Il mio ragazzo è Gay (Against You)

Sto col mio ragazzo da molto, molto tempo. Ognuno di noi ha dato all’altro dei nomignoli buffi e carini. Io gli taglio i capelli e lui lava i piatti. Ci scambiamo i vestiti. Abbiamo gli stessi amici. La sua mamma mi adora (Ciao Marilyn!) Tutto questo è quasi nauseabondo, lo so. Tuttavia, c’è un piccolo particolare sfortunato nella nostra relazione. Il mio ragazzo è Gay. Non nel senso che è effemminato o gay come omosessuale. È che sta in una band che si chiama Gay Against You. Sono un duo scemo che fa musica dance, e che ha cominciato a suonare nei localacci di quart’ordine di Glasgow, ma che adesso attrae sempre più attenzione, anche se da giornali come il supergay Attitude o il metallaro Terrorizer. Eccoli…

Ascolta: Gay Against You – “Hairy House”

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Tutti sanno che le band hanno le groupie. So che voi ve ne chiamate fuori, ma potreste parlarmi delle gente che viene ai vostri concerti?

Joe: Sono quasi sempre i ragazzi ad interessarsi alla nostra musica.
Lachlann: Sì. La gente si aspetta che siamo una band un sacco hardcore invece rimane abbastanza delusa quando scopre che noi semplicemente suoniamo, e quando abbiamo finito ce ne andiamo a dormire.
J: Ho un ricordo veramente carino di un tipo che a Bristol venne da me e mi chiese se ero gay. Gli risposi di no e lui mi disse che piacevo al suo amico, davvero un casino. Era abbastanza gentile, ma mi sembrò anche un po’ contrariato dalla risposta.

C’è da dire che però il vostro nome ha suscitato un sacco d’interesse da parte della stampa gay.

L: Sì. Cioè, io l’avevo nascosto ai miei. Ho detto che ci chiamavamo “Against You” ma l’hanno scoperto presto. Mio padre fece una di quelle ricerche per immagini su Google e mandò il risultato praticamente a tutta la mia famiglia e ai miei amici, dicendo “Guardate cosa fa’ Lachlann adesso!”
J: Il nome della band ci ha quasi uccisi a bordo di un autobus nell’East London. Lachlann non si era per niente trattenuto dal rompere le palle ad un giamaicano-omofobico.
L: Non gli stavo proprio rompendo le palle. Mi limitavo semplicemente a rispondere alle sue domande.
J: Diciamo che l’hai punzecchiato un bel po’.

I critici musicali parlano spesso più volentieri del vostro look stile Educazione Fisica che della vostra musica. Dopo un po’ non diventa leggermente fastidioso?

J: Recentemente abbiamo fatto uno show e una donna se n’è saltata fuori con: “Dove sono finiti quei sexy professori di ginnastica?” e io ero tipo,”Di che cosa stai parlando?” e lei “Il flyer diceva che ci sarebbero stati uomini arrapanti, professori di ginnastica in tute sportive che facevano uno spettacolino” Così abbiamo scoperto che il tipo che gestiva il club ci promuoveva come un duo di spogliarellisti con problemi mentali.
L: Che è praticamente quello che ho sempre pensato che fossimo.
J: D’altro canto, un sacco di gente ha amato il nostro ultimo tour.

Sono abbastanza spaventata da quanto possano essere fuori di testa i vostri show. Qual è stata la peggiore violazione alla salute e alla sicurezza che avete commesso?

J: Io colpisco la faccia delle persone col microfono abbastanza spesso. Non apposta.
L: Di solito non è mai colpa nostra. Facciamo qualcosa e il pubblico prende spunto e la spinge molto più in là. Come all’Old Blue Last quando la gente ha cominciato a fare a pezzi i lampadari perchè tu (Joe) avevi ricevuto un calcio sui denti.
J: Allo show che abbiamo fatto a Bruxelles, era così bagnato per terra che ogni volta che prendevo in mano il microfono prendevo la scossa.
L: In genere la gente viene colpita da roba volante e bicchieri rotti – specialmente Joe quando decide di non mettersi le scarpe e poi io devo stare lì a togliergli tutte le schegge dal piede.

EMMA BALKIND

Foto di Mark West