FYI.

This story is over 5 years old.

Turchia

Abbiamo chiesto al console turco in Italia cosa sta succedendo in Turchia

In Turchia l’esercito ha tentato di rovesciare il governo, che ha poi risposto arrestando e sospendendo oltre 50.000 persone. Abbiamo chiesto al console generale a Milano qual è la situazione e cosa cambia per la comunità turca in Italia.
Foto di Giorgio Viscardini/VICE News

Nella notte tra il 15 e il 16 luglio scorso, l'esercito turco ha tentato di rovesciare il governo turco. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha immediatamente accusato Fethullah Gülen, milionario islamista e suo ex alleato, di aver architettato il colpo dalla sua residenza in Pennsylvania dove si trova in esilio auto-imposto dal 1998.

Da allora sarebbero stati sospesi oltre 80mila funzionari pubblici, oltre ottomila persone sarebbero state arrestate e altre sedicimila sarebbero al momento detenute in carcere in attesa di un processo. Centinaia tra associazioni, fondazioni, ospedali, università e scuole, canali televisivi e redazioni di giornali sono state definitivamente chiuse.

Pubblicità

Media e politici occidentali hanno condannato le epurazioni e gli attacchi del governo turco, accusando Erdogan di sfruttare il golpe per liberarsi dei suoi oppositori.

Nel frattempo, per alcuni turchi in Italia la situazione è piuttosto difficile.

La notte del tentato colpo di Stato, a Modena - nella cui area si raduna una comunità turca di centinaia di persone - un incendio doloso ha bruciato la facciata di una delle sedi italiane di Hizmet, movimento guidato da Gülen, che nel mondo conta centinaia di migliaia di seguaci. Le vittime dell'attacco, secondo i media locali, sospettano che il fuoco sia stato appiccato da alcuni giovani turchi durante una manifestazione pro Erdogan in un piazzale lì vicino.

In un'intervista esclusiva rilasciata a RaiNews il 2 agosto, Erdogan ha accusato prima Federica Mogherini di non aver dimostrato fiducia al governo turco, e poi la magistratura italiana di non saper fare il proprio lavoro. Non sono mancate poi critiche a Europa e America ed elogi a suo figlio Bilal indagato per riciclaggio di denaro dalla Procura di Bologna, minacciando che questa vicenda potrebbe minare i rapporti tra i due Paesi.

Giovedì 4 agosto, intanto, un tribunale di Istanbul ha emesso un mandato di cattura nei confronti di Fethullah Gülen.

In questo clima di tensione, abbiamo incontrato il console generale turco Hami Aksoy per parlare della relazione tra Italia e Turchia e per capire qual è la situazione dei cittadini turchi in Italia.

Pubblicità

VICE News: Cosa risponde a chi dice che la reazione del governo turco al golpe è sproporzionata e violenta?

Hami Aksoy: Facciamo prima il punto della situazione. La notte del 15 di luglio una frazione dell'esercito ha tentato il colpo di Stato: sono persone che fanno parte di un gruppo terroristico e che si sono infiltrati all'interno della nostra Arma. Questo gruppo che si chiama FETÖ - gruppo terroristico di Fethullah Gülen - negli ultimi 30-40 anni si è espanso, oltre che nell'esercito, in tutti gli enti pubblici, nella burocrazia e nella giustizia. Quella notte hanno bombardato la sede della Grande Assemblea Nazionale turca e il palazzo della Presidenza, e hanno addirittura aperto il fuoco sui civili.

Per fortuna, poi, si è realizzato un vero miracolo: il presidente stesso è andato in onda in diretta tv tramite Facetime e ha chiamato tutti a scendere nelle piazze. Nel giro di qualche ora centinaia di persone sono scesa per strada - una cosa che non si era mai vista nel mondo, forse - e hanno fermato questi traditori dello Stato.

Foto di Giorgio Viscardini/VICE News

Ovviamente, dopo, chi ha fatto questo tentativo è stato catturato per poi essere indagato: sono state arrestate tantissime persone, ma il fatto che il numero sia così alto vuol dire che la minaccia è molto grande, è come se fosse lo Stato Islamico, e noi dobbiamo proteggere la nostra democrazia.

Hanno creato uno stato all'interno di un altro stato: è come un virus maligno che è andato ad attaccare la democrazia, e per sradicarlo l'operazione deve essere grande. Non credo che sia giusto dire che la reazione sia sproporzionata, come avrebbe reagito l'Italia se un aereo dell'Esercito Italiano avesse bombardato il vostro parlamento a Roma?

Pubblicità

Parla di infiltrazioni "da 30-40 anni", di centinaia di persone coinvolte, in più ci sono state le avvisaglie del 2013: com'è possibile che questo tentativo fosse completamente inaspettato?

