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Attualità

Secondo il regista di Street Fighter, Van Damme era "strafatto di coca" sul set

Il regista Steven de Souza ricorda le riprese come un vero incubo.
Drew Schwartz
Brooklyn, US
Foto via Amazon.

Street Fighter - Sfida finale, uscito negli anni Novanta e ispirato all'omonima serie di videogiochi, è uno di quei film talmente brutti da essere ricordato a posteriori come un vero e proprio capolavoro. Ad oltre 20 anni dall'uscita nelle sale, il regista Steven de Souza ha inoltre rivelato al Guardian quanto la produzione sia stata un autentico casino—esattamente come il film che ne è venuto fuori.

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A parte il fatto che gli attori si prendevano continuamente a pugni e scene pericolosissime venivano girate con armi vere e lame affilate, de Souza ha raccontato che l'attore protagonista era sempre fatto di cocaina al punto di non essere padrone di sé. Jean-Claude Van Damme aveva ottenuto il ruolo dell'americanissimo colonnello Guile pur essendo belga al 100 percento. All'epoca era l'attore 'd'azione' più famoso del mondo e, pare, la produzione di Street Fighter non poteva proprio fare a meno di lui. In quel periodo, però, Van Damme stava facendo i conti con un grave problema di tossicodipendenza: pare sniffasse fino 10 grammi al giorno, arrivando a spendere anche 10mila dollari a settimana. Il che rese la realizzazione del film un vero e proprio incubo.

"All'epoca non potevo parlarne, ma ora devo proprio dirlo: Jean-Claude era sempre strafatto di coca e completamente fuori di sé," ha confessato de Souza al Guardian. "La produzione aveva assoldato un wrangler [solitamente addetto agli animali sul set] per occuparsi di lui, ma questo ebbe un'influenza ancora più negativa. Spesso Jean-Claude si dava malato, e io dovevo impazzire a trovare qualcun altro per le scene—non potevo stare lì ad aspettare lui per ore. In due occasioni, i produttori gli concessero di andare a Hong Kong, ed entrambe le volte tornò in ritardo. Il lunedì non c'era mai sul set."

Stando a quanto dichiarato da de Souza e da altri membri del cast, comunque, il vizietto di Van Damme non era l'unico problema nella produzione di Street Fighter. Innanzitutto, si girava in Thailandia, dove c'era il rischio che scoppiasse "un possibile colpo di stato" da un momento all'altro. Poi, quasi tutto il budget del film fu speso per Van Damme e Raúl Juliá—che, onestamente, si dimostrò un fallimento nel ruolo del Generale Bison—e non rimasero soldi per pagare il training agli attori coinvolti in scene di combattimento. Infine, quasi tutto il film fu girato senza un ordine preciso, cosa che rese il lavoro di tutti ancora più difficile.

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"Non conoscevo il mio personaggio; non conoscevo il videogioco; non avevo idea di cosa stesse succedendo," racconta Roshan Seth al Guardian. "Avrei dovuto essere uno scienziato pazzo. Ma continuavo a chiedermi: Ma che tipo di scienziato sono e perché dovrei essere pazzo?"

Nonostante il caos generale, l'instabilità geopolitica e il problemino di Van Damme, il film venne portato a termine, in qualche modo. Ebbe recensioni terribili, ma incassò 105 milioni di dollari al botteghino.

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