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Dietro la scena di sesso più controversa dell’anno

La locandina di


Neon Demon. Questo articolo è tratto da Broadly.

Neon Demon, il nuovo thriller psichedelico di Nicolas Winding Refn, porta lo spettatore in un mondo pieno di lustrini, sangue e modelle. Nel film, Elle Fanning interpreta una modella appena arrivata in città e Jena Malone una makeup artist. Keanu Reeves e Christina Hendricks fanno dei cameo dark, mentre Abbey Lee Kershaw e Bella Heathcote sono modelle famose che amano banchettare con la carne umana fresca.

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Nonostante il cast stellare, la scena più memorabile è quella del rapporto sessuale tra Jena Malone e un cadavere, interpretato da Cody Renee Cameron, che sa com’è, nella vita vera, essere l’ultima modella bionda arrivata in città. È stata infatti scoperta da Playboy mentre studiava alla University of Illinois, e si è poi trasferita a Los Angeles per inseguire il sogno di una vita nell’industria dell’intrattenimento.

Mentre il film sta per uscire sul mercato italiano in DVD e Blu-Ray, abbiamo parlato con Cody di Neon Demon e del suo punto di vista su Hollywood, di com’è stato entrare nel personaggio e, ovviamente, di necrofilia. (Attenzione, da qui in poi è pieno di spoiler.)

VICE: Come hai cominciato a recitare?
Cody Renee Cameron: Sono stata scoperta alla University of Illinois, da Playboy. Rappresentavo la mia università nel numero di Playboy dedicato ai college [Playboy’s College Girls August 2011]. È stato il mio primo lavoro da modella, ed era uno scatto di nudo—una follia, considerato che l’Illinois, soprattutto il sud dello stato, è un luogo conservatore, repubblicano e cristiano: è in piena Bible Belt. Avevo un po’ paura—ma è stato bello. Perciò, quando ho finito l’università ho deciso di trasferirmi a Los Angeles.

Raccontami del tuo ruolo in Neon Demon.
È il mio lavoro più grosso finora. Abbiamo girato poco più di un anno fa, ne ho un ricordo confuso perché è stato surreale, molto emozionante. Mi hanno coperta di trucco su tutto il corpo per farmi sembrare un cadavere e per ricreare le incisioni degli anatomopatologi.

Com’è stato il momento del trucco?
Mi sono spogliata, mi sono seduta e sono rimasta dov’ero per sei-otto ore. C’erano due persone che mi truccavano il corpo, e altre due che mi facevano il viso e i capelli, perciò in totale quattro persone lavoravano su di me.

Come fai a rimanere ferma, quando interpreti un cadavere?
Oddio, io ho cercato su Google e YouTube un sacco di tutorial per fare il morto. Ne ho provati di ogni, per esempio a trattenere il respiro a lungo, ma ho scoperto che non funziona perché poi quando butti fuori l’aria si nota tantissimo. Ho cercato di tenere dura la pancia e fare piccolissimi respiri continui. Mi sono esercitata un sacco.

Hai fatto un ottimo lavoro. Sembravi morta.
Ero così nervosa di vedermi sul grande schermo, ma poi alla prima mi sono resa conto che ce l’avevo fatta.

La tua scena deve essere stata più difficile da girare rispetto a una semplice scena da cadavere, perché Jena Malone fa sesso con te.
Sì, è stato pazzesco. Spesso, quando stai girando una scena, cerchi di concentrarti solo su te stesso e “ignorare” l’altro. Ma io lì dovevo solo essere veramente morta e pensare a quanto era emotivamente pesante per lei la situazione. È una scena molto breve, ma abbiamo fatto sei ore di riprese. Me ne sono stata sdraiata immobile per sei ore su quel tavolo di metallo freddo. Jena Malone è stata straordinaria.

Ma prima di cominciare a girare ci sono state un sacco di discussioni—io, Nick [Nicolas Winding Refn] e Jena parlavamo di come girare la scena, dell’angolazione giusta. Originariamente doveva essere una scena molto breve, in cui lei mi toccava la mano e mi baciava. Può sembrare strano parlare di chimica tra una persona e un cadavere, ma la sentivo—si sentiva così a suo agio, con me, da essere pronta ad andare oltre. Nicolas Winding Refn diceva, “Sputale in bocca, siediti lì, tocca là,” e l’intensità della scena è aumentata. È stato bello farne parte.

Avevi mai recitato nella parte di un cadavere prima?
No. Mi è capitato di venire uccisa in scena e di rimanere a terra senza vita, ma niente di simile.

Come hai avuto quel ruolo?
Ho fatto un provino. È sempre divertente raccontarlo. Ho avuto la meglio su 200 ragazze che volevano la parte. Al casting, ci hanno fatto mettere in bikini e sdraiare a terra. Due persone, poi, hanno cominciato a darci fastidio: ci spettinavano, si passavano sedie sopra di noi, per assicurarsi che non avessimo problemi ad avere oggetti vicino—per esempio la telecamera. È divertente sapere che ero la migliore nel ruolo del cadavere.

Come è andata la prima?
È stato emozionante, perché era la prima volta che mi vedevo sul grande schermo. Mi sentivo molto onorata a essere sullo stesso red carpet di Keanu Reaves, Elle Fanning etc. Ed è stato fighissimo guardare il film tutti insieme. Non sapevo niente del film, al di là della mia scena—e ovviamente a grandi linee la trama. Ci sono alcuni momenti scioccanti nel film, un sacco di sangue e di violenza, ma la fotografia è incredibile. Nicolas Winding Refn riesce a superarsi ogni volta.

È un bel film.
Soprattutto da persona che lavora nel mondo della moda, guardare un film su quello che deve affrontare una modella—mi ci sono rivista molto, e spero che questo sia successo anche alle persone esterne all’industria.

Volevo chiederti proprio questo. Il film riguardava un sacco il corpo, essere una modella a Hollywood, la competizione femminile. Cosa ti è rimasto di quel mondo?
Credo che uno dei punti su cui si concentra il film sia la forte pressione per rimanere giovani, che è impossibile. Non importa quanto tempo, energie o talento hai, ci sono sempre ragazze nuove, giovani e più talentuose che si presentano—è snervante. Capisci cosa succede nel film? Io dico sempre che siamo ciò che mangiamo, siamo ciò che ci circonda, siamo ciò che guardiamo alla televisione, o ciò di cui parliamo con gli altri. Siamo fatti di tutto questo, e quindi mi piace l’idea delle modelle affermate che divorano la ragazza più giovane per prendere quello che è suo. È un’idea brillante, secondo me.

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