La legalizzazione è un incubo, e Giovanardi lo sa bene

Come forse ricorderete settimana scorsa abbiamo intervistato l’avvocato Carlo Alberto Zaina, esperto in materia di reati connessi all’uso di stupefacenti. Ora, dato che la normativa sulle droghe in vigore in Italia sembra convincere ben pochi, abbiamo deciso di andare alla fonte e parlare direttamente con chi quella legge l’ha promossa, ovvero il Senatore Giovanardi.

Nel 1992 Carlo Giovanardi viene eletto per la prima volta alla Camera, con la Dc. Tuttavia non conserva un buon ricordo di quell’anno, e in seguito ha scritto un libro sulla vicenda di Tangentopoli e l’ha chiamato Storie di straordinaria ingiustizia. Più tardi ha aderito al CCD guidato da Casini ed è arrivato alla Casa delle Libertà con l’UDC. Attualmente è un senatore Pdl, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche per la famiglia, al contrasto delle tossicodipendenze e al servizio civile.

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È stato anche Ministro per i Rapporti col Parlamento del governo Berlusconi tra il 2001 e il 2006, ma è più probabile che ci si ricordi di lui per le frequentissime esternazioni sugli argomenti più diversi: si va dal paragonare un bacio in pubblico di due donne al “fare pipì per strada” all’attribuire a un cuscino il rosso del sangue dietro la testa tumefatta di Federico Aldrovandi fino al far risalire la morte di Stefano Cucchi a una condizione generale di debolezza e patologia.

Uno dei punti più importanti e noti della sua attività parlamentare a beneficio della nazione è stata l’introduzione nel 2006 della Legge Fini Giovanardi, il testo unico delle leggi in materia di stupefacenti. La legge, ne abbiamo già parlato con l’avvocato Zaina, è sempre stata molto contestata per la rigidità che esprime e per il modo in cui è stata introdotta. 

Abbiamo contattato la sua segreteria poco speranzosi, e invece siamo riusciti a parlare con l’onorevole Giovanardi. E dato che la sua versione era molto diversa rispetto a quella dataci dall’avvocato abbiamo chiesto, sempre a Zaina, di confrontarsi con noi sulle risposte del Senatore. Questo è quello che ne è venuto fuori.

VICE: Onorevole Giovanardi, l’introduzione della sua legge fu molto contestata, perché si trattava della conversione in legge di un decreto riguardante tutt’altra materia, cioè il finanziamento delle Olimpiadi di Torino.
Carlo Giovanardi:
Non è così, potrai facilmente verificare gli atti parlamentari. Il decreto portava già nel titolo un provvedimento urgente in tema di tossicodipendenza. Era già nel titolo, ti posso assicurare. La norma era stata sollecitata dalle comunità di recupero e toglieva gli effetti nefasti della legge ex Cirielli, cioè la recidiva. C’è questo meccanismo tipico dei tossici, di coazione a ripetere i reati, l’ex Cirielli diventava devastante. Tutta la polemica che viene fatta su un decreto inserito in contesti riguardanti altre norme è totalmente infondata.

Carlo Alberto Zaina: È una risposta superficiale che confonde senza dubbio chi non sia pratico di questioni di diritto. Il decreto a cui il Senatore si riferisce riguardava sostanzialmente le Olimpiadi e prevedeva un solo articolo al suo interno che parlasse di stupefacenti. Per altro regolava questioni che definire secondarie è un eufemismo, non presentava nessun carattere d’urgenza. In Parlamento ne furono aggiunti, con la legge di conversione, altri ventitré, di differente contenuto, un numero enorme, che furono approvati a colpi di voto di fiducia e senza alcun tipo di confronto! È come se il governo proponesse con un decreto di modificare la sola disciplina del divieto di sosta e poi invece nel rendere legge questo decreto modificasse l’intero codice della strada.

