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Musica

L'elettronica può aiutare a combattere la depressione?

Il lavoro di Fragments, una ragazza italiana che unisce cinema ed elettronica nei suoi pezzi, si intitola DRAMA e risponde proprio a questa domanda.
Foto per cortesia dell'artista.

La prima volta che ho sentito la musica di Fragments mi sono spaventato. Avevo messo su distrattamente la sua prima collezione di pezzi, A Musical Guide To Understand Mental Illness, e me lo stavo lasciando passare sotto le orecchie quando un urlo mi ha congelato. Ero arrivato alla quarta traccia, "Nightmares Seem So Real", un minuto di cascatelle di melodia seguito da un grido disperato che va poi a scandire il resto del brano, un lento incedere meccanico e apocalittico. E lo chiude, lancinante, lasciando spazio a un pianoforte dolceamaro. Quell'album era dedicato a una persona che soffriva di depressione ed è morta suicida, scriveva Sara: "È per questo che ho finalmente deciso di lasciare che l'etichetta pubblicasse questo lavoro. È tutto. Pensavo che fosse l'unico modo che avevo per dire: Non dimenticherò mai quello che ti hanno fatto. Ti ricorderò sempre. E mi mancherai sempre". L'impressione è che Sara usi l'elettronica (la techno, il noise, l'ambient) per tamponare le ferite della mente, condividendo il processo di analisi e guarigione con chi dedica del tempo ad ascoltarla. Ed è da questo spirito di condivisione esperienziale che è animato il suo nuovo lavoro, che si intitola DRAMA ed esce per Intelligent Models - cioè la nuova etichetta di Chino Amobi, fondatore dell'etichetta e collettivo apolide NON Worldwide e grande interprete musicale della violenza del mondo in cui viviamo. Potete ascoltare DRAMA qua sotto, quattro tracce sospese tra caos e contemplazione. I loro protagonisti sono voci, i frammenti che danno il nome al progetto, discorsi decontestualizzati tagliuzzati da film. Sia Sara che Chino ci hanno raccontato come e perché è nato questo progetto, tra voglia di x e y.

