti interessati ed evitare situazioni spiacevoli. Eppure anche qui, vendere sta diventando difficile.

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In teoria, potrebbe bastare un sito personale o un profilo social, oppure si potrebbero utilizzare i forum e le inserzioni su Craigslist. Anche Twitter, tra i più potenti strumenti potenziali di vendita, tollera la promozione di prodotti e servizi personali, e soprattutto tollera molte attività NSFW. Reddit ha un sub dedicato, con una community di circa 51mila acquirenti e venditori. E anche se Craigslist e altri siti proibiscono la vendita di biancheria, molti utenti li usano lo stesso.

Ma in questo mare sconfinato che è l'internet, con ricerche di questo tipo ci si imbatte spesso in "gente che cerca solo chat gratuite, o tizi che mandano dick pic non richieste," dice Kit, che vende la sua biancheria online dal 2016. Non si contano, purtroppo, le storie di tutte le donne che hanno provato per mesi a promuovere i propri prodotti online e che si sono viste arrivare decine di proposte indecenti, offerte di lavoro come escort e mail di molestatori. E per cosa? Solo pochi ordini e un paio di centinaia di euro. Le fregature non mancano, però, anche per i clienti, dice Serena, un'ex venditrice su PantyTrust. Anche i rivenditori autentici, aggiunge, "a volte falliscono, e non riescono a consegnare la merce corretta."

Alcuni di questi siti cercano di arginare il problema: PantyTrust, ad esempio, è nato da un forum di feticisti stufi di truffatori e venditori disonesti, attraverso una lista di venditori affidabili. "Questo aiuta anche noi venditori a migliorare la qualità del business," racconta Serena.

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Le piattaforme dedicate, spiega Serena, riducono l'impegno di gestire un sito proprio e i rischi legati alla compravendita online. La cosa più importante, però, è che questi siti creano delle community di venditori e una sorta di codice di condotta comune, eliminando gli acquirenti problematici. "Stiamo uniti e ci aiutiamo a vicenda," dice Mistress Kimberly, che ha iniziato a vendere su Craigslist nel 2016, prima di iscriversi a Panty Trust: "ci scambiamo idee per i pagamenti, il packaging e la spedizione, ma anche foto e video."

Tutto questo, comunque, ancora non garantisce i soldi facili di cui parlano molti articoli. Innanzitutto, la vendita di biancheria online è un business che ha effettivi limiti pratici. La maggior parte degli acquirenti infatti cerca biancheria indossata per almeno un giorno, fino a un massimo di tre giorni. E se fai i calcoli "in una settimana, non ne puoi indossare più di tante," dice Misssmithxxx, venditrice britannica su PantyTrust. Alcuni venditori hanno anche provato a produrre in serie dei capi con odori artificiali. Ma i veri esperti sanno che questa strategia non può funzionare sul lungo termine. "I clienti sono feticisti sofisticati," dice Goddess Virgin, una dominatrix che vende intimo usato online dal 2015. "Si accorgono se provi a fregarli. Hanno un naso allenatissimo, quasi quanto quello di un sommelier."

Paul Bleakley, che studia il mercato digitale del sesso, sostiene che il numero dei feticisti appassionati di mutande sia stabile. Ma, contemporaneamente, il numero dei siti che cercano di sfruttare il fenomeno è in crescita. Come osserva Misssmithxxx, ogni mese i siti sono invasi di nuovi venditori "in genere succede dopo che leggono quegli articoli e si convincono di potere guadagnare 65mila dollari l'anno vendendo mutande online, o di venderne un solo paio a 125 dollari." L'estate è la stagione più calda, dice Goddess Virgin, in genere per colpa degli studenti alla ricerca di soldi facili. Queste ondate, compreso il picco seguito all'episodio di Orange is the New Black, dice Angulo, sono in genere seguite da un calo. Alcuni utenti, però, rimangono e dato che i picchi sono sempre più frequenti, dice Serena, "stiamo per raggiungere il punto in cui ci saranno più venditori che acquirenti."

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La saturazione del mercato dà vita a un meccanismo di negoziazione costante, in cui (generalmente) gli uomini si sentono in diritto di fare le richieste più assurde, dalle foto delle proprietarie degli slip alle sessioni video su Skype. A volte, per vendere un paio di slip a cifre più alte servono servizi fetish aggiuntivi—come urina, sangue mestruale e secrezioni vaginali.

Gli stessi siti di intimo usato si stanno adeguando per facilitare anche la vendita di altri servizi di sex work digitale. Questa evoluzione, però, li mette in diretta concorrenza con i siti specializzati in camming, che a loro volta stanno introducendo la vendita di biancheria intima per aumentare gli introiti. Come osserva Patella-Rey, per acquirenti e venditori la vendita di mutande online è il modo più innocente per fare i primi passi nell'industria della pornografia digitale. Dopo questo primo approccio, le persone decidono se fermarsi o continuare con nuove esperienze.

Insomma, il consiglio per chi vuole avviare il business, è quello di farlo attraverso i siti specializzati per evitare di perdersi tra truffe e dick pic indesiderate. E una volta cominciato, solo chi ha intenzioni serie, ed è disposto ad ampliare la propria offerta ha speranza di rimanere a galla, e di guadagnarci uno stipendio da part-time (nella migliore delle ipotesi). Come dice Mistress Kimberly, se c'è gente che cerca soldi facili online, "è meglio che trovi un altro lavoro."

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