Perché si sono mascherati molto bene. Per esempio, abbiamo le prove del fatto che hanno le domande per entrare nelle scuole militari, e le danno a chi vogliono far entrare. Si infiltrano nell'esercito turco, tolgono il velo alle mogli, cominciano a bere alcolici nonostante il loro sia un movimento islamista, fanno di tutto per non farsi scoprire. Sono estremamente pericolosi e noi li consideriamo tuttora elementi di minaccia — per questo le epurazioni stanno continuando.

Ma nel giro di poche ore già si sapeva chi erano i traditori, erano già stati identificati anche tra i civili…

Perché le indagini su di loro andavano avanti già da anni quindi si sapeva già chi fossero. Anzi, c'è anche una spiegazione per il tentativo di golpe, è un'ipotesi che sta girando adesso: loro sono venuti a sapere in qualche maniera che sarebbero stati epurati, quindi a sorpresa hanno tentato il colpo di stato. È stata una reazione.

Questi sono capaci di tutto, ve lo dico per farvi capire quanto è grande la minaccia che la Turchia ha davanti: noi abbiamo una grande minaccia interna e stiamo cercando di dimostrarvelo.

Foto di Giorgio Viscardini/VICE News

A proposito, Erdogan sostiene che la Turchia si sia sentita lasciata indietro dai governi europei. Questo potrebbe portare a un riavvicinamento con la Russia?

Pubblicità

Ci saremmo aspettati sicuramente più solidarietà dai nostri amici europei, anche se sottolineiamo che sia Renzi sia il ministro Gentiloni hanno condannato fin dall'inizio questo tentativo. Però sono morte 246 persone [esclusi 24 presunti cospiratori uccisi, NdA]: quando ci sono attacchi terroristici in Francia o in Belgio tutta l'Europa si riunisce, noi ci aspettavamo la stessa solidarietà.

Con la Russia il processo di riavvicinamento era già cominciato da prima: non è che se siamo più distanti dall'Unione Europea vuol dire che ci riavvicineremo alla Russia, è tutta un'altra questione.

Voi parlate molto chiaramente di attacco terroristico e di gruppo terroristico ma la percezione qui è diversa.

Questo è un vero gruppo terroristico come Al Qaeda o lo Stato Islamico, forse ancora peggio di IS o PKK, perché loro almeno non si mascherano. E fa capo a Gülen, hanno anche confessato. Il capo delle nostre forze armate [Hulusi Akar - NdA] ci ha raccontato che quando hanno cercato di catturarlo gli hanno detto che l'avrebbero fatto parlare con il loro capo, Fethullah Gülen. Una confessione più aperta di così…

Ora noi chiediamo solo che Gülen ci venga ridato. Pensi cosa sarebbe successo se la Turchia avesse avuto Osama Bin Laden e non avesse voluto estradarlo: se lo riesce ad immaginare?

Leggi anche: Come cambia il potere di Erdogan dopo il golpe fallito in Turchia

Torniamo all'Italia, il 2 agosto è andata in onda su Rainews un'intervista al presidente Erdogan in cui ha accusato la magistratura italiana di indagare su suo figlio invece che occuparsi della mafia. Le risposte del premier Renzi e di Federica Mogherini sono state particolarmente accese. Quali conseguenze ci saranno rispetto a questo irrigidimento?

Pubblicità

La Turchia e l'Italia hanno buonissimi rapporti. Il nostro presidente ha espresso il suo giusto pensiero su suo figlio e su Bologna. Da quello che so io, tra sei mesi si saprà se verrà aperto un processo su Bilal Erdogan. Tutto sommato lui era andato a fare un dottorato all'Università di Bologna, non deve essere stato bello essere messo davanti a un processo simile quando era venuto in Italia per studiare.

Comunque noi abbiamo una buona relazione con l'Italia, qui vivono un totale di 35-40 mila turchi, a Modena, Imperia, Trieste, Bologna.

Ecco, proprio a Modena la notte del fallito golpe è stata quasi incendiata una sede di Hizmet, il movimento ispirato a Gulen, e sembra che ad appiccare il fuoco siano stati proprio dei vostri concittadini. Cosa cambierà per i turchi in Italia dopo il tentativo di colpo di Stato?

Voi come lo sapete? (ride) Avete studiato bene. Dopo quell'avvenimento, siamo andati subito a incontrare il sindaco di Modena, gli ho dato dettagli su questa associazione che è direttamente legata al gruppo terroristico ma che non rappresenta assolutamente i cittadini turchi. C'è il tentativo di unire la comunità turca che vive qui in Italia ma bisogna stare attenti a questi uffici legati a Hizmet, sembrano scuole ma in realtà hanno diversi scopi.

