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Cittadinanza a peso d'oro: così Malta punta a diventare “la Singapore del Mediterraneo”

Malta è un paese per extracomunitari ricchi. E per diventarne cittadino esistono tre modi: essere naturalizzato, avere un coniuge maltese, oppure pagare almeno 650mila euro.
Foto via Flickr

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Malta è un paese per extracomunitari ricchi. E per diventarne cittadino esistono tre modi: essere naturalizzato, avere un coniuge maltese, oppure pagare.

Servono minimo 650mila euro d'investimento sull'isola in bond, proprietà immobiliari da 350 mila euro (in alternativa 16mila euro all'anno per cinque anni in locazioni) e 12 mesi di "residenza" sull'isola.

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In tutto sono 1,15 milioni di investimento, l'equivalente una villa con piscina nelle zone esclusive della Sardegna.

Si chiama Individual Investor Programme (IIP), un piano concordato dal governo maltese con la Commissione europea per mettere in vendita, in tutto, 1.800 nuove cittadinanze.

Stando agli ultimi dati, risalenti al giugno 2015, sarebbero state otto le proprietà acquistate finora da nuovi cittadini, al costo totale di oltre 6,2 milioni di euro—un valore medio praticamente doppio rispetto al minimo richiesto dal programma.

A questa cifra bisogna poi aggiungere affitti per 4,2 milioni e 6,6 milioni di investimenti: si arriva così a un totale di 17 milioni, raggranellati solo con la prima decina di cittadinanze concesse.

Un vecchio passaporto maltese. [foto di Jon Rawlinson in CC]

L'obiettivo è raggiungere 200 milioni di introiti all'anno per 5-6 anni, attraverso la 'vendita' di 200-300 nuove cittadinanze (nel primo anno si contano almeno 700 richieste). Il totale degli incassi, alla fine del programma, sarà di oltre 2 miliardi di euro.

A gestire le pratiche è Henley&Partners, una società con sede nel paradiso fiscale dell'isola di Jersey, che molto difficilmente si concede ai giornalisti. A Malta il governo ha costruito Identity Malta, agenzia che controlla chi si candida come nuovo cittadino e ne pubblicizza gli investimenti.

I nuovi maltesi sono per lo più ricconi russi o provenienti da paesi ex sovietici, seguiti da petrolieri arabi, businessman cinesi, libici e qualche siriano.

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"Attrarrà i mafiosi," scriveva senza mezzi termini la testata liberal-conservatrice tedesca Frankfurter Allgemeine Zeitung nel 2013, quando ancora il programma era in discussione al Parlamento europeo.

Un attacco diretto che provocò le difese del ministro dell'Interno maltese, Carmelo Abela. "Non passano tutti quelli che chiedono la cittadinanza, la due diligence è molto severa. Vogliamo attrarre persone che possano dare al paese benefici non solo monetari, ma che cercano salute e benessere. Vogliamo attrarre le persone migliori, che non si possono misurare solo con i soldi: vogliamo diventare una Singapore del Mediterraneo."

Leggi anche: Ecco perché l'Italia vorrebbe affidare la gestione delle sue frontiere in "outsourcing"

E così, le zone di Malta dove gli immobili vengono venduti a prezzi 'da programma IIP' stanno aumentando. Il viaggio per le residenze dei nuovi ricchi maltesi comincia da quartieri come Pendergardens, a San Giuliano, che VICE News ha visitato.

All'apparenza non è niente di eccezionale—da fuori si vedono spuntare delle gru che ancora stanno completando i lavori. Eppure Perdergardens è uno dei posti più chic dell'isola: un appartamento, qui, può costare oltre 4mila euro al metro quadro.

Lo sviluppo immobiliare prosegue senza freni a Perdergardens. [foto Lorenzo Bagnoli/VICE News]

Anche Mario Gennaro, 39enne proprietario della compagnia di scommesse online Betuniq - accusato di riciclare a Malta denaro sporco per conto della 'ndrangheta - aveva scelto quest'area come sua sede operativa.

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Più a sud, nella zona di Sliema, c'è Portomaso. Più che un quartiere è una cittadina del lusso, con negozi esclusivi, un casinò dove si svolgono alcune delle più importanti gare di poker sull'isola (come Battle of Malta), un grande centro commerciale.

Il simbolo dell'area è una torre vetrata di 95 metri, la più alta di Malta, sulla cui cima si trova uno dei nightclub più importanti dell'isola.

Il grattacielo di Portomaso. [foto Lorenzo Bagnoli/VICE News]

Negli anni tra il 2011 e il 2012, gli ambientalisti si batterono perché una colata di cemento non ricoprisse l'intera baia. Alla fine, però, persero clamorosamente.

Gli ultimi due quartieri dei nuovi ricchi sono Fort Cambdrige e Tigné Point, sempre a Silema. Dovrebbe essere "l'immagine della nuova Malta dei vincenti," come commenta Metthew Vella, giornalista di Malta Today che ci accompagna nei quartieri di questa isola 'parallela'.

Costruito sulle macerie di un vecchio forte di fine '800, anche questo è un abuso edilizio a poche centinaia dalla spiaggia. Costo di un appartamento: oltre 4mila euro al metro quadro.