Parliamo invece della sentenza del Tribunale di Ferrara che ha assolto due ragazzi imputati per coltivazione domestica, con la motivazione che il fatto non costituisce reato.
È successo quello che prevede la norma.  La quantità è solo uno dei parametri di giudizio, insieme a tante altre cose. Appurato che c’è uso personale non c’è reato. Guarda che l’Italia è uno dei pochi paesi nel mondo dove la detenzione a uso personale non è reato. Perché se vai negli Stati Uniti finisci in galera. Se vai, che ne so, in vacanza a Malindi o in Cina, vai in carcere e ci rimani tutta la vita. In Italia il consumo personale è stato totalmente depenalizzato. Certo, rischi il ritiro della patente, però lo rischi per evidenti ragioni:  la maggior parte degli incidenti stradali sono causati da persone ubriache o sotto l’effetto di sostanze mentre sono alla guida.

Avv. Zaina: Non è vero che sia successo quello che la norma prevede, in quanto la coltivazione ad uso personale, a differenza della detenzione, è ancora prevista dalla nostra legge come reato. Per questo la giurisprudenza è tuttora incerta. Osservo che 18 dei più importanti paesi del mondo, di quelli democratici, prevedono depenalizzazione totale o parziale (Olanda, Spagna, Belgio, Danimarca, Austria e molti altri).  Negli USA, in Colorado e nello Stato di Washington, ad esempio non è reato. Poi se per il Senatore costituisce esempio rilevante Malindi…o la “democratica” Cina… è questione di punti di vista. Rilevo, inoltre, che egli faccia anche un po’ di confusione: nessuno contesta che guidare da ubriachi o sotto l’effetto di sostanze sia un reato. Quella è totalmente un’altra situazione e viene regolata dal Codice della Strada, non c’entra niente con la depenalizzazione di cui parliamo.  E poi l’accertamento che dimostri la positività di una persona alla cannabis non è in grado di determinare a quando risalga l’assunzione, né via sangue né via urine. Nel primo caso non si può stabilire con la dovuta certezza se hai fumato un minuto fa e ti sei messo al volante o cinque giorni fa, con l’esame delle urine si può risultare positivi se l’assunzione risale addirittura a 20 giorni prima.

La legge si basa sull’esigenza di proteggere il bene giuridico che è la “salute pubblica”. Ma allora non è una contraddizione concedere l’uso personale?
Infatti la ratio non è questa. Vedi, neanche il centro sinistra l’ha modificato, nonostante andasse dicendo “va introdotto questo,” “va introdotto quell’altro,” semplicemente perché questi principi nella Fini Giovanardi ci sono già: l’uso personale è stato depenalizzato, i reati che prevedono fino a sei anni di carcere prevedono la possibilità di scontare la pena in comunità invece che in galera. Quindi come hanno riconosciuto gli Stati Uniti, l’ONU… è una legge d’avanguardia! Perché nella stragrande maggioranza dei paesi del mondo il consumo personale è un reato che comporta l’arresto. Io dico a quelli che criticano: scusate, ma dov’è che la volete cambiare? Se mi dicono dove la vogliono cambiare sono disponibile al dialogo. Perché se mi dicono che vogliono legalizzare lo spaccio della droga, non sono d’accordo.

Avv. Zaina: Questa affermazione è estremamente sconcertante. Nelle relazioni relative ai lavori parlamentari concernenti la L. 49 del 2006 di cui il Senatore è stato primo proponente, emerge pacificamente che la ratio era esplicitamente la salute pubblica. L’ha poi reiteratamente ribadito anche la Cassazione con innumerevoli sentenze. Se non è la salute pubblica il motivo della legislazione contro le droghe allora qual è il vero motivo ? Se non lo sa lui che ne è l’autore, che può saperlo? Smentisce se stesso? E poi diciamolo chiaramente, “legalizzare lo spaccio” non è mai stata, né potrà mai essere un’alternativa presa in considerazione da nessuna persona ragionevole.

