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Cibo

La James Beard Foundation ha detto la sua contro le molestie sessuali nel mondo degli chef

Gli "Oscar del mondo del cibo" americano terranno in considerazione, nell'assegnare i premi, anche della condotta dei finalisti
Giorgia Cannarella
Bologna, IT
Joan Donatelle/Twitter

“La James Beard Foundation e i membri del suo comitato riconoscono la gravità delle accuse di molestie sessuali e condotta inappropriata riguardanti alcuni dei precedenti vincitori del JBF Award”

A dicembre la James Beard Award Foundation ha rilasciato un comunicato sul proprio sito con cui condannava i casi di molestie sessuali che avevano travolto il settore gastronomico. E con cui, allo stesso tempo, annunciava provvedimenti.

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Una presa di posizione senza precedenti per gli “Oscars of the food world”, come li ha definiti il Time, i premi più importanti per i professionisti del settore ristorativo americano. Ma quali sono i "precedenti vincitori" che vengono menzionati?

Lo scorso dicembre il mondo gastronomico ha avuto il suo Weinstein. Mario Batali, cinque volte vincitore del James Beard Award, è stato denunciato da dozzine di sue ex dipendenti per “condotta inappropriata”: da commenti e battute a sfondo sessuale a, nel caso di quattro donne, vere e proprie molestie fisiche. Batali non ha negato le accuse, anzi, si è scusato pubblicamente e si è “preso una pausa” dalla gestione dei ristoranti del Batali & Bastianich Hospitality Group (reddito stimato di 250 dollari annui).

A seguire anche John Besh (proprietario del Besh Restaurant Group e due volte vincitore del James Beard Award), Johnny Iuzzini (vincitore del premio James Beard per pastry chef e nota personalità televisiva) e Ken Friedman (vincitore del riconoscimento come James Beard Outstanding Restaurateur e proprietario dello Spotted Pig a New York) sono stati accusati di molestie da ex dipendenti.

“Non perdoniamo nessun comportamento contrario ai valori di una buona leadership” proseguiva la dichiarazione della James Beard Foundation “Con i nostri premi e i nostri programmi rimaniamo impegnati a coltivare, celebrare e onorare gli chef e tutti gli altri nel nostro settore che dimostrano sia talento gastronomico che buone capacità di leadership”. Per poi concludere che

“Mentre continuiamo a monitorare le notizie, la Foundation e i membri del suo comitato stanno riconsiderando la loro policy, per assicurare l’integrità dei nostri premi e per essere certi che rimangano un esempio di eccellenza e una fonte di ispirazione nel settore”.

E queste non si sono dimostrate solo parole vuote: la fondazione ha già iniziato a prendere provvedimenti. Pochi giorni fa infatti han inviato a siti come Eater una mail in cui si spiega che il comitato si riunirà per capire come stabilire, e mantenere nel tempo, aspettative più alte in termini di condotta. A cominciare dalle candidature che giungono loro per i semifinalisti del premio: la fondazione chiede a chiunque le faccia di tenere in considerazione anche la condotta sessuale.

Nonostante in Italia non siano ancora emersi scandali di questo calibro nel mondo della ristorazione, provvedimenti simili sarebbero più che benvenuti anche da noi da parte congressi di cucina, guide ai ristoranti, comitati per l'assegnazione di premi o semplicemente figure con un'importanza nel settore gastronomico. Ora più che mai sono necessarie prese di posizione ferme, che condannino ma soprattutto provino a trovare soluzioni a un problema che, possiamo (purtroppo) dirlo con notevole certezza, è presente anche nei ristoranti italiani.