La guida di Noisey per cominciare ad ascoltare i Mastodon
Fotografia di Jimmy Hubbard.

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La guida di Noisey per cominciare ad ascoltare i Mastodon

Ora che i campioni del prog metal di Atlanta hanno vinto un Grammy è un buon momento per cominciare a esplorare il loro mondo narrativo fatto di cetacei assassini, malattie e viaggi nel tempo.

I Mastodon sono nati ad Atlanta all'alba del Terzo millennio. La discografia dei Mastodon comprende sette album in studio pubblicati lungo 15 anni di carriera, oltre a diverse demo, split, EP e singoli. Insomma, è abbastanza materiale da poter spaventare un ascoltatore che vuole approcciarsi alla loro opera—tra l'altro, di per sé non particolarmente accogliente. I primi quattro album dei gruppo sono infatti collegati da una vaga tematica comune: gli elementi della natura. Altri sono dei concept, e molti hanno un forte peso personale per i vari membri del gruppo. Ci sono, inoltre, ospiti notevoli: Scott Kelly dei Neurosis, che è apparso su ogni loro album a partire dal 2004.

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Fortunatamente, la loro discografia è così ampia da poterci permettere di individuare diversi punti d'ingresso alla loro musica. Che vi piaccia lo sludge più crudo e rumoroso, il prog metal più tecnico o il più classico dei rock and roll, i Mastodon hanno qualcosa da farvi ascoltare.

Forse ti interessano: i Mastodon più sludge?

Questa è facile: basta cominciare dall'inizio. La primissima incarnazione dei Mastodon era così pesante da poter risultare opprimente. Il loro album di debutto Remission e il loro EP del 2001, Lifesblood, erano foderati di riff infuocati suonati su accordature basse e avevano come priorità la creazione di un groove. Sotto alla torbidità di quelle prime tracce c'erano segni di quello di cui Dailor, Kelliher, Sanders e Hinds sarebbero stati capaci: le percussioni di Dailor avevano un retrogusto jazz, Kelliher e Hinds intrecciavano riff complessi con grande naturalezza, e i bassi e il growling di Sanders faceva già tremare la Terra.

Quella sludge fu l'era più breve della carriera dei Mastodon, ma si sarebbe rilevata estremamente formativa: i futuri Golia del metal stavano cominciando a tracciare il loro sentiero, e ci sono diversi momenti che vale la pena andare a riscoprire per toccare con mano la gemma di ciò che sarebbe stato. Il Lifesblood EP—le cui canzoni sarebbero state ristampate assieme ad alcune demo su una compilation del 2006, Call of the Mastodon—e Remission hanno entrambi tracce fantastiche che funzionano benissimo come stimoli al pogo. Alzate il volume e fate prendere uno spavento ai vostri colleghi.

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Playlist: “March of the Fire Ants” / “Where Strides the Behemoth” / “Ol’e Nessie” / “Mother Puncher” / “Shadows that Move” / “Battle at Sea” / “Deep Sea Creature”

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Forse ti interessano: i Mastodon più prog?

La fase prog dei Mastodon è durata circa cinque anni, un periodo in cui si allontanarono progressivamente dalle batoste sludge su cui avevano costruito il loro suono per espandersi in territori sonoramente più ampi. A scatenare questo cambiamento fu principalmente l'immensa crescita delle capacità tecniche dei membri del gruppo, che cominciarono a sperimentare con accordature, tempi e concept narrativi. Il risultato furono album come Leviathan, Blood Mountain e Crack the Skye, considerati in larga parte i loro tre grandi classici. Furono questi gli album a dare alla band la spinta che li avrebbe posizionati definitivamente nel mainstream statunitense.

Prendiamo il loro secondo album Leviathan, uscito nel 2004 e considerato da molti il loro capolavoro. È costruito attorno a una narrazione in musica di Moby Dick, classico dei classici di Herman Melville: ogni canzone, tra cui le loro hit "Blood and Thunder" e "Iron Tusk", corrisponde a un capitolo del libro. È dala sua uscita che Leviathan viene considerato uno dei più grandi album metal del ventunesimo secolo, ed è stato inserito dalla redazione statunitense di Rolling Stone nella loro lista dei migliori album metal di sempre.

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I Mastodon fecero succedere a Leviathan un altro peso massimo della loro discografia: Blood Mountain, un concept album, che uscì nel 2006. Il protagonista della storia è in cerca di un teschio di cristallo che contiene il segreto per avanzare l'umanità di uno stadio evolutivo, e lungo il suo cammino attraversa terre misteriose popolate da mostri. Nonostante la storia aumenti l'appeal di Blood Mountain, è l'evoluzione nelle capacità di scrittura della band a rendere l'album un passo avanti rispetto a Leviathan. "Sleeping Giant" si concede di spezzarsi per rivelare un cuore fatto di psichedelia, mentre "Circle of Cysquatch" è un esercizio thrash da manuale impreziosito dall'uso di un talk box.