Foto di Giorgio Viscardini/VICE News

Non siamo preoccupati, ma non vogliamo che facciano attività sul territorio italiano perché sono - lo ripeto e sottolineo più volte - direttamente collegati col gruppo terroristico che ha tentato il colpo di stato in Turchia. L'Italia vorrebbe che la P2 facesse attività in un altro paese? Noi li consideriamo tuttora elementi di minaccia e per questo le epurazioni stanno continuando.

Pubblicità

Quindi in Italia voi potete fare differenza, potete distinguere tra chi fa parte di Hizmet e chi no? O sono tutti cittadini turchi?

Qui vale la legge italiana! Ma noi ovviamente dobbiamo dire il nostro pensiero su di loro. Non bisogna assolutamente fidarsi di questi gruppi, loro agiscono apertamente contro il governo turco, mascherano il loro vero volto, spero che anche voi vediate la verità. Chiediamo più solidarietà ai nostri amici italiani.

Da una parte le epurazioni del governo e la minaccia del reinserimento della pena di morte e dall'altra la richiesta di liberalizzare entro ottobre i visti dei cittadini turchi per entrare in Europa: la Turchia ha deciso di non scendere più a compromessi per entrare in UE?

Noi abbiamo firmato questo accordo per gli immigrati a marzo: sappiamo che il numero di migranti che attraversano via mare e gli arrivi in Europa è diminuito di molto, ora ci aspettiamo che i visti vengano liberalizzati. Come ha detto anche il nostro ministro degli Affari Esteri, se a ottobre non ci sono i visti, l'accordo è finito e gli immigrati non torneranno più in Turchia.

Foto di Giorgio Viscardini/VICE News

L'Europa però è contro la pena di morte e a favore della Convenzione dei Diritti dell'Uomo, princìpi che in Turchia al momento sono messi in discussione. Per quanto ci sia stato un accordo, è difficile per i capi di Stato europei mantenerlo ora.

Le posso dire qualche parola sulla pena di morte? Dopo che sono state uccise 246 persone tra cui civili, il popolo ha reagito e ha chiesto direttamente al governo di rimettere in atto la pena di morte: la Turchia è una democrazia, sarà il parlamento a prendere una decisione ma bisogna dare ascolto alle decisioni del popolo.

Pubblicità

E cosa avreste fatto se il popolo avesse chiesto la reintroduzione della schiavitù, per dire? O l'apartheid? In un paese europeo difficilmente un parlamento prenderebbe in considerazione queste richieste.

Possiamo guardare in questo senso agli Stati Uniti, è una democrazia e c'è la pena di morte. Questi traditori hanno aperto il fuoco sul popolo, sulla gente, hanno ammazzato bambini, è normale che questa sia la volontà del popolo.

Se fossi un cittadino turco, avrei avuto paura la notte del 15 luglio per i bombardamenti e per le sparatorie ma avrei paura anche di un governo che arresta decine di giornalisti, chiude giornali, scuole, università, canali tv, in nome della democrazia.

Lo capisco. Ma non facciamo finta di non vedere che questo è stato un tentativo di golpe. Non è che tutti i giornalisti che sono stati arrestati a Zaman siano terroristi, ma potrebbero avere delle relazioni con loro. Sono stati arrestati per questo, non perché erano in opposizione al governo.

È stato dichiarato lo stato di emergenza per tre mesi e questo in base a un nostro diritto a livello costituzionale. Lo stato di emergenza non ha lo scopo di tagliare i diritti civili delle persone ma quello di risolvere velocemente la questione. In Francia è da un anno che c'è lo stato di emergenza.

Foto di Giorgio Viscardini/VICE News

La cosa che mi sorprende è che si considerano più le epurazioni che il colpo di Stato a cui abbiamo assistito. Cosa poteva fare la Turchia? Non aveva altra scelta, come poteva reagire se non così?

In tutto questo la posizione di Erdogan in Turchia e a livello internazionale si sta rafforzando…

Possiamo dire apertamente che ora la destra e la sinistra si sono unite, hanno firmato una dichiarazione congiunta, governo e opposizione, per lavorare insieme. È davvero una decisione storica del popolo, che scende in piazza tutte le sere e ha in mano la bandiera turca. Con tutto il mio cuore vi voglio dire una cosa: la Turchia sta dando una lezione di democrazia a tutto il mondo.

Leggi anche: Sono stata fermata per 30 ore in Turchia ed espulsa, e nessuno ha saputo dirmi il motivo


Segui VICE News Italia su Twitter, su Telegram e su Facebook

Segui Silvia su Twitter: @SilviaBoccardi