Se dobbiamo stupirci per l’intervento di Bondi sulle unioni civili

L’Italia è arrivata alla discussione sulle Unioni Civili, e questo, prima o poi, c’era da aspettarselo. Da lì in poi, tutto quello che è successo è parte di un copione che qualsiasi persona avrebbe potuto scrivere: gli infiniti rinvii, le polemiche, l’ala cattolica del PD che fa ostruzionismo, la chiesa che fa la chiesa, le manifestazioni e le contro manifestazioni. Tutto prevedibile.

Poi, però, è arrivato l’intervento di Bondi sul ddl Cirinnà. Il discorso è stato fatto dal senatore—a lungo politico di Forza Italia e oggi nel gruppo misto di Denis Verdini—il 28 gennaio, il giorno in cui la discussione sul ddl è arrivata in Senato. Da allora, l’attenzione sull’intervento è costantemente cresciuta e Bondi si è guadagnato la reazione positiva di vari gruppi LGBT.

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Nei sei minuti e mezzo d’intervento, il senatore—”un cristiano pieno di dubbi”—va ben oltre all’esprimere il suo appoggio al ddl, che, dice “renderà finalmente l’Italia un paese più civile e più moderno” con “uno stato più laico.” Pone l’attenzione sull’arretratezza italiana, riconoscendo che “quello dei matrimoni tra persone dello stesso sesso e della possibilità di adottare figli tra non molto sarà un fatto normale,” affronta il tema della famiglia, che “si sta trasformando,” e dichiara che “la vita reale manda in frantumi i nostri pregiudizi e le nostre convinzioni.”

Si schiera poi a favore delle adozioni tra persone dello stesso sesso e auspica che la legge venga migliorata con “qualche buon emendamento,” aggiungendo che “se anche i sacerdoti potessero sposarsi comprenderebbero meglio cosa è una famiglia.”

Insomma, un discorso di buon senso—ed è proprio quel buon senso che nella politica italiana non ti aspetti e che specialmente non ti aspetti da una persona come Sandro Bondi.

Nonostante infatti il senatore (che dal 1994 al 2015 è stato con Berlusconi, a cui ha fatto da spalla destra e cortigiano) già tempo fa si fosse espresso a favore delle unioni civili, fino ad adesso molti se ne ricordavano principalmente per i lirismi e la sensibilità espressi nei sonetti per Silvio Berlusconi, oltre che per Brambilla, Cicchitto e Mamma Rosa.

Tra chi in queste ore ha condiviso il video del suo intervento, la reazione più comune è stata la sorpresa: possibile che Bondi, quel Bondi, avesse detto una cosa del genere?

Ma forse a dover sorprendere non è tanto che Bondi abbia detto qualcosa di sensato, quanto il fatto che in un Paese come l’Italia un discorso ragionevole possa essere utilizzato come provocazione.

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