I nuovi delfini da combattimento russi sono droni che nuotano


Veterani dell’Iraq nuotano con un delfino. Foto via Flickr/James Brooks

Nell’immaginario comune i delfini sono noti per fare dell’ottimo sesso, essere molto intelligenti e fare una gran bella figura su diari e quaderni, mentre di norma l’associazione con la forza è riservata ad altre creature marine come le tartarughe, i rospi e gli squali. 

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Be’, è tempo di aggiornare le nostre associazioni mentali, perché in alcuni casi i delfini vengono addestrati a uccidere esseri umani per il bene della Madre Russia—e non solo. 


Un delfino dell’esercito americano con il suo addestratore. Foto via WIkimedia Commons .

Saprete tutti che la Russia ha formalmente annesso la penisola di Crimea e tolto alla vicina Ucraina la sua flotta. Ecco, si è scoperto che in quel pacchetto erano inclusi anche alcuni delfini addestrati per il combattimento. 

Si tratta di un’eredità della Guerra Fredda: negli anni Sessanta Unione Sovietica e Stati Uniti avevano dato il via a una gara a chi ce l’aveva più lungo usando come metro di valutazione i delfini addestrati per le operazioni di spionaggio. Ah, gli anni Sessanta. 

Ma cosa serve per diventare un delfino da guerra, e cosa si fa una volta diventati parte della flotta? Bene, i delfini da guerra possono servire a molti scopi militari: possono usare il loro sonar naturale per aiutare a individuare navi nemiche, possono consegnare equipaggiamenti ai sommozzatori e possono individuare mine sommerse. In Vietnam gli Stati Uniti li hanno utilizzati per sorvegliare le navi da guerra e uccidere i palombari nemici (stranamente, la marina militare nega questo aspetto). I delfini sono anche stati usati in Iraq, per guidare i cargo carichi di petrolio in acque pericolose. 


Alcuni delfini nuotano vicino a una nave della marina americana. Foto via Wikimedia Commons

Di stanza a San Diego e tuttora operativo, lo United States Navy Marine Mammal Program può contare su circa 70 delfini da guerra, ed è l’unico altro contingente di delfini da battaglia al mondo oltre a quello appena acquisito dalla Russia in Crimea. 

Alla fine della Guerra Fredda, i delfini da guerra addestrati dall’Unione Sovietica in Crimea erano passati sotto il controllo dell’Ucraina, ma senza particolari ragioni geopolitiche per essere paranoici non hanno combattuto un granché. 

Secondo la BBC, più di 10 anni fa, non potendo permettersi di nutrirli, l’Ucraina ha venduto molti dei suoi delfini all’Iran insieme ad alcuni leoni di mare e a alcuni trichechi. Così, alla fine, i delfini da guerra ucraini rimasti sono stati smobilitati e assegnati a compiti civili, nell’ambito di terapie per bambini autistici ed emotivamente disturbati. Esatto: i delfini da guerra hanno un cuore d’oro. Il motivo per cui negli anni Novanta non siano stati dedicati loro dei cartoni animati o delle linee di giocattoli resta per me un mistero. 


Un soldato della marina degli Stati Uniti dà ordini a un delfino addestrato. Foto via Wikimedia Commons

Ora però la Russia ha nuovamente invertito la rotta e i delfini torneranno a essere utilizzati per scopi bellici. 

“Alla marina ucraina mancavano i fondi per gestire tali tecnologie, e alcuni progetti sono stati cancellati,” ha dichiarato una fonte presso il comando dei delfini in Crimea a RIA Novosti, l’agenzia di stato Russa. “I nostri esperti hanno sviluppato nuove tecnologie in grado di convertire la rilevazione di oggetti da parte del sonar dei delfini in un segnale trasmesso sul monitor di un operatore.”

Gli ucraini, ovviamente, non la vedono proprio così. Vladislav Seleznyov, portavoce dell’esercito ucraino, ha detto al Washington Post che anche se i delfini sono stati addestrati al combattimento non devono essere per forza usati per quello scopo. “A mio modo di vedere, i delfini non sono parte dell’arsenale militare,” ha detto. 

I delfini non sono però gli unici animali del ventesimo secolo ad aver rivestito particolari compiti in campo militare. Ad esempio, durante la Seconda Guerra Mondiale, i sovietici ricorrevano ampiamente alla pratica di legare bombe sul dorso dei cani e farli poi investire dai carri armati tedeschi. 

Sempre durante la Seconda Guerra Mondiale, gli Stati Uniti hanno usato i pipistrelli come bombe contro il Giappone. L’idea era stata del dentista di Eleanor Roosevelt, il quale aveva pensato di legare delle bombe al napalm sui pipistrelli e mandarli poi in Giappone, dove la maggior parte delle case era in legno. È venuto fuori che aveva ragione. Più aventi aveva dichiarato che, per far finire la guerra in Giappone, si sarebbe potuto implementare l’uso di tale tecnica al posto delle armi nucleari. Probabilmente aveva di nuovo ragione, ma a quel punto nessuno aveva più voglia di ascoltare il tizio che voleva legare le bombe ai pipistrelli. 


Un delfino e un commilitone a bordo di una portaerei americana. Foto via Wikimedia Commons

Delfini con gli arpioni, cani con le bombe, pipistrelli con il napalm: in un certo senso, tutti questi animali hanno aperto la strada ai droni moderni. Ora come ora nessuno vuole essere accostato ai droni, ma secondo me c’è un modo per migliorare in un colpo solo l’immagine sia dei droni che dei delfini. Come? Collegando gli uni e gli altri trasformandoli in un nuovo tipo di drone. Provate a odiare un delfino: è impossibile. Ecco, ora siete a favore dei droni. 

Se sei interessato fammi uno squillo, Obama. 

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