Ieri i Radiohead hanno suonato al Roundhouse di Londra, inaugurando la prima nuova stagione di concerti dopo il 2012. Le date del loro tour sono andate sold out così in fretta che—prima ancora che ti potessi chiedere “ma la suoneranno Creep?—il prezzo dei biglietti da bagarini è salito fino a quasi 2000 euro. Il che significa una cosa sola: i Radiohead sono tornati alla grande, e i loro fan non vedono l’ora di sentirli dal vivo.
D’altronde come dar torto ai numerosi seguaci di Thom Yorke e soci? I Radiohead sono una band impeccabile, e questa è una verità oggettiva, indipendentemente dal giudizio che si ha sui loro lavori. Sono tutti quanti musicisti incredibili, pure presi singolarmente. Sono talmente bravi, talmente seri che, più che persone che scrivono canzoni su computer e tecnologia potrebbero sembrare dei robot che hanno sviluppato un’intelligenza emotiva e una percezione di se stessi quasi umana, che li porta a disprezzare il loro stesso mondo. Il che potrebbe spiegare come mai, per me, ascoltare i Radiohead sia così problematico. Sono troppo efficienti—mi fanno sentire in colpa.
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Non è nemmeno facile immaginarsi i membri dei Radiohead durante la loro vita quotidiana, che fanno cose normali come la gente normale tipo pulirsi il mento da residui di hummus o prendersi un paio di minuti per riflettere su quale emoji usare. Per quel che ne so, i Radiohead la sera vanno a casa, si attaccano alla spina della corrente, vanno in stand-by e si riavviano alle 6:30 del mattino perché la loro sveglia interiore ha ricordato loro che è il momento di processare le informazioni raccolte sul cambiamento climatico e scriverci una canzone.
TUTTAVIA ieri, durante il primo concerto dopo quattro anni di iato, i Radiohead—che comunque hanno retto un set di due ore e mezza in cui coinvolgevano il pubblico in maniere tutte nuove—hanno mandato tutto in mona. Non ci crederete, ma non solo hanno cannato un pezzo, hanno pure reagito al proprio errore mostrando emozioni umane! Per la prima volta da quando Thom Yorke aveva chiamato Spotify “l’ultima disperata scoreggia di un cadavere morente”, i Radiohead si sono dimostrati umani.
Mentre, nel primo dei due encore del set, stavano suonando “Nude” da In Rainbows, Jonny Greenwood per errore ha suonato l’armonica anziché la sua Ondes Martenot (LOL che pivello!!!), e Thom Yorke ha risposto a quell’errore con l’occhiataccia più incredibile cui abbia mai assistito, puntando poi a Greenwood mentre strizzava l’occhio (si fa per dire) al pubblico come a dire: “Ma ce la fa sto tizio?!”
Ecco a voi la prova schiacciante che i Radiohead sono esseri umani, dopotutto. L’erroraccio imperdonabile ha luogo circa al secondo 0.42.