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Che cos’è l’Antropocene?

Sono decenni ormai che gli scienziati sostengono che la Terra sia entrata in una nuova era geologica plasmata dall’azione dell’uomo, soprannominata Antropocene.

Ma per stabilire l’esistenza di una nuova epoca, gli scienziati devono fornire prove che il pianeta sia soggetto a cambiamenti globali irreversibili, e che questi cambiamenti stiano lasciando tracce geologiche permanenti. Un esempio di questi segnali, o “golden spike” è lo strato di iridio causato dall’impatto che causò l’estinzione dei dinosauri.

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Secondo un paper pubblicato recentemente su Nature, l’Antropocene soddisfa entrambi i criteri. Inoltre gli autori sostengono che accettare ufficialmente questa nuova epoca come fatto scientifico potrebbe essere uno spunto per un cambiamento di prospettiva nel modo in cui gli uomini vedono la propria relazione con il pianeta che abitano.


Il grafico dell’attuale scala dei tempi geologici. Immagine: Richard S. Murphy, Jr

“Includere l’Antropocene significa riconoscere che gli uomini sono una forza naturale potente dal punto di vista geologico, quanto gli impatti di meteoriti o le eruzioni vulcaniche che hanno caratterizzato periodi passati della storia della Terra,” ha detto a Motherboard Simon Lewis, geologo dell’University College London (UCL).

Lewis e il co-autore dello studio, Mark Maslin, anch’egli geologo, sostengono che il 1610 sia il migliore candidato per stabilire l’ufficiale inizio dell’Antropocene perché è intorno a quella data che gli umani hanno lasciato una traccia morbosamente affascinante nella storia geologica della Terra.

Il preludio era stata la colonizzazione delle Americhe da parte degli Europei, che iniziò nel 1492 e portò alla morte di circa 50 milioni di indigeni. Questo duro colpo a popolazioni che possedevano tecniche agricole avanzate portò all’abbandono in massa delle terre coltivate. Mentre la natura selvaggia reclamava queste regioni, i livelli di anidride carbonica si abbassarono notevolmente, a causa del miglioramento di stoccaggio del carbonio risultato dalla riforestazione.

Columbo sbarca nel Nuovo Mondo. Immagine: John Vanderlyn

“Il declino di anidride carbonica ha portato alla parte più fredda della Piccola Era Glaciale, che ebbe impatti su tutto il pianeta, ma in particolare in Europa e Cina,” ha affermato Lewis. “Ci sono indizi che suggeriscono che lo sterminio di altre popolazioni potrebbe aver avuto effetti sulle concentrazioni globali di anidride carbonica nell’atmosfera.”

Per esempio, la Morte Nera uccise circa 50 milioni di persone, ma il calo di anidride carbonica non fu così rilevante come nel caso dei fatti accaduti dopo la scoperta dell’America nel sedicesimo secolo. “Ho il sospetto che la differenza rispetto al sedicesimo secolo sia dovuta al numero e alla velocità con cui avvennero le morti,” ha affermato Lewis.

“Questi stermini avvennero in zone tropicali, quindi la vegetazione si riprese molto più velocemente di come avrebbe fatto nella zona temperata, e spesso le terre tropicali trattengono più carbonio quando si riprendono rispetto alle terre temperate,” ha aggiunto.

Ma la colonizzazione del Nuovo Mondo da parte degli Europei non ha lasciato tracce soltanto sull’atmosfera. Rappresenta anche una delle più grandi e radicali riorganizzazioni dell’ecosistema che il pianeta abbia mai vissuto.

“Dal punto di vista geologico, il movimento ripetuto di specie attraverso gli oceani non ha precedenti, che, assieme al cambiamento climatico antropogenico e alla riduzione di terre disponibili per specie che non fossero da allevamento, avrà profonde conseguenze dal punto di vista evolutivo,” mi ha detto Lewis. “Questi cambiamenti hanno portato la Terra verso una nuova traiettoria evolutiva.”

Realizzare che la nostra specie è l’equivalente geologico dello schianto di un meteorite non è una cosa facile da accettare, ma sfortunatamente le cose stanno esattamente così. Ma Lewis e Maslin non hanno un approccio catastrofista rispetto all’Antropocene. Gli autori piuttosto sostengono che riconoscere gli effetti dell’Antropocene sarà fondamentale per gestire i suoi aspetti distruttivi.

“Riconoscere gli impatti globali e a lungo termine dell’attività umana ci obbliga a focalizzare l’attenzione su discussioni e accordi a livello globale su come contrastare alcuni cambiamenti climatici,” ha affermato Lewis.

“Pensare al mondo intero nel contesto dell’Antropocene potrebbe aiutarci a pensare e a stabilire le nostre priorità in modo migliore rispetto agli impatti a lungo termine delle nostre azioni.”

La International Commission on Stratigraphy dovrebbe prendere una decisione formale sul riconoscimento dell’Antropocene come era geologica nel in 2016. Indipendentemente dagli esiti del processo decisionale, Lewis e Maslin hanno fornito evidenze convincenti sul fatto che l’era del pianeta plasmato dall’uomo è reale e ha avuto inizio secoli fa.