“Il lavoro è la svolta, garantisce autonomia e ci rende tutti uguali con diritti e doveri, fragili e non fragili”
Ci sono molte associazioni a Milano che aiutano i soggetti fragili e che in qualche modo fanno la differenza. Molti lo fanno attraverso il cibo e negli anni ho sempre cercato di occuparmene e di raccontarle. Fra queste mi sono avvicinata molto a una che opera in Zona 4.
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Le origini di Impronta risalgono al 1991, nel capoluogo meneghino, più precisamente nel quartiere Gratosoglio, dove una comitiva di ragazzi, tra i quali anche l’attuale presidente Andrea Miotti, hanno deciso di avviare un’attività che desse un supporto concreto e garantisse una vita dignitosa alle fasce sociali più deboli. Gioco, interazione ma anche responsabilità. In particolare fu l’amicizia con Davide, un ragazzo con paraplegia che comunicava solo tramite piccoli gesti, a fornirgli la motivazione per cominciare. Nasce così l’associazione, che successivamente si trasforma in una no profit all’interno della quale troviamo tante divisioni, che oggi complessivamente sono in grado di seguire e sostenere 500 famiglie e inserire stabilmente al lavoro 44 persone con disabilità. La maggior parte di loro proviene da quartieri periferici e marginali della città e dell’hinterland, con problemi economici alle spalle.
E negli anni è diventato proprio il cibo la chiave di volta di Impronta: molte delle attività gestite dall’associazione, per un totale di circa 30 persone, operano infatti nel settore gastronomico.
Quando si parla di popolazione fragile è difficile capire bene a cosa ci si stia riferendo, almeno se non si conosce bene l’argomento. “È uno stato fisico, psicologico e materiale che non garantisce a tutti un egual benessere,” mi dice lucido e conciso Andrea Foschi, responsabile comunicazione e fundraising del gruppo. Mi dice che lavorando si accresce la propria autostima e riconoscersi come soggetti produttivi permette di esprimere le proprie abilità. Tutto ciò sembrerebbe ovvio ma quando si parla di persone con disabilità lo è meno. “Il lavoro è la svolta, garantisce autonomia e ci rende tutti uguali con diritti e doveri, fragili e non fragili,” commenta Andrea. Nasce così Via Libera, la cooperativa che si occupa dell’inserimento professionale di persone con disabilità cognitive: creando rapporti interpersonali si eliminano l’isolamento e l’emarginazione. “Oltre a rispondere a bisogni di carattere socio-assistenziale era necessario avere anche la possibilità di confrontarsi con il mondo del lavoro,” aggiunge Andrea.
Il ristorante Gustop è uno dei progetti di cibo iniziato nel 2012. A regime Gustop serve 400 pasti al giorno, sia per le aziende che si trovano nei dintorni di Gratosoglio/Chiesa Rossa sia per mense e privati. “Abbiamo selezionato il locale dopo uno studio di geo-marketing supportato dall’Università Bocconi, lo abbiamo ristrutturato e arredato,” mi racconta Andrea. Durante i vari lockdown, avendo meno clienti, ha anche deciso di supportare il Comune nel progetto Il dono di un pasto a casa, per aiutare le persone positive o indigenti con un servizio delivery gestito dai ragazzi del ristorante
Sono aperti tutti i giorni a pranzo e negli orari serali si occupano di catering per feste ed eventi. Una macchina da guerra che occupa 10 persone: 2 cuochi, supportati da un aiuto cuoco con disabilità, 6 ragazzi, anche loro disabili, che svolgono diverse mansioni, responsabile di sala, cameriere, banconista e perfino autista. Il menù è piuttosto tradizionale, basato sulla cucina mediterranea: spaghetto al pomodoro, lasagne e un paio di proposte per i vegetariani, come i veg burger e lo strudel.
L’intento de L’Impronta era quello di realizzare una vera e propria filiera alimentare completa. Infatti nel 2014 hanno aperto anche il panificio Gustolab, “buoni come il pane.” Ellis Palano è un professionista pasticcere e panettiere che gestisce il progetto facendosi aiutare da 5 persone con disabilità impiegate part-time. Da qualche mese hanno introdotto dei pani speciali: quello alle tre farine e quello alle verdure (pomodoro, zucca, fave), utilizzando solo i prodotti di stagione. Sono coinvolte 7 persone impegnate nella vendita al pubblico e nelle consegne ai ristoratori, per un totale di un quintale di pane al giorno. Il punto vendita è piccolo, lasciando volutamente spazio al laboratorio che diventa luogo di incontro e di aggregazione e di aggiornamento per il team.
La famiglia si allarga ancora con l’ultimo arrivato, Micrô, un bar all’interno del Complesso Monumentale delle Cascine Chiesa Rossa. L’Impronta ha partecipato e vinto il bando per la gestione e lo ha trasformato in una bolla magica, lontana dai rumori della città. Parlo con qualche cliente, sono quasi tutti del quartiere: mi confessano che sono felici quando vedono arrivare facce sconosciute di altri milanesi che arrivano da altre zone.
Ci siamo piano piano allontanati dallo smog e siamo praticamente arrivati in campagna. Per chiudere il cerchio virtuoso non poteva mancare un progetto rurale: Agrivis è la cooperativa sociale agricola di tipo B che dal 2016 ha inserito con continuità 4 migranti con contratto di assunzione a tempo indeterminato, provenienti da Ucraina, Eritrea, Marocco e Guinea Conakry. Si occupano di 4 ettari di terreno dove si coltivano 25 varietà di ortaggi e piccoli frutti: uno spazio è dedicato agli orti sociali a disposizione dei cittadini, anche per attività educative e formative rivolte alle scuole. Ad oggi ci sono state delle difficoltà legate all’assenza di una struttura in campo che sarà terminata a ottobre, permettendo di conservare e stoccare il raccolto agevolando il lavoro.
È in costruzione anche un complesso di social housing che ospiterà i lavoratori. Uno dei loro sogni è quello di coltivare anche il grano da utilizzare per la panificazione a Gustolab.
“La nostra missione è rimettere Brera nel cuore della città e questo significa un impegno per l’accessibilità e l’inclusione”
Nel frattempo tutta la produzione viene venduta a ristoratori e a privati grazie all’e-commerce dove sono disponibili tutti i giorni ortaggi di stagione, pane e piccola pasticceria, tutto ovviamente fatto in casa. “Abbiamo un mercato interno di amici e di dipendenti, ma anche ristoranti come il Bistrot Caffè Fernanda a Brera e il ristorante Distreat sul Naviglio Pavese si riforniscono da noi,” specifica Andrea. Da due realtà nel pieno della centro di Milano forse non ci si aspetta una collaborazione di questo genere, invece “la nostra missione è rimettere Brera nel cuore della città, e questo significa un impegno per l’accessibilità, l’inclusione e la partecipazione. Oltre alla scelta del Caffè Fernanda di ingredienti di provenienza locale, biologici e a chilometro zero, la nostra partnership con Agrivis sottolinea il nostro profondo impegno sociale per l’inclusione ad ogni livello,” mi racconta il direttore della Pinacoteca James Bradburne.
La passata di pomodoro, le vellutate e altri prodotti equo solidali di altre associazioni possono essere acquistate anche nelle botteghe del centro polifunzionale Ri.Abi.La, sempre in zona Chiesa Rossa, a due passi dal famosissimo Al Garghet, e presso i GAS di Milano, gruppi di acquisto solidale.