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Noisey: Chino, perché fondare una nuova etichetta e perché chiamarla così?
Chino Amobi: Ho avuto l'idea di fondare un'etichetta che personificasse la vita narrata, o cinematica, mediata dalla tecnologia contemporanea. Il nome Intelligent Models è un gioco di parole, può rappresentare sia oggetti che esseri umani. Un modello può essere un prototipo. O anche un modello che lavora nella moda, un fac-simile, un archetipo, un motore, una versione, un vuoto o tutti contemporaneamente. Il modello ha un'aurea fatta di una sorta di ambiguità incorporea. E la vita di un modello è molto cinematica. Come hai conosciuto Sara e cosa ti ha colpito della sua musica?
Chino Amobi: Quando ho ricevuto la sua demo ho pensato subito che fosse musica perfetta per l'etichetta, in particolare per l'uscita del nostro primo album. La sua musica, la sua vita, il suo spirito e lei come persone sono una personificazione totale di ciò che l'etichetta e il suo nome rappresentano. Non ci siamo mai incontrati di persona ma mi sento vicino a lei a livello mentale e spirituale. Abbiamo passioni simili e scrivendoci ho capito meglio determinati aspetti riguardo alla direzione che l'etichetta prenderà. Qual è la tua visione per l'etichetta, quindi? Come rappresenterà il tuo gusto e le tue idee?
Chino Amobi:Vivendo, semplicemente. Attraverso l'esperienza. La crescita di una condizione. Useremo la tecnologia a nostra disposizione e pubblicheremo usando forme comunicative innovative, sia fisiche che non-fisiche. Sara, da dove sono tratti i vari dialoghi che hai inserito nei pezzi?
Fragments: Uno è tratto dalla scena di Alphaville in cui viene citato Capitale de la douleur di Paul Éluard. Un altro da The Tracey Fragments, un film indipendente canadese con Ellen Page che consiglio a tutti di vedere. Un altro ancora da Neon Demon, che nemmeno a farlo apposta, parla di una modella. Per l'ultimo pezzo invece non ho usato un film, ma la scena di Marissa che sfasa come una matta in The OC. E che ruolo gioca il cinema in DRAMA e nella tua vita?
Fragments: Mi sono laureata con una tesi in cinema e mi sarebbe piaciuto occuparmi di colonne sonore. Per una serie di motivi non ho potuto farlo. Due anni dopo la laurea ho aperto Ableton e il mio sogno si è evoluto in FRAGMENTS. Il termine si riferisce ai frammenti dei dialoghi che utilizzo nei miei pezzi, che concepisco come una sorta di nuova colonna sonora per una determinata scena. Il fatto che Chino abbia subito capito le mie intenzioni e il significato delle mie tracce è stata un’ulteriore conferma per me. Spesso ho momenti di crisi in cui mi chiedo se sto facendo qualcosa che abbia un senso, non solo per me, ma per tutti quelli che mi ascoltano, o se sto semplicemente buttandomi totalmente a caso in un progetto, come faccio quasi sempre. Ecco, penso che questa volta la decisione che ho preso sia stata quella giusta. Hai cominciato a fare elettronica senza aver studiato. Quale pensi sia il valore di questo approccio?
Fragments: Il fatto che io produca la mia musica quasi per caso non è voluto, o non lo era inizialmente. È che non ho trovato nessuno disposto ad insegnarmi effettivamente come si realizza un pezzo. La cosa mi ha fatta abbastanza incazzare, ma poi ho deciso di provare a farcela da sola. Prendi "Tracey". È il mio primo pezzo in assoluto. Ho scelto il dialogo che volevo utilizzare, l'ho registrato e modificato. Tutto il resto è venuto fuori naturalmente. Non penso di essere un genio e Ableton è anche abbastanza intuitivo. Credo solo che la cosa più importante non sia la tecnica, ma avere ben chiaro in mente cosa si vuole dire e come lo si vuole dire. Per realizzare una traccia ci metto massimo un pomeriggio. A parte i dialoghi, che cosa unisce i pezzi di DRAMA?
Fragments: I pezzi di DRAMA hanno avuto una storia un po’ complicata. Il mio pc ad un certo punto è impazzito e mi ha cancellato un sacco di file, quindi non ho più potuto intervenire sulle tracce. Quello che senti è esattamente il pezzo come è stato creato di getto. Non ci sono modifiche o miglioramenti perché non ho proprio potuto farli, avrei dovuto rifare ogni traccia da capo. Infatti la prima cosa che ho pensato è che a me i pezzi piacevano anche così ma nessuno li avrebbe voluti pubblicare perché non li potevo più toccare. E invece. In che modo pensi che l'elettronica possa aiutare chi la ascolta?
Fragments: È una questione delicata. È un po’ come quando sei triste e ti chiudi in camera al buio ad ascoltare musica deprimente. E alla fine stai meglio perché capisci di non essere il solo a stare male. Pensi “cavolo, le parole di questa canzone le avrei potute scrivere io”. È quello che vorrei succedesse a chi ascolta le mie tracce. E quando succede mi aiuta rispetto al mio disturbo. Non solo vorrei che le persone, ascoltandomi, si sentissero meno sole, ma anche io vorrei sentirmi meno sola sapendo che chi mi ascolta si riconosce in quello che dico. È questo meccanismo che, attraverso un brano, mette in una comunicazione profonda e onesta artista e pubblico. Il che può portare qualcuno a sentirsi un po’ meglio. E che rapporto c'è tra la tua salute mentale e le tue produzioni?
Ovviamente, nonostante creda un sacco nel potere terapeutico che la musica può avere, non penso di poter guarire semplicemente facendo musica. E ci sono periodi in cui stai davvero troppo male per poter lavorare. Però di sicuro mi risulta più facile esprimere quello che provo attraverso una traccia, rispetto a parlarne con uno psicologo e poi riempirmi di farmaci. È come se dicessi a me stessa: ok Sara, adesso sei da sola di fronte al tuo computer, non ha senso mentire a te stessa, hai un sacco di strumenti a tua disposizione per tentare di spiegare ciò che senti, e in qualche modo sublimare così il tuo dolore. A volte metterti a nudo in un pezzo ti costa un sacco di fatica e alla fine stai peggio di prima, ma tanto vale provare.

Da dove viene l'artwork di DRAMA?
È una foto che ho scattato al Cimitero Monumentale di Milano. L’ho scattata anni prima che nascesse il mio progetto. Mi piaceva e allo stesso tempo mi rendeva un po’ triste, quel frammento di una foto di una persona sconosciuta. Quando ho messo insieme i pezzi mi è subito tornata in mente. Rappresenta perfettamente il significato della mia musica: il frammento, l’idea di qualcosa di rovinato e abbandonato, l’atmosfera del Monumentale, che è uno dei miei posti preferiti. Segui Noisey su Instagram e su Facebook.