Uno degli aspetti più contestati della legge è l’equiparazione fra droghe leggere e pesanti, in netto contrasto con tonnellate di pubblicazioni scientifiche.
C’è la tabella dell’ONU, vattela a vedere. Ormai i principi attivi della cannabis non sono più quelli di un tempo, sono molto più forti così come i danni che provocano, sia a chi usa sia a persone terze. Tre giorni fa a Torino è stato arrestato uno che ha investito due bambine perché guidava fumato, sotto l’effetto delle sostanze. Quindi proprio le Nazioni Unite dicono che a livello di effetti sono parificate. Valle a fare alle Nazioni Unite le polemiche. Che cambino la loro tabella.

Avv. Zaina: I principi attivi della cannabis sono sempre gli stessi. Ci sono alcuni componenti di derivazione chimica che possono produrre THC al 20 percento, ma in nessun modo un privato che coltiva le sue piantine sarebbe mai in grado di ottenerli. Io, per lavoro, vedo casi del genere tutti i giorni. Una volta è capitato un caso di THC al 9 percento e siamo rimasti tutti a bocca aperta. Il 46 percento di cui parlano al Dipartimento politiche antidroga non è stato mai verificato processualmente e si tratta solo di un’ipotizzazione puramente teorica che non può riguardare la coltivazione domestica. Si cerca di sfruttare in forma allarmistica l’ignoranza delle persone. E poi non esiste alcuna tabella che equipari le sostanze. L’ufficio a cui fa riferimento l’Onorevole (United Nations Office of Drugs and Crime) si occupa di monitorare l’attuazione delle convenzioni da parte dei paesi membri.
Credo che il Sen. Giovanardi dimentichi o ignori che l’Unione Europea invece ha legiferato in modo molto preciso e spesso nella materia degli stupefacenti, ma che l’Italia continua a rifiutarsi di  allinearsi a tali indicazioni legislative.


È sempre bello inserire immagini di erba a caso.

Nonostante il referendum del ’93 (in cui gli italiani si dichiararono a favore di una completa depenalizzazione del consumo) e una direttiva comunitaria del 2004, la sua legge introduce delle sanzioni amministrative.
Depenalizzare vuol dire togliere il reato, mica la sanzione. Scusa ma tu pensi che possiamo permettere a persone ubriache o fatte di mettersi alla guida delle automobili o dei pullman con i bambini? Chiedi in giro come la pensano gli italiani, il 95 percento ti dice “ma voi siete matti.” Se uno vuole drogarsi si droghi, ma eviti di ammazzare me e i miei familiari. È una questione di buon senso, vedi. Mettiamo il caso del ragazzino che si droga a scuola. Quale sarebbe la famosa soluzione? Il preside chiama i familiari? Accidenti. Io ho dei figli. Se mio figlio dovesse essere beccato a drogarsi a scuola, quindi in un’età precoce, prima che il consumo cronico produca i danni cerebrali, ti sembra così sbagliato che l’ordinamento si preoccupi di farmi sapere che c’è un problema? Ma poi cosa vogliamo sostenere, che le sostanze siano come il tabacco? Che vadano liberalizzate? Vogliamo rischiare di arrivare a una situazione in cui magari il 30 percento di italiani è subalterno alle droghe? Sono scenari da incubo.

Avv. Zaina: Come dicevo prima si tende a mischiare gli argomenti in maniera un po’ caleidoscopica, superficiale e un tantino demagogica. Rilevo infatti che il significato di depenalizzazione si pone, in realtà, all’esatto contrario di quanto sostiene il Sen. Giovanardi, perchè con tale scelta vengono travolti sia reato, che sanzione. La depenalizzazione che si propone riguarda poi il solo uso personale. Mettersi alla guida sotto l’effetto di sostanze costituisce un reato diverso e sempre da punire adeguatamente. L’approccio indicato verso l’adolescente che faccia uso di cannabis, se coinvolge la legislazione penale, invece mi sembra inutilmente rigido e controproducente. Anch’io sono padre. Così ragionando mancherebbero giusto dieci vergate.

