Gli abitanti della penisola arabica consumano piscio di cammello da molto, molto tempo. Nell’antichità i beduini lo usavano come shampoo e medicinale; fa parte della tradizione islamica, e si dice che il Profeta Maometto l’abbia usato per curare dei malati mescolandolo al latte e dandoglielo da bere “finché i loro corpi non furono sanati.”
Dal settimo secolo gli yemeniti hanno iniziato a seguire il suo consiglio, e nonostante non esistano vere statistiche nazionali sul consumo di urina di cammello, basta girare un po’ in Yemen per incontrare persone, per lo più in campagna, intente a bere urina animale per sconfiggere la malattia che le affligge. Alcuni saloni di bellezza la usano come rimedio per la calvizie, e occasionalmente alcuni medici arrivano persino a prescriverla.
Di recente, alcuni ricercatori hanno provato a dare una base scientifica alla convinzione che bere questo particolare piscio curi le malattie. A febbraio, un gruppo di ricerca dell’Università di Gedda, in Arabia Saudita, ha preso un campione di urina di cammello e ha dichiarato di averne estratto una sostanza chiamata PMF701 che, a quanto dicono, potrebbe curare il cancro.
Affermazioni simili sono state fatte dagli stessi ricercatori nel 2009, quando a latte e pipì era stato attribuito il potere di combattere eczemi e psoriasi.
Questi ricercatori non hanno mai ottenuto il permesso di condurre studi su pazienti umani, e molti scienziati e medici della regione hanno denunciato pubblicamente la pratica di sorseggiare pipì di cammello. Alcuni docenti dell’Università di Sana’a, in Yemen, hanno abbandonato le tradizioni e detto chiaramente che bere urina danneggia il sistema digerente. Il dottor Rida Al-Wakil, professore e medico egiziano, ha dichiarato sulle pagine di Alrai, un giornale in lingua araba del Kuwait, che i trattamenti contro l’epatite a base di urina sono “ingannevoli” e potenzialmente pericolosi.
Nonostante tutto, poco tempo fa, nei pressi di Ta’izz, la terza città dello Yemen, ho deciso di provarci. Secondo i pastori con cui ho parlato, il piscio di cammella vergine è molto apprezzato, sia per il suo gusto delicato che per i suoi poteri curativi, e può costare fino a 20 dollari al litro. Ho optato per del piscio non-vergine—e per quattro dollari me ne sono comprato un litro fresco dalle mani di un pastore di nome Ahmed. E l’ho bevuto.
Il sapore del piscio caldo è, come ci si aspetterebbe, disgustoso. Ma mescolato al latte di cammello, come viene fatto tradizionalmente, è ancora peggio. Liberarsi di quel retrogusto muschiato che pervade la bocca al primo sorso è impossibile. Però devo dire che ok, non mi ha fatto sentire più sano, ma neanche più malato.
Altro in breve: