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Cibo

Quando i bambini bevevano vino in mensa

Non molto tempo fa le scuole francesi offrivano agli alunni caraffe di vino per pranzo.

Il passato abbonda di situazioni che possono sembrare inverosimili agli occhi dell'essere umano medio. C'era un tempo in cui la Chiesa cattolica scomunicava gli animali, la Corsica era italiana e il governo francese donava ai bambini una razione di mezzo litro di vino al giorno per la mensa.

La Francia è sempre stata un paese agricolo. E per molto tempo la gente ha creduto che l'alcol rendesse forti e aiutasse a restare in buona salute. All'inizio non era così evidente: negli anni 1850 alcuni vini non provocavano che danni a chi li consumava. È stato necessario attendere l'intervento di un certo Louis Pasteur perché il fenomeno cessasse.

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Nel 1866 Louis Pasteur ha pubblicato Studi sul vino, nel quale ha proposto di riscaldare il vino a 57° C per eliminare i microbi.

Nel 1863 lo scienziato è stato incaricato da Napoleone III per trovare una soluzione alle "malattie da vino". Nel 1866 ha pubblicato Studi sul vino, nel quale proponeva di riscaldare il vino a 56 gradi per eliminare i microbi e le impurità. Questa precauzione gli farà vincere il grand prix dell'Esposizione Universale del 1867 e porterà il suo nome: pastorizzazione.

Nonostante oggi la maggior parte dei vini non sia pastorizzata, all'epoca era una manovra standard. In certe regione era più sicuro bere vino che acqua - il che ha fatto dire a Pasteur, certo non avaro di citazioni, che «il vino è la più sana e la più igienica delle bevande».

L'affermanzione non è caduta nel vuoto. Non c'è voluto molto perché aziende di vino senza troppi scrupoli cominciassero a rivolgersi direttamente ai bambini nelle pubblicità. Queste aziende offrivano spesso alle scuole del vino omaggio decantandone i benefici. Come spiega lo storico Didier Nourisson su AlloDocteurs, all'epoca la società era «completamente alcolizzata, ritenendo che l'alcol fosse un mezzo eccellente per uccidere i vermi e favorire la crescita».

Tutte le cose buone hanno una fine. Nel 1956, il primo ministro Pierre Mendès France ha deciso di affrontare il problema crescente della malnutrizione e dell'alcolismo.

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Per i genitori, soprattutto quelli nelle regioni vinicole, si impose una scelta. La mattina i bambini andavano a scuola con i loro libri, i loro compiti e, a seconda dell'umore del giorno, mezzo litro di vino, della birra o del sidro nella cartella. In certi casi la scuola stessa forniva agli alunni di che sbevazzare a mezzogiorno. Siamo onesti, non poteva essere la migliore idea per l'educazione dei bambini, ma dovevano essere così "tramortiti" nel pomeriggio che il lavoro degli insegnanti doveva esserne molto facilitato.

Tutte le buone cose hanno una fine. Nel 1956 il primo ministro Pierre Mendès France ha deciso di affrontare il problema crescente della malnutrizione e dell'alcolismo, sia dei bambini che degli adulti. Quando era deputato dell’Eure in Normandia, negli anni Trenta, aveva condotto un progetto pilota che consisteva nel dare ai bambini un bicchiere di latte al giorno. I risultati erano stati giudicati positivi. Mendès France aveva quindi depositato un progetto di legge per dare quotidianamente del latte a ogni bambino. Poi era scoppiata la Seconda Guerra Mondiale e il progetto era stato rimandato.

Nominato primo ministro, Mendès France riprende là dove aveva lasciato. Sempre convinto che il latte sia utile per la crescita dei bambini, decreta la fine del beaujolais a ricreazione: l'alcol è subito vietato nelle scuole ai bambini con meno di 14 anni. D'ora in poi verrà sostituito da un bicchiere di latte e una zolletta di zucchero.

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Saggia decisione, diciamo oggi. Ma all'epoca è stata accolta con sospetto. Molti vi vedevano in primo luogo un tentativo di Mendès France di rilanciare l'industria francese del latte, che dopo la guerra navigava in cattive acque, e attirarsi il voto dei contadini.

Inoltre, dopo essersi fatti ripetere per anni che l'alcol rendeva i loro bambini forti, pieni di energia e in salute, i genitori faticavano a credere al governo quando diceva che, in fin dei conti, Pasteur non aveva ragione su tutti i punti e che l'alcol poteva essere pericoloso per i bambini, soprattutto per i più piccoli. Dei genitori scettici decidevano comunque di far bere ai figli la loro dose alcolica quotidiana prima di andare a scuola. Come risultato, i bambini arrivavano a scuola mezzo addormentati.

È stato solo nel 1981 che l'alcol è stato ufficialmente vietato per i maggiori di 14 anni nei licei. Malgrado tutti i benefici di questa iniziativa, alcuni, come Denis Saverot della Revue du Vin de France, hanno avanzato l'ipotesi che abbia favorito sbronze e consumo di antidepressivi tra i giovani.

Billy Eff è su internet qui e .


Questo articolo è stato originariamente pubblicato su VICE Québec.