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Il robot-bambino italiano che fa progredire la robotica da più di dieci anni

Poco tempo fa, Giorgio Metta si è meravigliato quando ha visto un tredicenne che sparecchiava un tavolo in maniera corretta. Anche se potrebbe non sembrare un’impresa particolarmente impressionante, Metta in realtà non stava osservando un adolescente umano, bensì il suo robot umanoide di 13 anni, iCub.

Il primo iCub è stato sviluppato nel 2004 come sistema hardware e software standardizzato e open-source per la creazione di un robot umanoide. Metta — vicedirettore scientifico dell’IIT – Istituto Italiano di Tecnologia e direttore dell’iCub Facility — e il suo team volevano realizzare una piattaforma su cui i ricercatori di tutto il mondo potessero aggiungere ulteriori elementi. Questo mercoledì, la rivista Science Robotics ha pubblicato una review dell’evoluzione di iCub.

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iCub impara a prendere degli strumenti. Immagine: D. Farina/IIT

“Stavamo studiando la robotica relativa all’I.A. e avevamo bisogno di un robot sufficientemente complesso da possedere le abilità di visione, manipolazione e interazione con gli esseri umani,” mi ha spiegato Metta al telefono. “All’epoca, non c’era nulla di simile già disponibile. Così, abbiamo deciso di progettare un robot completamente da soli.”

Oltre a costituire un’innovazione impressionante che ha facilitato la ricerca nell’ambito dell’I.A. nell’ultimo decennio, iCub è anche un trionfo per il movimento open-source che dimostra quanto è vantaggioso collaborare e condividere risorse nella comunità scientifica.

Il robot ha le dimensioni di un bambino di cinque anni, può gattonare, sedersi, camminare, manipolare oggetti con le mani, vedere, sentire, inoltre, è uno di pochi robot al mondo con sensori “epidermici” in tutto il corpo. Dalla sua prima versione, iCub è stato aggiornato due volte e ha permesso ai ricercatori di tutta Europa, Stati Uniti, Corea, Singapore e Giappone di studiare ambiti diversissimi, dall’apprendimento linguistico fino alle abilità fino-motorie .

“Collaborare con diversi ricercatori è stato molto utile perché ognuno ha individuato problemi e migliorato il design iniziale,” ha spiegato Metta. “I ricercatori si sono occupati di ambiti come la visione computerizzata e l’esplorazione tattile.”

Nel corso degli anni, i ricercatori hanno potuto condividere online le modifiche e gli aggiornamenti del software, basandosi sui risultati precedenti, consentendo uno sviluppo più veloce sia di iCub stesso che di cosa riuscivano ad imparare da esso. Solo durante l’ultimo anno, 160 sviluppatori hanno aggiunto un nuovo codice al database online per il software di iCub, secondo il documento. Metta ha spiegato che tutti i progressivi miglioramenti stanno avvicinando sempre di più il progetto a uno dei suoi obiettivi originali: creare un bambino robotizzato. Con il procedere della ricera, ogni nuovo sviluppo poterà sempre più vicino a quel sogno.

Metta ha detto che è soddisfacente vedere come i ricercatori portino l’hardware e il software a superare i loro limiti. Ha visto iCub muovere contemporaneamente tutti gli elementi della parte superiore del corpo (testa, collo, braccia, spalle) in un movimento naturale e fluido, cosa che sarebbe stata estremamente difficile per il robot il primo giorno. E poi c’è quella storia di sparecchiare il tavolo.

Abbiamo messo insieme il lavoro di molti studenti in un’applicazione completa in cui il robot può sparecchiare il tavolo: qualunque cosa si metta sul tavolo, il robot lo raccoglierà e lo metterà in una scatola,” ha spiegato Metta. È un bel momento per vedere il robot interagire e lavorare con le persone “.

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