I nuovi palazzi di Fort Cambridge. [foto Lorenzo Bagnoli/VICE News]

Ma perché qualcuno dovrebbe comprarsi la cittadinanza maltese? "Con quel passaporto ho diritto a tutte le protezioni e le possibilità che ha un cittadino europeo. Soprattutto ho il diritto di viaggiare e lavorare liberamente in tutti i Paesi europei," spiega a VICE News la ricercatrice Jelena Dzankic, che per lo European University Institute ha messo a confronto i diversi programmi di vendita di cittadinanza attivi nel continente.

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Malta infatti non è l'unica a "offrire un servizio" del genere: anche a Cipro c'è un progetto simile, mentre in Austria, Irlanda, Regno Unito, Grecia e Portogallo esiste la Golden residency, un permesso di cittadinanza speciale per i grandi investitori.

In tutto sono 12 i Paesi dell'Unione con programmi di questo tipo. "Nessuno ha ottenuto una vera approvazione del Parlamento europeo, perché è una materia di dominio nazionale," commenta Dzankic.

"All'inizio Malta non aveva nemmeno inserito certi paletti. Personalmente ritengo il primo schema presentato solo un modo per avere soldi da investitori stranieri," prosegue la ricercatrice. Così, la nuova versione del programma "con la residenza effettiva, che per altro non significa nemmeno permanenza sull'isola, come un'approvazione, ma è solo una strategia di marketing." Non è un caso se l'isola è seconda - dopo l'Irlanda - per tasso di crescita economica, al 4,2 per cento.

Ci si 'vende' soprattutto a seguito di una pesante crisi economica, come è successo a Cipro. Il progetto è fruttato 2,5 miliardi di euro dal 2013, anno in cui il Paese è stato salvato con 10 miliardi dalla troika (Banca centrale europea, Commissione europea e Fondo monetario internazionale). Lo stesso è accaduto con la Golden Visa, la residenza speciale greca, o con quella irlandese. Malta, in più, ha riconvertito l'immagine del paese.

Nel 2009, quando la crisi dei migranti non destava a Bruxelles l'interesse attuale, l'isola accoglieva in media 2mila profughi all'anno (su una popolazione di 400 mila persone). Gli sbarchi del 2015, invece, sono stati 109.

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"Esiste un accordo informale perché sia l'Italia a prendersi i profughi," dicono alcune ONG. Un'ammissione fatta dallo steso ministro Abela nel luglio del 2015 ad Avvenire, poi ritrattata.

Malta invece vuole attirare gli immigrati "di serie A," che portano denaro e investimenti.

Poliziotti maltesi a cavallo. [foto di John Haslam via Flickr, in CC]

"Chi pensa che l'IIP Programme sia legato a politiche migratorie si sbaglia di grosso, non ha capito il senso del progetto," replica il ministro Abela, che oggi nega qualunque esistenza di accordi non scritti con l'Italia.

Stando ad alcune voci che circolano sulla stampa - per la verità sempre respinte dal governo - esisterebbe un collegamento tra l'"appalto" dell'accoglienza dei migranti all'Italia, con il diritto concesso al nostro paese (di cui non si hanno tracce, però) di esplorare i fondali marini attorno all'isola in cerca di petrolio.

"Il mio partito è completamente contrario ad un tipo di accordo di questo genere: un accordo immorale," commentaa VICE News Beppe Fenech Adami, ministro ombra dell'Interno del Partito Nazionalista, la seconda forza politica dell'isola.

"La cittadinanza non dovrebbe essere qualcosa che si compra o si vende, dovrebbe essere qualcosa che si acquisisce: siamo contrari per principio. Il guadagno nel breve sarà molto minore della perdita di immagine dell'isola, che ha sempre avuto una buona reputazione come luogo di attrazione degli investitori giusti, non di chiunque," aggiunge.

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L'opinione cambierebbe se fossero pienamente rispettati due principi scritti nella legge: trasparenza dell'elenco di chi ottiene la cittadinanza e residenza effettiva e non solo nominale sull'isola.

Il primo punto è il più assurdo: il governo ha sì pubblicato nella Gazzetta ufficiale una lista di nuovi cittadini, ma dentro c'è di tutto: dai nuovi nati a Malta, a chi si è sposato, a chi ha ottenuto il passaporto attraverso il programma IIP. Una lista, stranamente, in ordine alfabetico per nome e non per cognome.

"Non si capisce a quale scopo, sembra abbiano qualcosa da nascondere," aggiunge Fenech Adami. Con una ricerca su fonti aperte, però, qualcosa emerge.

Tipo che Aly Elsaidy Mohamed Aly Abdel è il direttore della Malta Saudi Arabia Petrolube, una compagnia petrolifera maltese-saudita. C'è poi la famiglia Jwili, che pare legata ad Ossama Jweili, ex ministro della Difesa nella Libia post Gheddafi.

Proprio riguardo i libici c'è un altro scandalo in corso: nel 2014 si è scoperto che il governo maltese ha concesso visti a circa 14mila libici, il doppio rispetto all'anno precedente. Alti funzionari del governo, insieme all'agenzia Identity Malta, sono finiti alla sbarra per corruzione.

Ma nonostante gli scandali su permessi e verifiche sui nuovi cittadini non sempre accurate, il finale più probabile di questa storia è questo, secondo Jelena Dzankic: "Dopo aver concesso le 1.800 cittadinanze dell'IIP Programme, nulla vieterà al governo maltese di continuare il progetto sotto un altro nome".

L'industria della cittadinanza non chiude i battenti tanto presto.

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Foto in apertura di Andrea Santoni via Flickr, in licenza Creative Commons