Si dice che dormire bene sia uno dei fattori più importanti per uno stile di vita sano. È dall’età di cinque anni che soffro d’insonnia, e da allora mi faccio zero sbatti su dove mi addormento. Ormai ho imparato ad attribuire ai miei traumatici comportamenti notturni la colpa della mia scarsa motivazione, del mio sistema immunitario di merda e della mia generale mancanza di dinamismo. Ecco alcuni posti idioti dove dormire.
5. In alto nel letto a castello in un disgustoso ostello della gioventù a Parigi
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Quando avevo 15 anni sono stata mandata a Parigi da sola per intervistare una band. Il mio capo mi aveva prenotato un ostello, assicurandomi che nonostante il posto fosse supereconomico, avrei avuto una stanza per me sola, perfettamente sicura e pulita. Ovviamente si sbagliava di grosso. Quella sera, dopo l’intervista, ho trascinato fino all’ostello due zaini pieni di equipaggiamento da presa e un treppiede più grande di me. Quando ho aperto la porta, ho visto due letti a castello, occupati per tre quarti. Non volevo svegliare nessuno così mi sono arrampicata sul letto in alto nel buio, dando una pedata in faccia a qualcuno, e mi sono addormentata completamente vestita, abbracciata alla macchina da presa, in lacrime. Al mio risveglio la macchina non c’era più.
4. Appoggiata, in piedi, alla porta della mia camera da letto
Vivevo in un orribile appartamento al piano terra a Clapton. Potevi tranquillamente entrare in camera mia da fuori e mi odiavamo tutti. Risultato, ci passavo pochissimo tempo e avevo spesso bisogno di un “coraggio olandese” per tornarci. Una mattina mi sono svegliata poggiata alla porta della mia stanza, nel corridoio, senza alcun ricordo della notte prima. Qualcuno ha aperto la porta e sono caduta in avanti nella stanza con un sacco di persone nude nel mio letto. Dovevano avermi chiuso la porta in faccia e mi sono addormentata lì dov’ero. Almeno ero già vestita e potevo andare subito al lavoro.
3. Varie panchine nei parchi
A volte quando sei devastato e ti sembra di non poter affrontare il lunghissimo viaggio verso casa, dormire fuori può sembrare la migliore idea di sempre. Lo facevo spesso e ci ho messo del tempo a realizzare che era una soluzione di merda. Ricordo qando ero sdraiata sotto una scatola di cartone a Regent’s Park con il mio ragazzo, sorseggiando una bottiglia di White Lightning e pensando fosse tutto enormemente romantico. Quattro ore dopo il sole era alto, il rumore delle macchine era insopportabile e nessuno dei due aveva chiuso occhio. Ho passato tutta la giornata a vomitare tenendomi almeno a mezzo metro di distanza dalla gente, in caso annusassero la pipì che, me ne ero accorta solo dopo, ricopriva la panchina.
2. Nella cantina di una bodega a New York
Un paio di mesi fa ho deciso di andare a New York senza soldi. Dopo un paio di giorni, ho distrutto il mio cellulare nella neve quando ero ubriaca e non avevo modo di contattare le persone che mi ospitavano. Ho speso tutti i miei soldi in tre taxi da Manhattan a Brooklyn nel tentativo di trovarle. Non le trovavo. Ho cominciato ad avere una crisi di nervi nel taxi e l’autista mi ha fatto scendere alla centrale di polizia dicendomi di “dirlo ai poliziotti, perchè io non so che fare!” Sono entrata in un caffé aperto 24 ore e ho cominciato a piangere davanti alla macchinetta del caffé raccontando i miei problemi al quattordicenne latino dietro il bancone. Alla fine mi ha detto che potevo stare lì e mi ha accompagnata al piano di sotto in una stanza buia, con un materasso per terra ed una piccola TV, (presumibilmente la TV era stata pulita dopo l’ultima tirata di tabacco da fiuto). Ha messo su un cartone animato messicano e mi ha detto che mi avrebbe svegliato alle 10. Mi sforzavo di rimanere sveglia, ma mi sono addormentata e risvegliata la mattina dopo con la sua faccia a pochi centimetri dalla mia. L’ho spinto forte e sono scappata, quasi inciampando nella sua erezione.
1. Il mio letto
Come disse una volta la buonanima di Michael Jackson, “dividere il letto con qualcuno è una cosa sacra.” Sono sempre stata schifosamente pigra. E anche schifosa. L’altra settimana sono tornata a casa con un’amica, ci siamo fatte strada tra i posacenere e le lattine di birra prima di crollare sul mio letto rotto. Ho trovato un tranquillante sul cuscino, l’ho ingoiato e mi sono addormentata. Il giorno dopo la mia amica si è svegliata con un involucro appiccicato alla faccia e un preservativo nel vecchio bicchiere d’acqua da cui aveva cercato di bere. Ora so che il mio letto è un po’ come sarebbe quello di Tracy Emin se avesse un brutto esaurimento nervoso e/o sessuale. Se voglio avere delle sacre esperienze con minorenni dai capelli biondi, devo mettere un po’ di ordine nella mia vita del cazzo.
ENID BIRCH