Israele ha dato il via all’invasione di terra su Gaza

A dieci giorni dall’avvio dell’operazione “Protective Edge” l’esercito israeliano ha iniziato l’invasione via terra della Striscia di Gaza, che intensifica un conflitto nel quale hanno già perso la vita 229 palestinesi—la maggior parte civili—e un cittadino israeliano.

L’esercito israeliano ha annunciato quest’ultima escalation giovedì sera.

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Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha confermato che le truppe hanno iniziato a muoversi nel territorio per distruggere i tunnel che portano in Israele.

“Israele deve agire per difendere i suoi cittadini,” ha dichiarato Netanyahu. “L’operazione continuerà finché gli obiettivi non saranno raggiunti: portare la tranquillità ai cittadini di Israele per un lungo periodo di tempo e danneggiare gravemente Hamas e le altre infrastrutture delle organizzazioni terroristiche che operano nella Striscia di Gaza.”

Le Forze di Difesa Israeliane hanno anche annunciato che verranno richiamati altri 18.000 riservisti man mano che si espanderanno le operazioni militari a Gaza.

Israele ha ripreso gli attacchi aerei su Gaza nelle ultime ore, dopo la breve “tregua umanitaria” che doveva permettere ai residenti di fare rifornimenti di cibo e di beni primari. 

Gli abitanti di Gaza e i giornalisti stranieri sul luogo hanno riportato che nelle ultime ore i bombardamenti si sono intensificati, e provengono sia dal mare che via aria. Alcuni hanno condiviso sui social media le immagini dei bombardamenti. Oltre il confine, gruppi di cittadini israeliani hanno guardato e acclamato gli attacchi.

Poco prima di lanciare l’offensiva, i militari israeliani hanno avvisato alcuni giornalisti di evacuare i loro hotel vicino alla spiaggia, mentre dicevano ad altri di non lasciare l’hotel Al Deira dove molti alloggiano, non lontano dalla spiaggia dove questo mercoledì quattro bambini sono stati uccisi dai bombardamenti.

Hamas ha subito condannato l’invasione, definendola una “grave escalation” per la quale Israele “la pagherà cara.” Ma i funzionari israeliani, sostenuti anche da alcune fonti americane, hanno dato la colpa dell’escalation direttamente ad Hamas, che ha continuato a lanciare missili su Israele.

Tra queste fonti c’è l’ex Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, che all’NDTV ha affermato che l’intensificarsi degli scontri fa parte della “volgare strategia” di Hamas:

Hamas sapeva perfettamente cosa sarebbe successo se avesse iniziato a far piovere missili su Israele. Ne hanno lanciato 1.000, hanno una strategia calcolata per costringere Israele a uccidere i propri cittadini così che il mondo intero li condanni.

Loro (Israele) sanno che quando Hamas li attacca è perché Hamas ha fatto in modo di creare una situazione in cui dal punto di vista politico non può perdere, perché loro (Israele) possono dire “beh, se rispondo all’attacco loro si nasconderanno sempre dietro i civili e io ucciderò i civili, e se non lo faccio sembreremo degli stupidi a lasciare che qualcuno lanci su di noi migliaia di missili senza reagire.”

Nel breve e medio termine Hamas può danneggiare terribilmente le relazioni diplomatiche obbligando (Israele) a uccidere i civili palestinesi per rispondere ad Hamas. Ma è una volgare strategia che distrae tutti noi dal vero obiettivo, cioè un accordo di pace che stabilisca la sicurezza e il riconoscimento di Israele e un accordo che dia ai palestinesi un loro stato.

Da diversi giorni si speculava su un’imminente invasione—nonostante le richieste dei gruppi a sostegno dei diritti umani di arrivare a una tregua.

“Gli abitanti di Gaza non hanno dove andare,” ha detto Laila EL-Haddad, blogger di Gaza City, preoccupata della diffusione delle notizie di un’invasione. “Chiusa dal mare, dalla terra e dal cielo e senza approvvigionamenti di elettricità ventiquattr’ore al giorno, Gaza è diventata sotto ogni profilo il più grande campo d’internamento di massa del mondo.”