Attualità

Cos’è successo nella centrale nucleare più grande d’Europa, presa d'assedio dalla Russia

Secondo Zelenskyy un’esplosione significherebbe “la fine dell’Europa." Per ora la centrale non ha danni e i livelli di radiazioni sono nella norma.
Gavin Butler
Melbourne, AU
Zaporizhzhia
Foto: Shutterstock.

L’esercito russo ha attaccato la più grande centrale nucleare dell’Europa, nella città ucraina di Zaporizhzhia, provocando un incendio sul sito e generando allarme in tutto il mondo.

La scorsa notte i social media si sono riempiti di speculazioni e panico, mentre le immagini dell’impianto mostrate in streaming da una telecamera di sicurezza mostravano un edificio in fiamme e munizioni traccianti.

Pubblicità

Utenti, testate giornalistiche e persino alcune autorità hanno diffuso informazioni non verificate sulla gravità dell’incidente, comprese allusioni a livelli di radiazioni preoccupanti o danneggiamenti al reattore principale.

Il grosso dell’allarme sembra essere stato generato da un tweet ministro degli esteri dell’Ucraina, Dmytro Kuleba, in cui diceva che un’eventuale esplosione di Zaporizhzhia sarebbe stata “dieci volte quella di Chernobyl”—una dichiarazione poi smentita da molte persone esperte.

Altre fonti esterne all’Ucraina hanno sollevato preoccupazioni simili—sottolineando che un incidente del genere potrebbe portare a una catastrofe continentale.

“Chiediamo l’immediata cessazione dell’uso delle armi pesanti,” dice in un video pubblicato su Telegram Andriy Tuz, portavoce dell’impianto a Enerhodar. “C’è un rischio nucleare molto concreto, è la centrale di energia atomica più grande d’Europa.”

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, nel frattempo, ha detto di aver informato i leader di Stati Uniti, Regno Unito, Unione Europea e dell’Agenzia internazionale per l'energia atomica (IAEA) della minaccia di un disastro nucleare.

“Se c’è un’esplosione è la fine per tutti,” ha avvertito Zelenskyy in un discorso pubblicato a tarda notte sui social media. “La fine dell’Europa. L’evacuazione dell’Europa.”

Pubblicità

Solo “un’azione tempestiva dell’Europa può fermare le truppe russe,” aggiunge. “Non permettete che l’Europa muoia per una catastrofe in una centrale nucleare.”

Alcuni sostengono però che le dichiarazioni del presidente ucraino siano esagerate e fuorvianti.

“È falso. Zaporizhzhia non rischia una ‘catastrofe nucleare radioattiva.’ Se così fosse, avrebbe ordinato di spegnere l’impianto,” spiega Mark Nelson, ingegnere nucleare laureato a Cambridge che ha partecipato a uno stream su Twitter Space aperto subito dopo l’arrivo della notizia. “Mi spiace dirlo, ma sembra più che altro un tentativo di scatenare il panico,” ha scritto su Twitter.

Altre persone hanno messo in discussione le dichiarazioni del Ministro degli Affari Esteri. “Far girare la voce che un incidente a Zaporizhzhia sarebbe 10 volte peggio di quello di Chernobyl è da irresponsabili,” ha affermato su Twitter il consulente nucleare Jeremy Gordon, “Bisogna dire chiaro e tondo che quella a #Zaporizhzhia è una situazione insolita e terrificante, ma non c’è in corso alcun incidente nucleare e non ci sono neanche le basi per predirne uno. Il rischio principale è per il personale che lavora lì.”

Zaporizhzhia è una delle quattro centrali nucleari operative dell’Ucraina e fornisce circa il 25 percento dell’energia del paese. L’impianto ha sei reattori, tutti protetti da cupole di contenimento in cemento. Al momento, la maggior parte dei reattori sembra essere stata spenta.

Pubblicità

L’Agenzia internazionale per l'energia atomica ha poi confermato che l’incendio a Zaporizizhzhia non ha condizionato nessuna parte “essenziale” della centrale energetica e ha avuto conferma dalle autorità ucraine che “non c’è stato cambiamento nei livelli di radioattività riscontrati.” I servizi di emergenza locali hanno confermato a loro volta che l’incendio ha colpito uno degli edifici al di fuori del perimetro principale.

Le autorità hanno poi rilasciato una dichiarazione ufficiale, dicendo che le fiamme sono state “spente” intorno alle 6:20 del mattino (ora locale) e che non ci sono state vittime.

Il direttore generale dell’IAEA Rafael Grossi, però, ha sottolineato quanto la situazione diventerebbe pericolosa se i reattori fossero colpiti, chiedendo la cessazione delle ostilità.

Questa minaccia nucleare arriva pochi giorni dopo l’operazione con cui la Russia ha assunto il controllo di tutte le strutture dell’impianto nucleare dismesso di Chernobyl, il 24 febbraio. La mossa è stata descritta da Olga Stefanishya—vice ministro dell’integrazione europea ed euro-atlantica dell’Ucraina—come “una minaccia gravissima per tutto il continente.”

“Le centrali nucleari e le strutture vicine a queste, comprese quelle militari, non devono essere attaccati, perché potrebbe avvenire un rilascio di materiale radioattivo,” ha detto Stefanishya. Queste violazioni, ha aggiunto, “sono considerabili come crimini di guerra, perché causerebbero terribili perdite ai danni della popolazione civile.”

Pubblicità

Il disastro nucleare di Chernobyl, avvenuto nel 1986, è ancora considerato il peggiore della storia in termini di costi e di morti. L’esplosione iniziale del reattore nucleare e il conseguente incendio del nucleo a cielo aperto hanno provocato una contaminazione radioattiva per via aerea che si è diffusa su territori dell’allora Unione Sovietica e dell’Europa occidentale. La zona di alienazione di Chernobyl copre ancora oggi un’area di circa 2.600 chilometri quadrati.

Per quanto pareri esperti dubitino che un’esplosione a Zaporizhzhia possa essere paragonabile al disastro di Chernobyl, l’assalto militare russo della centrale può rappresentare comunque un crimine di guerra.

Il Protocollo I della Convenzione di Ginevra del 1949, infatti, impone che “le opere o installazioni che racchiudono forze pericolose, cioè le dighe di prote­zione o di ritenuta e le centrali nucleari per la produzione di energia elettrica, non saranno oggetto di attacchi, anche se costituiscono obiettivi militari, se tali attacchi possono provocare la liberazione di dette forze e causare, di conseguenza, gravi per­dite alla popolazione civile.”

In seguito all’appello con cui Zelenskyy ha chiesto alle nazioni europee di intervenire, l’ufficio stampa del premier inglese Boris Johnson ha fatto sapere che Johnson ha parlato con il presidente ucraino della “gravissima situazione” e che “entrambi i leader concordano che la Russia debba immediatamente interrompere l’attacco alla centrale nucleare e permettere ai servizi di emergenza di accedere all’impianto senza rischi.”

“Il Primo Ministro dice che le azioni sconsiderate del Presidente Putin potrebbero minacciare direttamente la sicurezza di tutta l’Europa,” si legge nel comunicato ufficiale. “Il Primo Ministro intende chiedere un incontro d’emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’ONU nelle prossime ore e dice che il Regno Unito solleverà immediatamente il problema con Russia e alleati.”

Anche il presidente americano Joe Biden ha parlato con Zelenskyy, e si è unito a lui “nell’esortare la Russia a interrompere le attività militari nell’area e permettere a vigili del fuoco e soccorritori di accedere all’impianto,” stando a un comunicato della Casa Bianca.