Le esplorazioni stilistiche dei Mastodon continuarono su Crack the Skye, uscito nel 2009—un capolavoro prog metal. Dedicato alla memoria della sorella di Dailor, l'album racconta le vicende di una persona tetraplegica che può viaggiare solo tramite proiezoni astrali. Dopo essersi spinto troppo vicino al sole, cade sulla Terra ed entra nel corpo di Rasputin nell'era della Russia Imperiale. A un concept così ambizioso si affiancavano bene suggerimenti della grande tradizione prog, e così echi di Pink Floyd e King Crimson cominciarono a palesarsi su tracce lunghe e ambiziose ("The Czar", "The Last Baron"). Questo, senza perdere l'immediatezza e la dinamicità dell'interscambio tra strumenti che aveva reso Leviathan e Blood Mountain così speciali: ascoltare "Oblivion" e la title track per crederci.

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Playlist: “Blood and Thunder” / “Iron Tusk” / “Aqua Dementia” / “Crystal Skull” / “Sleeping Giant” / “Circle of Cysquatch” / “Colony of Birchmen” / “Oblivion” / “The Czar” / “Crack the Skye”

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Forse ti interessano: i Mastodon più rock?

Dopo il successo di Crack the Skye, i Mastodon scelsero un approccio differente. Nel 2011 abbandonarono qualsiasi parvenza di grandiosità per dedicarsi a un viaggio scarno ed emotivo che intitolarono The Hunter. Il titolo era una dedica al fratello di Hinds, ma non nascondeva un concept che univa le varie canzoni. I Mastodon volevano semplicemente fare rock, e ci riuscirono. "Black Tongue" e "Stargasm" portavano avanti la pesantezza del loro passato, ma canzoni come "Curl of the Burl" introdussero nella loro proposta un suono più leggero, ai limiti del blues.

Once More Round the Sun segue un percorso simile. "The Motherload" e "High Road" erano brani che potevano benissimo essere trasmessi da stazioni radio dedicate al rock, concentrati sulle melodie e sulla costruzione di ritornelli corali. Ad aiutare a solidifcare quest'impressione ci furono anche video musicali da grandi budget, con annesse ballerine che twerkavano. Questo, comprendendo anche canzoni che sarebbero potute stare bene sui loro album precedenti: "Chimes at Midnight" ricorda il prog di Crack the Skye, mentre "Halloween" contiene forti tracce blues mutuate da da The Hunter.

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È stato sulle loro due pubblicazioni del 2017, l'album Emperor of Sand e l'EP Cold Dark Place, che i Mastodon sembrano aver chiuso il cerchio della loro carriera. Emperor parla di cancro, una malattia che sia Kelliher e Sanders conoscono bene, avendo visto loro cari doverla combattere; e Cold Dark Place è una mini-collezione di brani bui, risultato di queste esperienze personali. Entrambi contengono alcuni dei momenti più brillanti del gruppo: i due brani nominati ai Grammy, "Sultan's Curse" e "Steambreather", sottolineano l'accessibilità del lato A di Emperor of Sand. Il lato B, invece, è colmo di tracce nostalgiche perfette per soddisfare anche i fan di vecchia data più restii al cambiamento (vedi alla voce "Andromeda").

Playlist: “Black Tongue” / “Curl of the Burl” / “Stargasm” / “The Motherload” / “Chimes at Midnight” / “Sultan’s Curse” / “Steambreather” / “Andromeda” / “Jaguar God” / “Toe to Toes”

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Forse ti interessano: i Mastodon che fanno le cover?

*Per altre cover dei Mastodon, clicca i link sui titoli delle canzoni nella playlist qua sotto.

Con il passare degli anni, i Mastodon hanno aggiunto al loro repertorio una serie di cover di grandi classici rock e metal, dimostrando la varietà del loro gusto musicale. Hanno omaggiato una delle loro più grandi influenze, i Thin Lizzy, rilavorando "Emerald", comparsa come bonus track sulla versione in CD di Remission. Tra i pezzi che la band ha fatto suoi ci sono anche "Orion" dei Metallica, "The Bit" dei Melvins e "Just Got Paid" degli ZZ Top.

Oltre a queste cover di icone rock e metal, i Mastodon si sono anche cimentati con l'indie rock su un paio di sette pollici. Nel 2012 pubblicarono uno split assieme a Feist in cui si coverizzarono reciprocamente: loro rifecero "A Commotion", mentre lei rilavorà "Black Tongue", da The Hunter. Sempre quell'anno, i Mastodon diedero una loro interpretazione di "A Spoonful Weighs a Ton" dei Flaming Lips.

Playlist: “Emerald” / “The Bit” / “Orion”/ “Just Got Paid” / “A Commotion” / “A Spoonful Weighs a Ton”

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