In risposta a una proposta di legalizzazione proveniente dallo scrittore Saviano lei ha voluto sottolineare come la cosa irrobustirebbe la mafia. Ma come potrebbe irrobustirla sottraendole introiti?
Non c’è dubbio. Pensa alle scuole. Legalizzare vuol dire che uno può andare dai ragazzini di 13 anni a proporgli la droga.

Vuol dire anche sottrarre i guadagni all’illegalità.
Ma guarda che la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta mica vivono sulla droga. Vivono di crimine. Possono vivere di sfruttamento della prostituzione, della droga, della corruzione, del taglieggiamento. Non è che se gli togli una fonte di guadagno spariscono. Se dici legalizziamo la cannabis si possono moltiplicare i clienti, la mafia e la camorra possono gestire i coffee break o come li chiamano in Olanda. È chiaro che se è legale più ragazzi convinco a entrare nel giro della droga più ci guadagno.

Sì ma questi guadagni non sarebbero regolamentati e controllati?
Guarda che sono domande che bisogna porsi, eh. Non capisco come si possa pensare che la mafia sparisca se le togli una fonte di guadagno. E allora scusa il guadagno del commercio di organi? Andare a pigliare organi nel terzo mondo per andarli a trapiantare qui è una cosa lecita? Ammazzare la gente? Taglieggiare i negozianti? Sono cose migliori? Non voglio mettermi a fare la gerarchia di queste cose. Io so di sicuro che legalizzare moltiplicherebbe gli affari della mafia e della ‘ndrangheta. Persino in Olanda è tutto molto regolato, molto limitato. Anche qui dovresti porre dei limiti. E la mafia e la camorra secondo te i limiti li rispetterebbero o avrebbero tutto l’interesse a gestirsi anche il mercato “regolato” che comunque comporterebbe un aumento dei consumatori? Il mio ufficio è vicino a un Sert, io ci parlo sempre con loro. Inviterei tutti ad andare nei Sert a vedere come è stata ridotta la vita di questi giovani dalla droga. Vengano a vedere. Che poi Saviano proprio l’altro giorno ha parlato del meccanismo di bolla economica e finanziaria internazionale, ha detto di chi è colpa: tutte queste persone che usano cocaina e hanno perso il senso della realtà. Lui l’ha detto, eh.

Avv. Zaina: La proposta fatta da Saviano era molto semplicistica anche secondo me. Il problema è assai più complesso di come viene trattato, ci vogliono necessari passaggi intermedi. E ti ripeto, neanche io sono a favore di una qualsiasi forma di indiscriminata legalizzazione. Sostenere, però, che la criminalità organizzata non viva di droga è paradossale. Il traffico di stupefacenti è il principale indotto delle attività criminose a livello mondiale. Di cosa vivono secondo l’opinione del Sen. Giovanardi? Il timore che la mafia si inserisca nei coffee shop mi sembra discutibile. Anche in Olanda esiste la criminalità organizzata e non mi sembra si siano registrate infiltrazioni mafiose nel sistema dei coffee shop.

Che le droghe pesanti siano, alla lunga, distruttive non è mai stato in discussione, ma lei si sente dunque di poter dire che cocaina, eroina e cannabis sono la stessa cosa?
È un principio riconosciuto dalle Nazioni Unite, non capisco perché l’Italia debba chiamarsi fuori. Guarda che io sono andato a Washington e ho firmato personalmente l’accordo alla Casa Bianca con l’amministrazione Obama, esattamente due anni fa. E poi a livello di ONU.

Avv. Zaina: Attendiamo pazienti che l’illustre interolocutore ci dica in quale atto è riconosciuto questo principio.


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